Goal e assist contro la L84, ancora a segno col Corticella in una partita vinta di misura e aperta proprio da lei al 12° della ripresa. Quando il gioco si fa duro, Gloria Tomat diventa una sentenza. È lei il faro al quale aggrapparsi se il mare inizia a dar segni di burrasca e rientrare in porto indenni non sembra più un’operazione poi così facile.
“Un giorno scopriremo come curare questo fastidioso mal di trasferta e andrà tutto molto meglio – sorride il bomber dell’Infinity Futsal Academy -. Statisticamente, siamo tra le prime tre per quanto riguarda le vittorie casalinghe, mentre scendiamo un po’ se guardiamo ai risultati esterni, anche quando si tratta di viaggi relativamente brevi. Non penso sia una questione fisica, so solo che facciamo fatica: ma alla fine – sorride Gloria – spuntarla di uno o di 5 cambia poco, è la vittoria che conta e domenica abbiamo centrato l’obiettivo”.
E conta ancor di più quando può servire a riscattare una prestazione opaca del girone d’andata (naturalmente in trasferta) contro il Cus Cagliari e a mantenere un ottimo piazzamento playoff, anche sfruttando il turno di riposo della Jasna.
“La classifica presenta una divisione piuttosto netta in due blocchi tra le prime 7 e le successive 6, ma ogni domenica c’è qualche risultato inatteso, figlio di un girone comunque equilibrato e dei risvolti della singola partita: a volte hai bisogno di 100 tiri per trovare un gol “sporco”, altre volte basta niente e la palla entra facilmente. Noi – continua – più che a giornate, siamo andate a periodi: abbiamo avuto un avvio molto buono, seguito da un calo a cavallo di Natale in cui abbiamo lasciato per strada diversi punti, alcuni con più rammarico rispetto ad altri, ma ci siamo riprese al momento giusto contro la L84 che era prima in classifica. Ora – tenendo sempre ben a mente che nessuno ti regala niente – arrivano altre due partite importanti per prolungare la scia positiva. Ci siamo lasciate alle spalle il grosso delle trasferte impegnative, per cui conto in un girone di ritorno che possa portarci in dote qualche punto in più”.
Senza dubbio, Gloria ci metterà tanto del suo perché questo sia possibile: basti pensare che è già ad un bottino di 13 reti su 47 complessive realizzate dall’Infinity.
“Ancora pochi – minimizza -, Erika Veglio nello stesso girone ne ha fatti 21. In realtà, non avevo troppe aspettative: sto cercando di dare il massimo in una categoria nella quale non avevo mai giocato e poi, avendo la fortuna di una rosa ampia, probabilmente ho qualche minuto in meno rispetto ad altre colleghe. Nessuno è indispensabile, combattiamo tutte per l’obiettivo comune. Tendenzialmente, giocando da pivot, se non faccio gol o non partecipo alle azioni offensive è un problema, manca un pezzo, ma è davvero indispensabile chi si fa in quattro a tutto campo: ad esempio, una Lorena Turetta, che contro la L84 non è uscita neanche un minuto dal campo. Il calcio a 5, però, è fatto di rotazioni e di momenti, io – dal canto mio – so che nello spazio a disposizione devo finalizzare senza fare danni in difesa – sorride – e questa settimana sono stata abbastanza brava, non ho commesso neanche un fallo. So che sembra una frase fatta, ma davvero la forza dell’Infinity è nel gruppo: conoscersi sempre di più, imparare a giocare insieme e mettere ogni compagna nelle migliori condizioni possibili per esprimersi”.
Tomat riconosce un mix di tre elementi nell’Infinity: giocatrici di esperienza che hanno già giocato in A e A2, chi si affaccia alla categoria per la prima volta (come Gloria) e molte giovani di talento che devono fare esperienza.
“Perché il marchingegno giri bene, c’è bisogno che tutti gli elementi funzionino in modo sincrono: più ci alleniamo e più miglioriamo. Ora dobbiamo tenere alto il livello fisico, tecnico e mentale e metterci l’una a disposizione dell’altra e tutte a disposizione dello staff e del mister”.
Anche fuori dal campo, Tomat vorrebbe fare di più.
“Mi dispiace tanto che tra allenamenti e partite, ci perdiamo sempre un bel pezzo di società: parlo della maschile che gioca il venerdì e delle categorie Under miste che non riusciamo purtroppo a seguire molto, mentre ci farebbe tanto piacere poter ricambiare il loro supporto. È soprattutto al giovanile che si dovrebbe puntare, dobbiamo far crescere quel movimento perché il calcio a 5 insegna a giocare con i piedi e soprattutto con la testa. Ti dà strumenti che in un campo grande, toccando meno il pallone, faresti più fatica a comprendere, tant’è che in Brasile alternano il calcio a 11 al futsal. Se c’è una piccola Gloria? Sì, e si chiama proprio come me: mi assomiglia perché è furba e perché se non vince, si arrabbia – sorride -. Ci sono tanti elementi che spiccano, perciò largo ai giovani, anche in prima squadra: devono conquistarsi il loro spazio e fare sempre di più ogni domenica”.
