Serie B

Monacita Lombardi a tutto tondo: dall’approccio scientifico nello sport all’Infinity

Lombardi

Da quest’anno presidente, ma come sempre donna di sport a tutto tondo, Monacita Lombardi continua a seguire la sua Infinity Futsal Academy mettendosi allo stesso piano con chiunque: giocatrici, staff e dirigenza. E questo per un semplice motivo: lei ha ricoperto ognuno di questi ruoli e – anche se oggi la burocrazia la etichetta come numero 1 del club – Monacita continua ad essere parte della squadra in tutte le sue forme.
È partita da Chopinzinho, nel lontano 2008, come allenatrice di giocatrici come Neka, Dalla Villa e Bisognin. È arrivata in Italia nel Preci, poi, dopo essere diventata arbitro di calcio a 11, ha conosciuto mister Lovo ed è passata alla Lupe come difensore. Cinque anni stupendi vissuti tra campo e lavoro in fabbrica, dedicando ogni secondo del tempo libero alla sua formazione all’interno dello sport, senza mai riuscire a saziare del tutto una sete di conoscenza fuori dal comune.
“Lo studio è fondamentale per me, c’è sempre qualcosa da approfondire e da imparare”.

Nel frattempo, diventa allenatrice nel calcio a 11, conseguendo anche il patentino UEFA B. Allo Sporting 88 le viene affidato un progetto dai Giovanissimi alla Juniores e inizia un tipo di approccio quasi scientifico alla disciplina.
“Rispetto alla mia esperienza in Brasile, mi sono accorta che la qualità motoria dei bambini che avevo davanti era inferiore, soprattutto a causa di un problema posturale. Così ho riportato la mia esperienza come tecnico posturale maturata presso la FIF (Federazione Italiana Fitness) compilando schede di valutazione individuali e svolgendo lavori personalizzati per ciascuno. A volte mi trovare a sgridare un giocatore: perché non hai tirato così? Perché non hai fatto questo o quello? Ma in realtà, il concetto era stato afferrato: la testa c’era, era il corpo ad impedire la corretta esecuzione. Era, appunto, un problema di mal postura, che poteva essere risolto con opportune esercitazioni, tanto è vero che poi abbiamo vinto il Torneo Federale Juniores”, sorride.

Successivamente arriva un altro incontro, quello con Marta Carluccio, allora allenatrice in Serie C con la Vip: quell’anno arriva la promozione in A2 e poi quella in A. Una bellissima esperienza che culmina in un progetto fondato e curato in tandem, e cioè quella realtà che oggi chiamiamo Infinity.
“Dopo aver capito che avevo la stessa passione e le stesse idee, abbiamo deciso di costruire una società partendo da zero: col maschile abbiamo iniziato dalla D (che ora è in C2 grazie ad una promozione ottenuta proprio sotto la guida di Lombardi, che ora ha passato il timone ad Angelo Fiorese, n.d.c.), con la femminile dalla C e poi abbiamo avviato anche un settore giovanile che ora, tra Under 10 e Under 14, conta 25 iscritti. La parola d’ordine? Inclusione, perché chiunque può fare la differenza”.

Giovanile in crescita, maschile promosso, ma è dal femminile che sono arrivate le soddisfazioni più grandi. Proprio in questi giorni, l’anno scorso, l’Infinity vinceva la Coppa regionale. Poi sono arrivati anche la Coppa Italia di Brandizzo e il salto di categoria fino al nazionale. Un 2022 da incorniciare e un 2023 che si presenta ricco di sfide: soltanto a gennaio, infatti, le biancazzurre affronteranno tre delle 5 squadre che occupano la zona alta della classifica, a partire dalla capolista Med in casa.
“Da questo girone con 4 viaggi in Sardegna, ho imparato che il primo avversario che hai davanti è proprio la trasferta. Giocare senza colazione e pranzi fatti come si deve, senza riposo e con levatacce, senza considerare poi il fattore emotivo, cambia completamente la situazione. Se arriva una sconfitta, pazienza. L’importante è sapere che le ragazze abbiano dato tutto, così come fanno in settimana: in allenamento indossano tutte cardiofrequenzimetro da polso e fascetta e si lavora sul massimale. Il prossimo investimento sarà una canotta con cardiofrequenzimetro e GPS: costa parecchio, ma è necessario. Controllare cambi di direzione, movimenti e carichi delle gambe per me è prevenzione. Tornando ad un aspetto prettamente umano – aggiunge Lombardi – posso solo dire che ho un gruppo assolutamente fantastico, dalla prima all’ultima. Ma è così anche nel maschile e con i più piccoli”.

E allora il proverbio va modificato: è proprio oro quello che luccica, tanto che è a rimanere abbagliato è stato anche il Cittadella in Serie B.
“Questa mattina abbiamo firmato per l’affiliazione – sorride orgogliosa Monacita -. Mi fa piacere che dall’esterno una società così prestigiosa abbia bussato alle nostre porte riconoscendo il nostro buon lavoro e spero che presto tante altre inizino a comprendere che la base del loro sport è il calcio a 5. Peccato che l’importanza del doppio tesseramento non sia stata capita a livello regionale e provinciale: si vive ancora col pregiudizio che il calcio a 5 voglia “rubare” i ragazzi, quando due anni di formazione nel futsal – con un lavoro tecnico specializzato sui campi 40×20 – permetterebbe di riacquisire le prestazioni sportive di un giovane atleta con un’ottima base, che potrebbe davvero fare la differenza sui campi in erba”.

E’ fresca di firma anche un’altra collaborazione con la scuola primaria “Giovanni XXIII”, un progetto di un mese con tre ore settimanali di futsal da insegnare gratuitamente durante le ore di educazione fisica, con particolare attenzione all’attività motoria e posturale, alla quale – come detto – Monacita ha dedicato parte dei suoi studi. Nel curriculum, insieme alla laurea in Scienze Motorie, ci sono specializzazioni in amministrazione sportiva, genetica umana e un post-laurea in calcio a 5 con Marquinhos Xavier, CT della Nazionale brasiliana di futsal.

“Come mai la genetica umana? Perché quando allenavo in Brasile, avevo 6 coppie di gemelli. In una, Mattia e Matheus, piangevano perché volevano entrambi essere portieri. Io non volevo scegliere al posto loro, ma avevo comunque la necessità di definire un ruolo perché avevano già 12-13 anni. Questo mi ha dato spunto per la mia tesi di laurea basata su uno studio comparativo di gemelli monozigoti: ho riunito 23 coppe di gemelli tra pallavolo, calcio e futsal e ho eseguito una batteria di test Eurofit raccogliendo diversi parametri su 9 diverse esercitazioni. Il risultato? In nessuna coppia c’è stata una differenza significativa. Quindi Mattia e Matheus avevano ragione: potevano giocare entrambi in porta. Da qui, ho ulteriormente approfondito la ricerca: volevo capire se certe caratteristiche erano interne al cromosoma e quindi immutabili, o modificabili dall’esterno. Ero arrivata all’estrazione del DNA di ognuno di loro, avevo anche montato il cariotipo di ognuno in un’università a 400 chilometri da casa, poi ho dovuto abbandonare perché certi tipi di studi comportano spese troppo ingenti”.

In casa Infinity, però, l’argomento è ancora attualissimo con una coppia di gemelli per categoria.
“Melissa e Natasha? La prima dice che è più brava la seconda, e viceversa – sorride – ma anche in questo caso, il genoma è quello, per cui non emergono differenze significative: se una delle due continuasse ad allenarsi qui e l’altra si allenasse, faccio un esempio, a Roma, i test darebbero comunque parametri molto simili”.

Dagli studi di una vita agli obiettivi sportivi del 2023, che hanno alle spalle un 2022 da fare invidia.
“Spero che le nostre piccole possano avere un minutaggio più alto e che possano crescere usando la testa, perché loro saranno la base di una futura Serie A, che poi è il nostro obiettivo. Non ora. Ora c’è la salvezza come priorità, ma magari a partire dalla prossima stagione. Al di là di come andrà, io posso solo ringraziare tutti, tanto nel femminile che nel maschile: chi ci ha scelti, lo ha fatto senza percepire un euro. Lo ha fatto perché noi siamo davvero una famiglia”.

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