Serie A2

Infinity, Campanaro post-Pero: “Stop dal quale ci rialzeremo più forti di prima”

Da piccola sognava di diventare terzino come Materazzi, verso i 25 ha scoperto il futsal e Marika Mascia, innamorandosi del suo ruolo. Ed ora che di anni ne ha 30, Anna Campanaro ha definito in modo stabile la sua identità: portiere tutto istinto dell’Infinity Futsal Academy, lavoratrice e atleta infaticabile.
“Tanti anni di pallavolo, kung fu e tai chi. Mi spiace aver incontrato il calcio a 5 così tardi, ma poi ho fatto di tutto per recuperare. Se qualcosa mi appassiona, mi ci tuffo al 100%. La squadra di Serie A più vicina a Perugia (dove viveva, n.d.c.) era la Ternana, perciò ho visto tante partite in casa e altrettante online, oltre ai classici approfondimenti su Youtube. Mascia mi ha colpita subito, peccato solo che ora giochi alla Lazio: da interista, non posso accettarlo”, scherza Anna.
“Mettiti in porta che fai meno danni: non so se per i piedi storti o meno – sorride ancora – ma ho iniziato così, anche se in realtà tra i pali facevo bene. Ho poca tecnica, mi affido all’istinto: riflessi e velocità sono il mio forte e poi in area non deve entrare nessuno, quella è zona mia”.
La prima esperienza significativa è col Montebello, in Umbria, dove si trasferisce temporaneamente per motivi di studio fino allo scoppio della pandemia. Ora quella realtà non esiste più, ma Campanaro ci ha lasciato un pezzo di cuore. Tanto è vero che, una volta ricevuta la chiamata dell’Infinity, il suo primo messaggio è stato al preparatore dei portieri Daniele Varetto: “Hai visto dove sono arrivata grazie a te?”.

Ma Anna è l’ultima a realizzarlo davvero.
“Avevo giocato contro la squadra di Marta solo da avversaria prendendo 3 gol all’andata – uno sul primo palo, ho ancora in mente gli scarpini di Maeva Giacomazzi – e 6 al ritorno. Mi aveva segnato anche Cicheri: allora non sapevo che il suo fosse un “vizio” e ci ero rimasta malissimo, comunque – continua – ricordo bene che dopo l’ultima partita avevo praticamente deciso di smettere e darmi al powerlifting o a qualsiasi altro sport che dipendesse solo da me. E ora lei mi stava chiedendo di unirmi al gruppo: era uno scherzo? Dentro di me avevo già deciso, le avevo addirittura mandato la mia scheda di allenamenti chiedendole se ci fosse qualcosa da cambiare, ma in ogni caso le risposi che avrei voluto pensarci una settimana”.
Nel frattempo, sulla pagina ufficiale esce un post: Infinity iscritto in A2. Campionato nazionale. La posta in palio è ancora più alta quando Anna comunica il suo sì a mister Carluccio. Non è solo una scelta sportiva, ma una scelta di vita in un periodo personale molto buio.
“Reagire significa anche mettersi in gioco. E il calcio a 5 mi ha aiutata tantissimo, stancarmi fisicamente è un modo per scaricare tutte le tensioni. Muovermi è vita. Comprese le sessioni nella palestra in cui lavoro il pomeriggio, mi alleno tutti i giorni, anche il lunedì con la maschile. Il sabato è l’unico giorno di riposo e poi c’è la partita. Il mio rapporto con Silvia Avella e il preparatore dei portieri Fabio Coletto? È ottimo. Ma dovresti chiedere a loro – sorride – perché dall’altra parte non so cosa ti risponderebbero: faccio 100 domande! Scherzi a parte, per me è importante capire e sviscerare ogni argomento. Se c’è una spiegazione la devo sapere, anche se apparentemente non è razionale. Fabio ha una grande preparazione tecnica e ha tanta pazienza con me: a volte ragione per schemi e tendo a ripetere schemi che non sempre sono adatti in una determinata situazione, ma lui continua ad avere fiducia in me cerca di migliorarmi. Non pensavo di poter trovare una persona così competente e così bella umanamente. Ecco, io credo che in questa squadra sia stata fatta tanta “selezione umana” e i risultati si vedono in tante cose, come ad esempio nel poter parlare a cuore aperto dopo una sconfitta: senza puntare il dito, ma confrontandosi e collaborando per rimettersi subito in piedi. C’è tanto ascolto ed io sono onorata di poter lavorare con questa società: se non mi mandano via loro, io non me ne vado più”.

Tutte insieme, più unite di prima cercando di ritrovare subito lo smalto perso contro il Pero.
“Non so bene cosa sia successo, siamo entrate in campo già nervose e aver incassato gol dopo 20” ha fatto il resto: il black out è durato fino al 4-1, mentre la quinta rete è finita alle mie spalle, dopo essere subentrata a Silvia. Se a Cagliari contro il Cus ero nella mia bolla e ho fatto dei passi indietro, domenica sono entrata in un momento difficile e – tutto sommato – ho parato due tiri sue tre. Voglio recuperare”.
Tutta la squadra vuole farlo, e si è visto sin dal primo allenamento della settimana che porterà alla gara con la Polisportiva 1980.
“Girone nuovo, nuova vita. Vogliamo iniziare il ritorno con un altro atteggiamento: qualsiasi sarà il risultato, ci interessa stare bene in campo e giocare come sappiamo. Grinta, forza, intelligenza: quelle caratteristiche che ci appartengono ma non abbiamo dimostrato nell’ultimo turno, verranno fuori. Da questo sport ci rialzeremo ancora più motivate e sarà un problema per gli altri: il nostro obiettivo, ora, è rimanere in alto in classifica e sono fiduciosa che possiamo riuscirci”.

Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

To Top