Il Falconara è Campione d’Europa, portando a casa il grande slam dell’anno solare 2022 nella manifestazione-pilota per quella che, si spera a breve, possa diventare a tutti gli effetti la Uefa Futsal Champions League femminile. I tempi sono ampiamente maturi, come ha dimostrato lo spettacolo di Città di Falconara-Benfica.
Una partita dai ritmi pazzeschi, che si è fatta preferire a tante gare del maschile, dove c’è stata un’elettricità clamorosa, dentro e fuori dal rettangolo di gioco.
A bordocampo si notano tante cose che le telecamere non inquadrano, che solo se stai a pochi metri dai protagonisti dello show puoi notare. Al PalaBadiali, per chi deve raccontare cosa accade sulle panchine e non solo, si condivide un pezzettino di gradinata, insieme a fotografe appassionate e che scattano in continuazione alla ricerca della foto perfetta.
Il riscaldamento è stato carico di tensione, dove Falconara e Benfica non hanno mai guardato cosa facevano le avversarie. È sinonimo di concentrazione massima, di focus clinico su quello che devi fare tu, senza distrazioni di sorta. Max Neri, stranamente, rimane in tuta, non si mette elegante come da sua tradizione quando si va in diretta su Sky.
Un segnale di come anche lui fosse carico a pallettoni e non volesse essere imbrigliato nella giacca e nel modo della cravatta. La sentiva parecchio, forse come non mai, perché per passare dalla leggenda all’immortalità c’era ancora uno step da fare. Difficile, complicato, con un blasone enorme in campo internazionale come quello del Benfica. Voleva stare agile e comodo. Ha avuto ragione anche su questo.
Mentre tornavano negli spogliatoi, si incrociano delle giocatrici. Nessun urlo, nessuna parola canonica, ma solo pupille spalancate che sembravano voler uscire dalle calotte oculari. Si chiama tensione, si chiama voglia di vincere e in quelli di Rafa Pato Dal’Maz ed Erika Ferrara si vedeva candidamente cosa gli passava per la testa. Più glaciali Isa Pereira, Taty, Angelica Dibiase e Taina Santos. Emozionati quelli di Sofia Luciani. Carichi a pallettoni quelli di “Bimba” Praticò e Anthea Polloni, tesissimi quelli dello staff tecnico, sfingeschi quelli di Neri.
In casa Benfica, invece, l’uscita dal campo è stata fredda, quasi militarizzata nell’atteggiamento. Indizi di una sicurezza solo paventata, perché la tensione c’era anche per loro.
In cuffia parte il countdown. “3… 2… 1… IN ONDA!”. Siamo in diretta, sale l’adrenalina anche a noi che raccontiamo il futsal con passione smisurata. Inni nazionali e poi calcio d’inizio. Il PalaBadiali è una bolgia clamorosa.
Si opta per una postazione fissa per il bordocampo, battezzando la panchina di sinistra. Nel primo tempo c’è un vulcanico Alex Pinto, che è nervoso come se gli avessero appena notificato una cartella esattoriale. E il suo nervosismo si trasmette alle ragazze in campo, che non accettano nulla di quello che fischiano gli arbitri. Vanno avanti loro, con il gol di Janice, la loro panchina esplode insieme ai loro cinque tifosi.
Pinto esulta invita le sue a non mollare. Pato rimette le cose a posto per il Falconara. 1-1 e iniziano le proteste mentre il Badiali diventa assordante, tanto è vero che si devono alzare i livelli in auricolare per tenere il contatto con la postazione commento. Taty fa 2-1, non si capisce più nulla, Janice pareggia e poi arriva il 3-2 di Nathalia Rozo. Tutto bello, ma c’è una partita dentro la partita, che è quella di Fifò contro la sua ex squadra.
La portoghese, che lo scorso anno non ha mai lesinato critiche all’Italia, al suo movimento e anche altro, sente la partita come nessun’altra in maglia rossa. E inizia a ingaggiare duelli con tutte. Inizia con Pato e Taina, due che non hanno minimamente paura, poi si becca con Erika Ferrara che è brava a trattenere qualcosa di extra che le bolle nella vena.
Fine primo tempo, 3-2.
Riprende la gara, accanto a me c’è Neri che parla più del solito, dà indicazioni precise e dosa i cambi. Dietro di lui, uno staff tecnico allargato perché ogni giocatrice che esce, da indicazioni e incoraggia le compagne. Team work totale.
Dall’altro lato continuano le turbolenze di Alex Pinto e della team manager, che praticamente invadono sempre il campo. Fifò è incarognita come non mai, il Benfica non segna. Vince Falconara, ma succede che le portoghesi se la vanno a prendere con la quaterna arbitrale, con Fifò – ancora con la maglia di portiere di movimento addosso – che si scaglia contro il primo direttore di gara. Scena bruttissima, che non rende onore alla storia del Benfica. Parlano costantemente di “furto”: ma dove? Continuano a sbraitare senza motivo, mentre accanto a me, Max Neri piange in ginocchio, esultando come mai gli abbiamo visto fare. Arriva l’abbraccio del suo staff, scorrono fiumi di lacrime di gioia da parte di tutti. Poco ci manca che Erika Ferrara faccia commuovere anche me durante l’intervista.
Si chiude la diretta, scatta la seconda parte della festa, Falconara è sul tetto d’Europa dimostrando che facendo le cose con calma e programmazione, si può diventare le più forti di tutte.
Pietro Mazzara
Foto: Paola Libralato (Divisione Calcio a 5)
