Futsal

Accademia Calcio Bergamo, il motto Nada El Janati: “Dare sempre il 100%”

Nada

Dal calcio a 7 con l’Isola Calcio Bergamasca al calcio a 5 col rosanero: il filo conduttore rimane il pallone per Nada El Janati, che – come il fratello minore – ha ereditato dal papà questa profonda passione.
“Entrambi i miei genitori, in verità, mi hanno spinta a giocare. Prima facevo pallavolo, ma dopo un infortunio alla caviglia, non ho più osato fare sport. Un giorno, ho accompagnato la mamma all’allenamento di mio fratello ed è stata lei a notare una squadra femminile. Ho provato e non ho più smesso”.
La famiglia è originaria di Fez (Marocco Nordorientale), città che Nada – nata e cresciuta in Italia – ha visto più volte, senza riuscire a saziare gli occhi.
“E’ bellissima, spero di poterci tornare presto. Qui sto molto bene, ma lì mi sento parte di una grande comunità. Per mia scelta conservo tanto delle radici marocchine, ad esempio osservo il ramadan: per un mese, da marzo e aprile, berrò e mangerò soltanto dopo il tramonto. Non mi pesa assolutamente, è parte della mia cultura e la rispetto”.

In lingua madre, Nada vuol dire “brezza del mattino” ed è con la stessa leggera freschezza che il pivot classe 2003 – studentessa di produzione audio-video – è entrata nella grande famiglia dell’Accademia Calcio Bergamo.
“Mi sono sentita subito accolta, sono tutti molto disponibili con me. Le difficoltà ci sono quando parliamo di schemi – sorride – perché ogni tanto riaffiorano i movimenti del calcio a 7, ma sono convinta che sia solo questione di tempo”.

E il tempo è tutto dalla parte delle rosanero, che dovranno utilizzarlo a meglio per affrontare la ricca mole di impegni alle porte: ora c’è il Bresso, poi la Supercoppa e – dal 14 gennaio in poi – via anche al campionato nazionale Under 19.
“Punteremo tanto sulla grinta che abbiamo ritrovato contro il Cus Milano (vittoria per 4-1, n.d.c.) e che a volte è venuta a mancare: anche se in formazione rimaneggiata, mi è sembrato di rivedere la scintilla delle prime partite. Ognuna ha dato qualcosa in più ed è questo che dobbiamo continuare a fare, indipendentemente dall’avversaria o dalla competizione. Più che alla Supercoppa in sé, ad esempio, penso a come poter migliorare in fretta per non restare indietro rispetto al livello delle altre compagne più esperte e per poter aiutare la squadra. Per il campionato Under 19 è ancora presto. Certamente siamo in un girone tosto, ma il ragionamento è sempre lo stesso: chiunque ci sia dall’altra parte, bisogna dare tutto”.

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