Serie B

Infinity Futsal Academy, Daniela Turra: “Peccato aver scoperto tardi il calcio a 5”

Turra

Primo stop sull’isola per l’Infinity Futsal Academy che perde la gara con il Cus Cagliari (in cui va a segno solo Tomat), ma non la vetta della classifica. Nulla di grave, questo è sicuro. Proprio per questo capitan Daniela Turra non esita a tornare sul match con grande schiettezza.
“Dare la colpa al viaggio sarebbe un alibi troppo comodo. Le nostre avversarie hanno fatto un’ottima partita, dimostrando di essere una squadra fisica e compatta, che – a differenza nostra – ha concretizzato quasi tutte le azioni da goal. Ora guardiamo avanti e pensiamo al Bagnolo: in casa nostra dobbiamo tornare a fare il nostro gioco e non dobbiamo avere paura di nessuno, senza però dimenticare che siamo una neopromossa che ha ancora tanto da imparare”.

E quando serve esperienza, il primo nome che viene in mente è proprio quello di Daniela: due campionati vinti in Serie A, oltre ad una Coppa Italia e due Supercoppe nel calcio, poi il passaggio al calcio a 5, capitato un po’ per caso.
“Non è stata una vera e propria decisione – spiega -, anche perché ero ferma già da tre anni. Poi mi è arrivata una telefonata per andare a giocare in amatoriale, quell’amatoriale si è successivamente trasformato in una serie C e così via. Peccato aver scoperto tardi questo sport. Come mi trovo nelle vesti da capitano? La domanda giusta da fare – ride – sarebbe come si trovano le ragazze ad avere un capitano come me. Scherzi a parte, per me è un grande onore, è responsabilità, è dare sempre il buon esempio. Per fortuna tutti questi compiti sono facilitati dalle mie compagne, un gran bel gruppo, formato da diverse personalità forti, che a turno tirano il gruppo nella giusta direzione. Dove possiamo arrivare ce lo dirà il tempo, intanto pensiamo a fare i punti salvezza e poi vedremo”.

Wikipedia dice che ha iniziato a giocare nel ‘91 col Vittorio Veneto, gli anni ufficiali di carriera nel femminile sono dunque 31.
“Questo calcolo non l’avevo fatto, anche perché – in verità – ho iniziato a 7 anni con i maschi. Giocare è l’unica cosa che so fare, non vedo il mio futuro senza calcio. E rifarei tutto, sì, ma sarebbe bello rifarlo con testa e mentalità che ho adesso, sicuramente avrei fatto qualcosa in più – sorride -. Alle giovani che si avvicinano ora al calcio a 5, consiglio di essere sempre umili, non bisogna avere l’arroganza di pensare di sapere già tutto. Al contrario, bisogna avere sempre la fame di imparare cose nuove. Mai fermarsi, mai arrendersi”.

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