Serie A

Bianca Castagnaro: “Bitonto la squadra giusta per lottare al vertice”

Castagnaro

Tutto come si aspettava, e forse anche meglio. Tra Bianca Castagnaro e il Bitonto è nata subito una grande intesa, merito anche del fatto che – in quanto a calore, accoglienza e costumi – la città pugliese ha tanto in comune col Paranà, stato del Brasile in cui il portierone ha trascorso l’ultima stagione e mezza a difesa della porta dello Stein Cascavel.
Ora ci sono i colori neroverdi e un campionato che conosce alla perfezione, dal quale spera di poter finalmente ottenere il massimo.
“Sono venuta per la prima volta in Italia nel 2016/2017, ma non ho mai lottato per un titolo davvero importante. Avere attorno un gruppo così forte è uno dei motivi che mi ha convinta a dire sì alla proposta del presidente Intini: questa è la squadra giusta per provarci”.

Terzo posto con ampio margine di miglioramento, conquistato proprio nel derby esterno con lo Statte.
“Abbiamo segnato su punizione, ma poi – anche a causa della bella prestazione di Margarito – il punteggio è rimasto in bilico, creando un po’ di tensione: sentivamo che se avessero pareggiato, non sarebbe stato molto giusto per quanto stavamo creando, ma dall’altra parte non siamo riuscite a fare altri gol. Alla fine, la vittoria è arrivata lo stesso e questa era l’unica cosa che ci interessava”.
Esattamente come sarà nel prossimo match col Pelletterie.
“Non giochiamo al PalaPansini, ma so che i tifosi arriveranno in massa e faranno di tutto per farci sentire a casa. Vederli sugli spalti, con tutto quel calore, dà sempre qualcosa in più. È una bella sensazione alla quale non ci si abitua mai, anche se in Brasile c’è tanto seguito per il futsal femminile. A dispetto della classifica – continua Bianca – domenica non sarà facile perché il Pelletterie si chiude dietro e gioca di ripartenza: dobbiamo lavorare su questo e fare tutto quel che possiamo per prendere tre punti importanti”.

Non distogliere gli occhi dall’obiettivo è la regola fondamentale per qualsiasi portiere.
“Ma al primo posto io metto sempre la passione, quel fuoco che ho sentito dentro la prima volta che mi sono ritrovata tra i pali. Hai presente l’amore a prima vista? Per me è stato questo, un colpo di fulmine. Forse è anche una questione caratteriale: i portieri sono probabilmente più introversi, perché nel loro ruolo sono solitari. Sono soli a tu per tu con l’avversario quando devono impedirgli di segnare, ma sono soli anche quando la propria squadra segna: una volta in Brasile ho fatto 30 metri di campo per abbracciare le mie compagne dopo un gol allo scadere, ma – ride di giusto – quando sono arrivata, erano già tutte rientrate a festeggiare nello spogliatoio. Scherzi a parte, lo ripeto: questo compito richiede tanta, tantissima passione”.
E dove c’è tanto impegno, dovrebbe esserci anche il giusto riconoscimento da parte delle istituzioni.
“L’ultimo Mondiale non ufficiale che ho disputato è stato in Guatemala nel 2015, è triste pensare che dopo 7 anni la situazione non sia cambiata. Ci alleniamo e lavoriamo sodo, proprio come fanno i nostri colleghi maschi, allora – chiude Castagnaro – perché la FIFA non ci vede?”

 

 

 

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