Col Circolo Bresso finisce in parità, ma per Valentina Morosini vale come una vittoria. Sia per la prestazione personale che per quella collettiva, che prosegue sulla via di un miglioramento che procede alla velocità della luce. Il merito? La laterale indica subito un nome che è ormai inflazionatissimo all’interno del gruppo.
“Mister Caimmi, senza dubbio. Perché ci ha aperto un mondo dal punto di vista tecnico e tattico: probabilmente avremmo meritato anche di più, ma alla fine sono molto felice anche perché ho giocato bene e ho reso felice il mio papà”.
Giulio Morosini, ora dirigente rosanero, si è innamorato dell’Accademia Calcio Bergamo ancor prima della figlia.
“Ho sempre praticato tutti gli sport a parte il calcio – ci racconta la 17enne – ma quando ho voluto provare, lui ha fatto di tutto per realizzare il mio desiderio. Lui ha trovato l’Accademia e faceva mezz’ora di strada per accompagnarmi ad ogni allenamento, poi aspettava fuori dal campo e nel frattempo faceva amicizia con gli altri genitori. Nel viaggio verso casa, mi diceva sempre che quell’ambiente lo aveva fatto ringiovanire – sorride -. Io ho un carattere diverso, sono molto timida e faccio fatica ad integrarmi. Paradossalmente, mio padre ha parlato con le ragazze prima di me, ma ora siamo entrambi legatissimi al club: lui continua ad essere un punto di riferimento anche per le mie compagne ed io mi sento finalmente una parte fondamentale di questa squadra”.
Un anno di gavetta, prima del lancio definitivo sia in prima squadra che con l’Under 19, due categorie diverse che opporranno l’Accademia alla stessa avversaria – la Solarity – nel giro di pochi giorni.
“Se l’anno scorso ho trascorso tanto tempo in tribuna o in panchina, ora ho la giusta fiducia per dare tutto e farmi valere. Il prossimo impegno? Un pizzico d’ansia c’è sempre, ma è molto più forte la voglia di scendere in campo. Un turno alla volta, però: prima penseremo al campionato, cercando di non scoprire tutte le carte in tavola, e poi ci concentreremo sulla Coppa, competizione nella quale siamo campionesse in carica”.
La strada per ripetersi parte da lontano, ma Morosini non ha fretta.
“Tra vittoria della Supercoppa e coccarda è successo tanto in pochissimo tempo, per cui ora penso solo a giocare il più possibile per una squadra che non è mai stata unita come quest’anno. Ringrazio ancora mio padre che vive quest’esperienza insieme a me, mia madre, il presidente Luca Gatti e le mie compagne di squadra: quando entro nello spogliatoio mi sento a casa; anche se ho avuto una giornata storta, so che con loro ci scapperà sempre un sorriso”.