Ci sono due forme di arte nella vita di Anna Valente: la prima è quella che esercita come orafa – forgiando gioielli come anelli e bracciali – e l’altra è quella che esprime in campo, sostituendo dribbling e gol, a frese e pinze. Comunque sia arte, per l’appunto. E non è da tutti riuscirci così bene ad appena 21 anni, tanto meno in Serie A.
L’Audace Verona ci ha scommesso, ma la puntata è sicura: Anna spicca al parco quando gioca, piccolissima tra amici, così come spicca tra i ragazzi. Una scuola formativa di grandissima importanza, quella maschile, che la tempra caratterialmente fino ai 15 anni, vissuti tra calcio a 11 e calcio a 5. Più tardi, quando avrà scelto unicamente il futsal – “perché si corre di più” – ci sarà la Dream Five Dueville, poi un biennio con l’Italgirls Breganze, Thiene in A2 e la Vip, sempre nel nazionale, fino al raggiungimento della massima serie che per la prima volta si trova a disputare in rossonero. Qui la promessa è pronta a diventare realtà.
“Sapere che la società si fida di me è sì una forma di pressione emotiva, ma è soprattutto uno stimolo importante a fare sempre di più. Gigi Zanetti ha creduto tanto in me l’anno scorso e lo stesso facendo ora, dandomi anche più spazio di quel che avrei immaginato. È una stagione nuova e non sarà facile, ma ho al mio fianco compagne con tanta esperienza che mi stanno insegnando tanto: Bisognin – ad esempio – con me anche al Vip, poi De Angelis e Pomposelli. Arianna in Nazionale? Mi è piaciuta tanto, ha dimostrato quanto ha dato e quanto ancora potrà dare”.
Anche Anna ha vestito la maglia azzurra durante un raduno. “E spero un giorno di poterlo fare di nuovo. Ora lavoro 8 ore al giorno e gioco a futsal, organizzarmi non è facile. Ma tutto si può fare quando c’è passione e io – sorride – credo proprio che tra 10 anni sarò ancora una calcettista”.
Stesso trasporto per la famiglia Valente, che non manca mai un appuntamento sportivo che riguardi Anna.
“Mamma, papà, fratelli, i miei due nipotini e nonna Angelina sono presenze fisse in tribuna, mia nonna ha addirittura scelto il numero che indosso: il 7. Se gioco in casa, commentiamo insieme la partita quando suona la sirena, altrimenti è la prima persona che chiamo quando rientro nello spogliatoio”.
Della prestazione contro la Futsal Irpinia parleranno al telefono, sperando che le parole siano belle come quelle che si sono dette dopo il secondo successo consecutivo con la Vis Fondi.
“Stiamo preparando molto bene la partita perché il loro gioco è molto simile al nostro, chiuderanno gli spazi e ce la giocheremo sul filo dell’equilibrio. Spero che alla fine il risultato possa premiarci ancora, non solo per l’Audace ma – sorride Valente – anche per la mia prima tifosa: nonna Angelina, naturalmente”.
Foto: Federica Arca (Audace Wave)
