Serie B

Alice Minuzzo, esordio con l’Infinity: “Tanta emozione, ma è bello così”

Alice Minuzzo

Motivi lavorativi non le hanno permesso di viversi la Serie A conquistata con la Vip, ma Alice Minuzzo – com’era comprensibile che fosse – ha immediatamente trovato un’altra famiglia pronta ad accoglierla: quella dell’Infinity Futsal Academy. La calcettista classe ’96 ripartirà quindi dalla A2, il che non vuol affatto dire meno stimoli, bensì rinnovati stimoli.
“Nonostante la dirigenza neroarancio mi avesse proposto di restare, a malincuore ho dovuto dire no. Essendo educatrice in una comunità per minori – tra turni di notte, infrasettimanali e week end di reperibilità – sarebbe stato troppo difficile garantire la mia presenza, ma stavo molto bene lì ed è stata questa l’unica ragione per cui sono andata via. Nel frattempo – ci spiega – è arrivata la chiamata dell’Infinity e non ci ho pensato troppo su: l’impegno è più gestibile e poi ho trovato un gruppo super affiatato, fattore determinante nella mia scelta rispetto ad altre offerte”.

Così mister Carluccio si è ritrovata ad avere a disposizione uno dei talenti più cristallini delle ultime stagioni. Qualche numero? 35 reti segnate in C con l’Italgirls Breganze nella stagione interrotta anzitempo dal Covid, 18 in quella successiva in A2 con le Vip.
“Più che al mio istinto personale, attribuisco i gol alla capacità della squadra di mettermi nelle condizioni di segnare. Arrivavo sotto porta bene a livello fisico e fresca mentalmente e poi c’è sempre l’elemento fiducia: più segni, più ne acquisisci, meglio rendi. Eppure – sottolinea Minuzzo con umiltà – l’anno che maggiormente mi ha formata è stato proprio quest’ultimo in cui sostanzialmente mi sono vista poco. Con molta gente forte intorno, ho avuto meno spazio, ma la crescita a livello personale è stata grande perché sono riuscita ad adattarmi ai cambiamenti e ho superato le difficoltà che si sono presentate: magari pochi minuti in campo, ma tutti meritati. Perciò il mio bilancio è positivo, a prescindere dalle statistiche”.

Cambiamento che diventa sempre un’opportunità per Minuzzo. Come quando da promessa del basket, si è reinventata certezza nel futsal.
“Il passaggio non è stato complesso in realtà: mi era rimasto il pallino della sfera tra i piedi, piuttosto che tra le mani, ed ho provato. I moduli di gioco – soprattutto quelli difensivi – sono simili per cui li ho assimilati facilmente, l’unica difficoltà è stata apprendere i fondamentali di uno nuovo sport a 19 anni compiuti. Il calcio – sorride – era sempre stato il gioco da fare in giardino con papà, sinceramente non avrei pensato di praticarlo anche sul parquet. Solo papà l’immaginava. Un giorno mi ha detto: “Calciavi troppo bene per giocare a basket”. La mia famiglia mi ha sempre sostenuta in tutto, ma restando un passo indietro e lasciandomi libera di fare le mie scelte”.

E difficilmente Alice le ha sbagliate, anzi.
“All’Infinity si sta molto bene – conferma. – Tutte le sensazioni positive che avevo sono state confermate da giocatrici e staff e siamo pronte per l’esordio con la Polisportiva 1980, sia dal punto di vista fisico che da quello di armonia dello spogliatoio, cosa mai scontata perché entrare in una squadra già formata richiede sforzi da entrambe le parti. L’emozione è tanta, ma è bello così: partiamo tutti dalla stessa linea e non c’è niente di scritto. La prima fa sempre storia a sé.”

 

 

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