Serie A

Sara Iturriaga nuovo capitano della Rovigo Orange: “Felice di rappresentare questo club”

Iturriaga

“Si dice cara o croce, vero?”
“Testa o croce, Itu”.
Eccola qui, Sara Iturriaga, che familiarizza con il suo nuovo ruolo. Dalla (neanche troppo vaga) idea di lasciar perdere il futsal ad indossare la fascia di capitano, il passo è stato breve per lei, che inizia il suo quarto anno con un accessorio che su di lei è quasi superfluo. Perché leader si nasce, e Itu – modestamente – lo nacque. Sarà dunque lei il simbolo della Rovigo Orange, un’ufficialità che va ad aggiungersi a quel che della numero 4, per carisma, abbiamo sempre pensato e che in sostanza non cambierà granché.
“Io avrei evitato perché mi sembra di fare tutto meglio, quando sono nascosta – scherza la giocatrice – ma allo stesso tempo sono felice di rappresentare questa società, con il supporto dei vice Da Rocha e Costa. Aiutare le mie compagne o la società per quel che è possibile è qualcosa che mi è sempre venuto naturale. Forse ora cambia la mia immagine dall’esterno, ma io rimango la stessa che ha sempre voluto il massimo per questo club. Alla fine dello scorso anno, avevo una parola ben chiara in testa: basta. Era un momento perfetto, perché venivo da una bella stagione e avrei chiuso la carriera in una squadra in cui mi sento a casa. Ma poi mi hanno chiesto di aspettare e, quando ci sono state le condizioni per continuare, l’ho fatto principalmente per le persone che compongono la Rovigo Orange”.

Cosa ci sarà di diverso rispetto al Granzette? “C’è più freschezza. Probabilmente chi è andato via era un po’ stanco, mentre gli innesti sono arrivati con tanta voglia di mettersi in gioco e hanno avuto un’evoluzione rapida e sorprendente. Mi piace lo stile di Marcio Santos: è spagnolo per quanto riguarda la tattica e gli allenamenti, ma non perde la parte brasiliana di creatività in attacco. Chiede qualità, più che quantità. Studia ogni situazione di gioco, è paziente rispetto ai frutti che darà il suo lavoro con noi e ci aiuta con quelli che io chiamo “segreti”, cioè piccoli dettagli per essere più furbi in campo”.
E il momento migliore per metterli in pratica sarà senz’altro la prima di campionato, in occasione del derby veneto contro il neo-promosso Vip Tombolo, il prossimo 18 settembre tra le mura amiche.
“La vedo dura soprattutto per la presenza di Fernandez e Troiano, due giocatrici anarchiche, che posso spaccare le partite in qualsiasi istante. E se non sei concentrato, questo è sicuramente un problema. Noi abbiamo un grande potenziale, ma non abbiamo avuto abbastanza tempo per esprimerlo tutto. Tra poco saremo una squadra più pronta, la pausa che ci sarà a breve ci darà modo di lavorare in modo più approfondito e di fare un buon cammino. Che obiettivi mi pongo? Ci sono squadre che non conosciamo, altre che sono cambiate e altre ancora che sono tornate in A, come il Pelletterie. Impossibile fare paragoni col passato. So che non dipende solo da noi, ma io punto ad una salvezza tranquilla”.

Iturriaga

Piedi ben piantati a terra per il suo primo anno da capitano in Italia.
“La sto vivendo come un’esperienza che mi insegnerà a lavorare ancora di più sulla mia pazienza, l’ultimo passo verso la maturità completa come giocatrice. Prima avevo modi più istintivi, poi ho cercato di migliorare fino al punto che oggi ho la fascia al braccio. Di solito – continua Itu – il capitano è una persona equilibrata e pacata e questo è proprio ciò che desidero per me: proverò a fare arrivare diversi messaggi nel modo più giusto, a seconda della persona che ho davanti. Sarebbe un bel risultato per me”.
Ma che sia già un perfetto leader è chiaro dalle parole in chiusura.
“Vorrei salutare le mie ex compagne e ringraziarle per essere state con noi e per avermi fatta diventare una spagnola di Rovigo – sorride. – E poi vorrei dire ad Andreasi che ieri è venuta a vedere l’allenamento con mezz’ora di ritardo: dovrebbe essere più puntuale, perché io l’aspetto sempre”.

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