Serie B

PLAYOFF SERIE A2 – Michela Muzi: “Mai divertita tanto come col Progetto Futsal”

Michela Muzi

Dalla Serie C al sogno della Serie A con la maglia del Progetto Futsal, quella che le ha ridato entusiasmo e che le ha fatto davvero capire quanto amore nutra verso questo sport. Per Michela Muzi sarà un playoff speciale: non per quello che potrebbe valere, ma per le persone con le quali lo condivide, partendo proprio da mister David Calabria.
“Che ci fai qui?”, le chiede dopo averla vista in campo in una gara del regionale. “Dammi un po’ di tempo e ti porto con me”. Ogni promessa è debito e – ottenuta la promozione dalla Serie D – Calabria non si fa attendere.

“Mi ha convinta, per fortuna. È uno dei migliori mister mai avuti, è un motivatore ed una persona incredibile. L’unico neo di quella prima stagione è stata l’uscita al primo turno in Coppa: io giocavo con la febbre a 39 e c’erano altre defezioni, ma per il resto è stato tutto indimenticabile e abbiamo mantenuto lo stesso spirito l’anno successivo, in A2”.
Da neo-promossa, l’obiettivo è la salvezza. Ed è obiettivamente difficile pensare ad altro, considerata la lunga serie di infortuni.
“Eravamo al punto che ci chiedevamo: “a chi tocca oggi?”, ma non abbiamo mai perso il sorriso. Pensa che una volta raggiunta la permanenza in A2, ci siamo presentate all’allenamento successivo con costume, infradito e teli da mare – ride. – Anche Calabria è stato allo scherzo, ma il minuto dopo ci ha ordinato di rimettere calzini e scarpini. Dovevamo andare ai playoff”.

E punto dopo punto, anche se sembrava impossibile, il Progetto Futsal ci riesce davvero, sfiorando il passaggio di turno contro l’Arzachena. Un anno (e parecchi infortuni) dopo, è ancora quello il destino: playoff contro una squadra sarda, questa volta la Jasnagora, per riscrivere una storia interrotta sul più bello.
“Sono state proprio le difficoltà a temprarci. Quando Marzia Chimenti si è fatta male al ginocchio – senza nulla togliere ad Eleonora Perugi, che si è comportata benissimo tra i pali – abbiamo capito che avremmo dovuto davvero rimboccarci le maniche, perché lei è un’istituzione di questa squadra. C’è stato proprio uno switch: sapevamo di dover fare di più anche per lei. Il mister ha scritto su un foglio tutte le partite mancanti e il risultato che avremmo ottenuto, che era poi quello che ci serviva per andare avanti. Non ne ha sbagliato uno. A volte lo guardo e spero che mi dia qualche numero al Superenalotto… La verità è che è stato sì un mago, ma nel metterci in campo ognuna nel miglior modo possibile”.

E si vede anche contro la Mediterranea, nel primo turno dei playoff.
“Da una parte c’è la spensieratezza del pre-partita e le nostri immancabili canzoni nello spogliatoio, dall’altra la serietà della gara, quei minuti in cui diventiamo macchine da guerra. Sul gol di Milia ho capito che non avremmo mai potuto perdere e al fischio è scattato un abbraccio bellissimo. Cosa ci ha detto il mister prima del turno successivo con la Jasna? Di fare in modo di poterci abbracciare di nuovo in quel modo. È successo davvero, ma questa volta abbiamo coinvolto anche lui. Vinciamo perché amiamo questo sport, perché ci piace tutto quel che facciamo e si riflette in campo. Ci permette di andare oltre. Ad esempio – racconta ancora Muzi – contro la Jasna ho sbagliato un rigore, ma il mister si è avvicinato e mi ha detto che alla avrei fatto due gol. Al primo l’ho guardato. Mi ha detto: “Te ne manca ancora uno”.

Puntualmente realizzato.
“Gli altri sono stati di Agostino: avrei dovuto calciare io il sesto fallo, ma le ho consegnato un pallone che pesava tantissimo, dicendole che doveva farlo lei, perché da lì avrebbe segnato. Era un tiro libero quasi dal limite. Dalla panchina urlavano “piazzala” e lei capiva “passala”. Una scena da comiche per il resto del mondo, una scena all’ordine del giorno per me. Sul nostro conto ne sento tante, ma io vedo che chi entra in questo spogliatoio, fa di tutto per rimanerci il più a lungo possibile”.
Ed è con questa serenità, che il Progetto Futsal si presenta a Salso.
“Quel che sarà, sarà. Noi continueremo a cantare prima di ogni gara e a divertirci in campo, come non ricordo di aver mai fatto prima. La Serie A? Impegnativa, ma una cosa è certa: dove sarà il Progetto, lì sarò io”.

Foto: Alessandro Cappellacci

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