Serie A

Granzette, Verza: “Stagione con risultati altissimi, ma ora c’è un bivio”

Alfredo Verza

Ancora corsa, sudore e gol per l’ultima volta della stagione agonistica chiusa dalla classica amichevole tra staff e atlete. È sul campo che il Granzette ha deciso di salutare una stagione meravigliosa, quella della definitiva affermazione, quella della maturità.
“Siamo partiti con difficoltà enormi – racconta il presidente Alfredo Verza – con avvicendamenti a livello societario, in panchina e con il famoso mercato che ha occupato gran parte dell’estate. Chiara Bassi e Sara Sinigaglia hanno svolto un ottimo lavoro e poi è iniziato il bello: aver battuto il Tiki Taka alla prima in casa ci ha dato benzina per un mese. Siamo andati avanti con una rosa finalmente al completo e con l’impegno che ci ha sempre contraddistinti”.

A testa alta fino ai quarti, passando sempre per la zona altra della classifica, ben lontani dagli affanni della salvezza.
“Mi ero fatto delle aspettative, più da tifoso che da presidente – confessa – ma non avrei mai pensato a risultati così clamorosamente alti, come ad esempio il raggiungimento della Final Eight da testa di serie: ci sarebbe piaciuto giocarcela meglio di come avete visto. Purtroppo, non siamo stati fortunati nei momenti topici, ma quest’anno ci ha dato tanto. Contro il Pescara, in casa nostra, abbiamo fatto una partita straordinaria: loro hanno Sestari che tra i pali fa la differenza e non c’è stato niente da fare. Giusto, comunque, che siano andati avanti: sono più forti e ora andranno a sfidare la Lazio in una semifinale alla pari”.

Per il Granzette, invece, sono già ripartiti i lavori per la prossima stagione, ma la società è davanti ad un bivio non da poco.
“Ci siamo presi 15 giorni per capire se ci saranno le condizioni per condurre il tipo di campionato che ci interessa. Arrivati a questo punto, le scelte sono due: o punti al 5°/6° posto, e per farlo devi guardare nelle profumerie di marca – sorride Verza – o rischiamo di chiudere baracca. Non è solo un’ipotesi. Già nel corso di questi mesi sono stati fatti investimenti importanti, ma ora serve uno sforzo in più per finanziare il miglioramento della classifica. Sono nodi da sciogliere con la massima prudenza, perché per noi è sempre stato fondamentale chiudere con un bilancio sano. Le promesse fatte ad agosto, vengono mantenute fino a giugno. Questo ha un costo, certo, ma umanamente ci dà una soddisfazione che non ha prezzo”.

“Le mie donne”, è così che chiama le neroarancio, con un tono che restituisce a chi ascolta rispetto e protezione.
“E pensare che non ho mai giocato e non mi sono mai interessato di sport per tanti anni. Come sono partito nel futsal? Io abito proprio a Granzette, un paese di 2000 abitanti attaccato a Rovigo, dove c’era la Polisportiva Marzana Granzette, nata nel 1969. Nel 2004, il loro presidente molla tutto. Un giorno ero a casa e guardavo il campo da calcio lì vicino. Ormai era trasandato, l’erba era altissima e mi sono detto: “Tocca a me”. Una sorta di missione, sentivo di dover far qualcosa. Così ho portato con me 4-5 ragazzi validissimi e ci siamo rimboccati le maniche: c’era chi era interessato al Calcio a 11 (non tutti sanno che il Granzette ha anche una squadra maschile in Prima Categoria, n.d.c.) e chi, come Andrea Paron, era interessato al femminile. Siamo partiti dalla UISP, poi siamo passati in Serie D e via dicendo, fino all’A2: io ho sempre assecondato qualsiasi tipo di iniziativa e, quando è arrivata la promozione, non mi sono certamente tirato indietro”.

Sempre più in alto, sempre insieme.
“Devo ringraziare tutta la Polisportiva, ma il professionismo del femminile mi ha fatto crescere tantissimo. Mi ha aiutato, mi ha dato gioie e anche delusioni, ma è lì che costruisci. Ancora oggi, apprendo e mi diverto. E poi c’è Chiara Bassi che è la numero uno. Lei ha portato la squadra in A e lei ha fatto un passo indietro, senza che nessuno glielo chiedesse, perché il Granzette continuasse a crescere. Quanti lo avrebbero fatto al suo posto?”.
Non sappiamo quanti, ma una donna neroarancio sicuramente sì.

 

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