La psicologia dello sport è la disciplina che studia i processi cognitivi, emotivi e comportamentali connessi con le prestazioni degli atleti e delle squadre nel contesto sportivo, l’esercizio fisico e la partecipazione ad attività sportive. l’obiettivo di sviluppare e applicare tecniche che permettano di massimizzare le probabilità dell’atleta e/o della squadra di raggiungere il proprio obiettivo agonistico. Le aree principali di ricerca si focalizzano, ad esempio: sulle relazioni tra percezioni, rappresentazioni e condotte motorie; sui fattori intrapersonali, interpersonali, motivazionali e situazionali che influenzano le prestazioni individuali e di gruppo; sulle tecniche più efficaci per la preparazione mentale alla competizione; sulle caratteristiche della prestazione sportiva ottimale; sui processi di miglioramento delle convinzioni di efficacia personale e collettiva; sulla definizione degli obiettivi (goal setting); sulla relazione tra attività psicofisica e motoria e sviluppo personale e benessere psicologico ecc…
No, non è un esame universitario di psicologia sportiva, non nostro almeno. Noi si può solo essere curiosi. L’esame è stato per Anthea Polloni, esattamente nel mezzo della settimana che precede le finals scudetto under 19.
Chissà se le torneranno utili le competenze acquisite studiando questa disciplina, sicuramente le forniscono lenti nuove, forse più precise, per guardare, analizzare ed interpretare la realtà che da davanti, o nella quale è immersa. “In questo anno di under 19 – si lascia andare la numero 66 – mi sono resa conto che l’attenzione al settore giovanile è ancora molto blando a livello generale. Tolte le atlete che praticano sport da molto tempo, gran parte del movimento è composto da ragazze alle prime armi sia calcistiche quanto sportive. Troppo spesso le realtà del futsal impiegano ancora troppe poche risorse in questo senso. Sarebbe bello se, come in prima squadra, anche l’under 19 avesse figure, preparate e competenti, di supporto e completamento a quella del mister, chiamato a far praticamente tutto.
Mi piacerebbe, e auspico, un team che si dedichi alla crescita generale dell’atleta, che ne curi la tecnica certo, la tattica, ma anche lo sviluppo psico-fisico nell’ottica di una crescita globale dell’essere. Ci formerebbero così giocatrici più preparate e più coscienti di loro stesse dentro e fuori dal campo, capaci di cucirsi addosso l’abito mentale adatta ad affrontare la vita sul parquet come fuori. Ma stiamo parlando di massimi sistemi, di futuro, di “cose da grandi” lo so“.
Se l’esame di inglese di lunedì è stato letteralmente un gioco di squadra, credo che questo invece sia stato preparato e studiato con cura da Anthea. I ragionamenti che propone lo testimoniano. Ma, come dicevamo, tolti gli impegni universitari, il focus si sposta tutto sulle Finale Eight Scudetto di categoria. Le prime per Anthea, le prime per il Città di Falconara. “Sarà sicuramente una grandissima emozione, per tutte noi. Nessuno avrebbe mai immaginato, ad inizio anno, che saremmo potute arrivare così lontano, che saremmo potute crescere così tanto. Ed era facile pensarlo vedendoci: un gruppo di giovani ragazze alle prime esperienze sportive, chi più chi meno.
Mi ritengo una persona fortunata ad aver già accumulato un bagaglio importante in questo senso, così come Silvia Praticò. So bene che, oltre alla prestazione in campo, anche questo è un modo di dare il nostro contributo, condividendo le esperienze e le scelte fatte per arrivare fin qui“.
Se la qualificazione in Coppa Italia è arrivata in seconda battuta, quella alle Finals di Salsomaggiore è stata guadagnata sul campo, oltrepassando tutte le più rosee aspettative, dimostrandosi una compagine da affrontare con le dovute cautele. Ad attendere le ragazze di mister Mosca sabato sera, ci sarà di nuovo l’Accademia Calcio Bergamo, così come nei quarti di Coppa Italia. A Bisceglie le lombarde hanno avuto la meglio, arrivando poi in finale e conquistando il titolo.
A Salsomaggiore Anthea auspica una storia diversa. “Sappiamo benissimo che l’avversario è di alto livello. Ma, rispetto alla Coppa, abbiamo un’arma in più da poter utilizzare: le conosciamo. Non avevamo idea prima di che tipo di squadra fossero, di come giocassero, di come stessero in campo. Anche se abbiamo perso, le abbiamo affrontate e questa esperienza sicuramente ci tornerà utile“.
Non è solo l’esperienza in più quella che il Città di Falconara avrà. In più, rispetto alla Coppa Italia, ci sarà Polloni in porta. “La Final Eight per me è stata un’esperienza che a parole non è definibile. Un mix di emozioni difficile da replicare. Mi sono resa conto che è stata un’edizione speciale per tutti visto come è andata, ma per me è significata tanto”. Chiedetele un po’ come ci si sente a difendere i pali della prima squadra in semifinale. “Non nego che la pressione era tanta. Ma anche la voglia. Certo, una semifinale così, a freddo, da titolare, non me la immaginavo proprio.
Però lo sport sorprende sempre. E’ stato bellissimo giocarla, e sono molto felice di aver saputo sfruttare al meglio l’occasione che mi è stata concessa e di aver potuto ripagare la fiducia che tutti hanno riposto in me. Dopo i tre gol incassati ad inizio partita non nego di aver avuto pensieri poco felici. La testa ha iniziato a correre più della palla. Ho dovuto ricentrate l’attenzione, resettate tutto e fare la cosa che mi riesce meglio: giocare. Senza strapensare“.
La psicologia dello sport dicevamo. “Farò tesoro di tutto quanto vissuto e cercherò di riportarlo in campo già sabato sera. Quella è la mia occasione, da non sprecare. Quella sarà la nostra occasione per far uscire fuori tutta la determinazione che abbiamo. Forse anche questa volta in molti penseranno che la nostra corsa finirà ai quarti di finale. Forse sarà così, o forse no. Non si parte avendo già vinto, così come non si parte mai sconfitti. Si parte 0-0, e sullo zero a zero le possibilità sono uguali per tutti. Quello che dobbiamo fare noi è raggiungere Salsomaggiore, un parquet che emoziona solo ad entrarci, scendere in campo e giocare affidandoci alle indicazioni di mister Mosca. Se faremo così, se giocheremo di fiducia reciproca, allora chi lo sa, potremmo anche divertirci e regalare sorprese no?”
Massimizzare le probabilità dell’atleta e/o della squadra di raggiungere il proprio obiettivo agonistico. Considerando che nulla è impossibile, resta solo da varcare la soglia dell’Emilia Romagna Arena e giocare. Sarà comunque una stagione da ricordare.
