Tantissima paura, e poi la rinascita. L’arbitro Elena Lunardi ricorda ogni secondo di quel 19 maggio 2018, la sera in cui – in una banalissima cena – ha rischiato la vita per colpa di un boccone andato di traverso. Era al termine di Ternana-Statte, per una casualità anche le Ferelle erano nello stesso ristorante dell’arbitro, quando la situazione ha iniziato a degenerare. Elena non riusciva più a respirare per un principio di soffocamento, ma – capita subito la gravità – Pamela Presto è stata la prima ad intervenire e con una perfetta applicazione della manovra di Heimlich le ha letteralmente salvato la vita. Oggi, a mente lucida e serena, Elena torna sull’episodio da una prospettiva che mai avrebbe considerato prima di quel giorno e ringrazia il suo angelo, Pamela Presto, alla quale diciamo ancora una volta grazie anche noi.
Condividiamo questo post con l’augurio che ognuno di noi possa guardare la propria vita con occhi diversi ogni giorno, affrontandola con il coraggio di Pamela e con la gratitudine di Elena.
“Quattro anni fa pensavo di essere stata “semplicemente” salvata dalla morte: quello che non sapevo è che, in realtà, mi è stata donata di nuovo la vita. Inconsapevolmente, ho cominciato un nuovo percorso di vita, sono uscita dalla mia personale Caverna delle Idee di Platone ed ho iniziato a vedere le cose con occhi nuovi, esattamente per come sono e non per come pensavo che fossero, grazie all’illuminazione della conoscenza che solo un percorso di introspezione, pur doloroso e difficile, può regalarti.
Ed ho così ricevuto in dono la consapevolezza: di chi sono, di cosa voglio, di quali sono i miei pregi ed i miei limiti e, finalmente, mi sono messa al centro, dopo una vita passata a farmi più piccola per paura di risultare sbagliata od offuscare gli altri. Ho iniziato a dire dei no senza sentire il bisogno di dare spiegazioni e ad allontanare chiunque fosse tossico per me.
E con la consapevolezza è arrivata anche l’accettazione: ho abbracciato la mia diversità ed i miei eccessi, senza dovermi giustificare se un momento sto insultando il giocatore della mia squadra che non passa la palla al compagno meglio posizionato e quello dopo sto ascoltando la Callas con aria sognante. E ho pure fatto pace con lo specchio per cui se ogni tanto pubblico dei selfie non è per ottenere consensi, bensì perché ho scoperto un po’ di vanità che ho sempre banalmente rifuggito.
Ho ottenuto diversi risultati, però ne ho tanti ancora da realizzare, dal campo sportivo all’iscrivermi all’università per prendere la seconda laurea in filosofia, ma soprattutto raggiungere una piena affermazione lavorativa per cui a breve sono chiamata ad un importante cambio di vita.
Tuttavia ciò che più conta è che vivo il mondo con la pace di chi, nel bene e nel male, è sempre autentico, con consapevole leggerezza.
E tutto ciò grazie al mio angelo Pamela Presto”.
Foto: Divisione Calcio a 5