Si scrive L84 Women, si legge terribile matricola. Ad un anno esatto dalla sua istituzione, la squadra di mister Rocco De Felice – fresca di promozione in A2 raggiunta lo scorso 27 marzo – ha centrato anche la Final Four di Serie C. Decisiva la doppia sfida a La 10 Soccer, schiacciasassi toscana, battuta (seppur sudando parecchio) sia all’andata che al ritorno.
“Siamo partiti ponendoci tre obiettivi: Coppa regionale e campionato sono stati raggiunti, ma la Final Four era quello più importante perché ci interessava confrontarci con realtà fuori dal Piemonte – racconta entusiasta il tecnico. – Ora c’è l’ultimo ostacolo: anche se le partite vanno giocate e le avversarie sempre rispettate, credo che la nostra squadra possa essere superiore”.
OGNI PROMESSA Non si nasconde De Felice che, insieme al presidente Lorenzo Bonaria, ha fondato la “Women” della L84 con la promessa – che è ben diverso da “speranza” – di vedere le ragazze proprio lì dove sono i colleghi, ossia nella categoria regina del futsal. C’è un aneddoto al riguardo.
“Io e il presidente siamo amici da tanti anni e siamo stati anche compagni di squadra in C. Quando la società è fallita, l’ha ripresa in mano lui proprio con il nome L84, ripartendo dalla D. Era il 2011 e ci aveva promesso che in 10 anni saremmo arrivati in A, dove siamo ora? – sorride. – Il femminile non era nei piani inizialmente, ma poi tante delle ragazze che avevo già allenato alla guida della Rappresentativa Piemonte-Val d’Aosta sono venute a cercarmi perché volevano che le guidassi formando una nuova squadra e questo mi ha colpito molto. Quando ne ho parlato con Lorenzo l’ha vista come un’opportunità da cogliere al volo. Sono molto felice di aver spinto perché tutto si concretizzasse davvero”.
CUORE ROSA Oltre 200 tesserati fino all’Under 13 e un progetto da ben 21 squadre abbracciato con passione e disponibilità dal “Principino” Claudio Marchisio, ma è stato il femminile a rubare il cuore di De Felice.
“Da “iena” quando sono con l’Under 17 e Under 19, ad agnellino. Quando sono con queste ragazze, cambio completamente. Cerco di entrare nelle loro teste, di usare le parole giuste e loro sono spugne. Dopo un’ora e mezzo di allenamento, le sento chiedermi: “Ma è già finito?”. C’è qualcosa di speciale in questo mondo. Giovedì, dopo la partita in Toscana, due bimbe – Emma e Sofia – mi hanno chiesto un autografo. Non mi era mai successo, sono rimasto a bocca aperta. Volevano un gadget, ma non avevo nulla, allora mi sono tolto la maglia che indossavo e gliel’ho regalata. Quando hanno voluto una foto con me, poi, mi sono sciolto. Ho detto loro che è stato il regalo più bello che potessero farmi”.
DI PADRE IN FIGLIO Era poco più grande di loro, Simone, quando ha iniziato a giocare a futsal: parliamo del figlio del tecnico, calcettista in A proprio con la L84 a soli 18 anni e mancino scelto dal CT Bellarte per la sua Nazionale U19.
“Simone è il primo iscritto della scuola calcio del club, è stato allenato da me ed è l’unico ragazzo arrivato dalla cantera alla massima serie. Il giorno in cui ha iniziato ha espresso il desiderio di vincere lo Scudetto con questa maglia. Il nostro rapporto? Abbiamo fatto litigate pazzesche in macchina di ritorno dagli allenamenti, ma era già forte, si vedeva che questo sarebbe stato il suo sport. In campo mi chiamava papà e io neanche mi giravo. I ruoli sono ruoli. In campo sono mister, anche per lui. Se ha imparato? Fin troppo bene. Quando ha saputo dell’accesso alla Final Four mi ha mandato un messaggio del gruppo di squadra, neanche in privato. C’era scritto: “Complimenti, mister Rocco”. Più ubbidiente di così…