Arriva per difendere il titolo, il Città di Falconara, forte del primato certificato in regular season, della panchina d’oro di mister Neri, il miglior attacco e la miglior difesa.
Sono numeri da capogiro quelli della capolista, decisa a non arretrare di un centimetro su nessun fronte.
Il merito, come ha sottolineato più volte il mister falconarese, è di tutti. Sono traguardi condivisi con giocatrici, dirigenza e staff. Sono tutti fondamentali nelle dinamiche di squadra, dal primo all’ultimo elemento.
Ha lo stesso pensiero, come fosse una musica eseguita all’unisono, anche Tatiane Debiasi Croceta. L’arcobaleno cosmico è pronta a vivere la sua seconda Final Eight con il falco sul petto, forte e carica delle emozioni ancora vive dell’esperienza nazionale. “La nazionale – esordisce la numero 4 verdeoro – è un’emozione diversa da tutto. E’ una felicità, gratitudine e gioia che ti riempie, ti fa respirare e sentire i polmoni pieni di aria buona. Al completo. Non so spiegarlo bene, forse solo che l’ha vissuto può capire, però è spettacolare.
Rincontrare compagne che non vedevo da tempo, ridere ricordando vecchie storie, difendere nuovamente i colori del mio Paese. Mamma mia – continua con il cuore gonfio d’orgoglio – è sempre magico e sono onorata di aver indossato la fascia da capitano. E’ la realizzazione di un sogno, molto più grande di quelli che avevo da bambina“.
Due vittorie contro il Portogallo e una sconfitta con la Spagna, ma il bilancio ha il segno positivo. “I risultati per me sono stati positivi perchè abbiamo affrontato nazionali che si sono allenate in modo continuo durante questi anni. Per noi invece, questo raduno e queste partite, sono state come un riniziare da capo visto che non ci ritrovavamo insieme da molto tempo. Grazie a questa esperienza abbiamo sicuramente capito che il Brasile c’è ancora, ed è competitivo“.
Bagagli esperienziali che si colmano sempre più, anche se si tratta di Taty. Ciò che regalano è una consapevolezza che aiuta ad affrontare in totale serenità un evento come quello delle Final Eight. “Dopo l’appuntamento di Rimini dello scorso anno, e grazie a tutte le partite ad alto tasso di competitività disputate quest’anno, vivo questa coppa con più tranquillità. L’anno scorso era la prima storica partecipazione del Città di Falconara in Coppa Italia e volevo, desideravo, con tutte le mie forze, che fosse indimenticabile e così è stato.
Quest’anno siamo più mature come squadra e maggiormente capaci di affrontare ogni situazione. Ho disputato molte volte questa competizione e di una cosa sono sicura: non si può pensare a nient’altro che non sia salire un gradino alla volta. Per questo non ho un obiettivo minimo da raggiungere. Non ci penso. Dobbiamo semplicemente dare tutto contro il nostro primo avversario.
Al fischio finale vedremo come sarà andata e penseremo al da farsi. Abbiamo aspettato questo momento per tutto l’anno, così come lo hanno fatto tutte le altre protagoniste, per cui avere aspettative è normale ma nulla che non si possa gestire in tranquillità“.
E’ cresciuto a dismisura il Città di Falconara, come prestazioni, risultati, gestione dei momenti di tensione. In definitiva, è maturato a trecentosessanta gradi ed è così che si presenta sul parquet del PalaDolmen, sicura nei propri mezzi. “E cercando di godere di ogni secondo della competizione, perchè esserci è un privilegio ed è bellissimo. Non dimenticherò mai delle gare di Final Eight dello scorso anno, degli sguardi delle mie compagne in finale, degli abbracci, degli incoraggiamenti di tutti.
Del silenzio, si del silenzio nello spogliatoio. Non aveva parole ma comunicava tanto. Mi ricordo del gol, che è stata una gioia immensa e del mio primo premio individuale vinto in Italia. Tutto questo lo porterò nel cuore per sempre e mi piacerebbe molto rivivere queste emozioni anche quest’anno”