Serie A

Da quando Giusy Soldano non gioca più

“Se avessi dovuto aspettare il tempo giusto, probabilmente non avrei smesso mai”. E allora quel tempo è stato fissato per domenica 24 aprile, ultima giornata di regular season e ultima gara giocata in carriera da Giusy Soldano. 42 anni sulla carta d’identità, 27 dei quali dedicati prima calcio a 11 e poi al futsal, la numero 17 pugliese ha lasciato il suo amato sport tra gli applausi e gli abbracci del suo pubblico, della sua famiglia e delle sue bimbe della Scuola calcio Bisceglie Femminile.

Una vera e propria domenica di festa quella organizzata dal club nerazzurro al PalaDolmen, che è iniziata già in campo con il gol del momentaneo 1-1 realizzato proprio dalla numero 17. Una rete d’istinto, come tante ne ha realizzate nel corso degli anni, senza mai far mancare anche la rete ragionata, col pallone che sorpassa la linea di porta lento lento, dopo un dribbling, una finta e un colpo ben dosato.
Ci sono 42 primavere sì, ma c’è l’entusiasmo di una ragazzina che ha gli occhi che brillano quando vedono il pallone. Ci sono 42 primavere, ma c’è la passione di chi alla Final Eight piazza una bella tenda e rimane ben oltre il tempo che le spetta, quello di un quarto mozzafiato che fa tremare le bi-campionesse del Falconara.

A chi dar ragione allora? Chi vince nell’eterna lotta tra cuore e mente?
“Ho dovuto prendere una decisione, mettendo pro e contro su una bilancia che purtroppo inizia a pendere dal lato che mai avrei voluto”. L’ha risolta così, Giusy. Ma è solo apparenza: la domenica si alzerà ancora col pensiero del borsone da riempire e durante la settimana continuerà ad organizzare gli impegni in base alle sedute di allenamento con Nicoletti e socie. Poi, un po’ alla volta, realizzerà. Realizzerà che la sua stessa passione è già negli occhi dell’Under che allena e che quello che ha seminato è cresciuto più velocemente di quanto potesse sperare. Realizzerà che la sua seconda vita nel futsal sta per iniziare e sarà bellissimo condividerla con chi l’ha scelta come mister, come amica. Realizzerà che a quel pallone ha dato tanto, ma tanto le ha restituito.
“Come ti senti?”, le ho chiesto appena le luci del PalaDolmen si sono spente domenica sera.
Ha risposto al mio messaggio in un millesimo di secondo.
“Fortunata”.

Soldano

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