Serie A

Irene Tombola: “Con l’Audace Verona ogni giorno è un regalo”

Irene Tombola

C’è chi è partito per un viaggio, chi quel viaggio lo ha fatto per tornare a casa e chi ha preferito una semplice gita fuori porta. Ognuno, a modo suo, ha trovato il modo per rigenerarsi andando a scovare le energie necessarie per un finale in salita. Bisceglie e, se non dovesse bastare, Tiki Taka Planet: questi i passaggi obbligati per la salvezza di un’Audace Verona che ha sprecato una grossa chance in casa della Kick Off.
“È stata una delusione – non si nasconde Irene Tombola – un po’ perché è stata un’altra partita persa negli ultimi secondi, un po’ perché nella ripresa avevo davvero pensato che saremmo riuscite a portarla a casa. Inesperienza e stanchezza non hanno giocato a nostro favore e smaltire quel risultato non è stato facile, ora però abbiamo assoluta necessità di confermarci in casa col Bisceglie: prima di tutto perché siamo in casa nostra, col nostro pubblico, in secondo luogo perché vogliamo dimostrare che la vittoria in Puglia non è stata figlia del caso. Ci serviranno carattere e spirito di squadra, anche un po’ di cinismo sotto porta non guasterebbe, dato che è quel che ci è mancato per gli ultimi tre punti”.

Mancano anche i minuti effettivi più importanti, ma c’è stato tempo a sufficienza (per l’esattezza 22 giornate) per poter tracciare un bilancio di una “prima” vissuta ad alta intensità nella categoria regina del futsal.
“Lo dico a voce bassa – scherza Tombola – ma a livello personale sono molto contenta perché non ho avuto acciacchi e sono anche molto soddisfatta del miglioramento che questo percorso lineare mi ha permesso. A livello di gruppo è stato inevitabilmente più complesso: se in A2 eravamo le favorite e le vittorie rendevano tutto più semplice, quest’anno ci sono stati tanti momenti meno belli da gestire. Com’è andata? Abbiamo tenuto duro e ora vogliamo chiudere con una vittoria che ci dia una meritata salvezza: la società ci crede e noi dobbiamo farcela sul campo perché le capacità le abbiamo, lasciando soltanto alla fine l’analisi delle eventuali responsabilità di ogni componente del gruppo”.

Irene parla di fine, ma quella domenica ha ancora contorni indefiniti nella sua testa.
“Si avvicina, eppure è ancora un pensiero lontanissimo. Non so bene cosa aspettarmi, quel che so con certezza però è che ogni giorno in più con l’Audace Verona è stato un regalo: dopo tanti anni nel calcio a 11 – racconta – avevo deciso di smettere, ma poi è arrivata questa stupenda avventura in rossonero. Non mi aspettavo nulla, invece tutto mi ha sorpresa: ho scoperto uno sport che non conoscevo” – e ha capito che poteva praticarlo anche piuttosto bene (n.d.c.) – “e, soprattutto, mi sono divertita”.
La meraviglia di una bimba e la forza di una donna: è tutto in quegli occhi puntati dritti sul traguardo.

Foto: Audace Wave (Federica Arca)

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