Serie A

Federica Marino: “Rispettiamo il Bitonto, ma crediamo nei nostri mezzi”

Marino

Da un derby all’altro, senza passare neanche per un solo giorno di riposo. Il Bisceglie Femminile sfrutta ogni momento disponibile per raddrizzare quel che non ha funzionato contro lo Statte e farsi trovare col suo vestito migliore nell’appuntamento serale con le cugine del Bitonto nell’anticipo della diciottesima giornata.
“Quella rossoblu è un ‘ottima squadra con una forte mentalità, in più ha una giocatrice che per quanto mi riguarda ha la capacità di spostare di molto gli equilibri di una squadra – dice Federica Marino, riferendosi a Renatinha. – Sicuramente potevamo fare una fase difensiva più attenta e una offensiva più concreta, aspetti che miglioreremo in vista del Bitonto: parliamo di un’altra compagine blasonata che ha dimostrato in campionato le sue qualità. Noi dobbiamo fare la nostra partita con le nostre consapevolezze e le dovute attenzioni”.
Nulla a che vedere con la prestazione dell’andata a Giovinazzo.
“Una squadra non è mai la stessa nel corso di una stagione, soprattutto quando cambi metà delle giocatrici e prendi un mister nuovo, ci vuole tempo per capire e sviluppare certi meccanismi e noi abbiamo avuto bisogno del nostro. Le partite si affrontano singolarmente, ogni squadra ha i suoi punti di forza e le proprie carenze: ecco perché affronteremo ogni avversario con il dovuto rispetto ma con la consapevolezza di potercela giocare sempre”.
Parole valide anche per l’imminente Final Eight in programma sul parquet amico del PalaDolmen e anticipata dai sorteggi di sabato 5 marzo.
“La Coppa Italia è una competizione straordinaria e particolare nello stesso tempo. Si tratta di partite secche, in cui il momento e il dettaglio possono fare la differenza. È difficile ipotizzare come andrà, ma certamente daremo tutto grazie anche al privilegio di giocare in casa”. E di essere, ancora una volta, tra le 8 migliori d’Italia nella massima categoria dello sport che Marino ha nel cuore sin dal primo incontro.
“Ho iniziato a giocare a calcio a 11 a Catanzaro, la mia città natale, poi – a causa del fallimento della società in cui ero – a 16 anni sono passata al futsal a 16. Com’è stato l’impatto? Da quel momento in poi, il pallone a rimbalzo controllato ha rappresentato parte integrante della mia vita, motivo di gioia e a volte anche dispiacere, ma sempre e comunque fonte di grande emozione”.

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