Serie A

La prima in A di Mario Desole: “Che sfida questa Athena”

Desole

E’ alla sua prima in Serie A, eppure i frutti del suo lavoro, massimo campionato nazionale, li ha già assaggiati. Un nome su tutti: Sabrina Marchese. Se la laterale dal respiro internazionale ha percorso così tanta strada in così poco tempo, parte del merito va proprio a lui, Mario Desole, neo tecnico dell’Athena Sassari.
“La persona giusta al momento giusto” l’aveva definito Marchese in un’intervista di qualche tempo fa, quella capace di “restituire stimoli e passione persi”.

La curiosità di conoscere mister Desole è stata soddisfatta nella chiacchierata a cavallo del pranzo di un giorno di febbraio. “Non solo Sabrina però” precisa. “Negli anni della Torres Calcio a 5 femminile, ho avuto modo di allenare anche Arianna Dasara e Ilaria Canu, giocatrici che ho ritrovato qui all’Athena“.
L’orgoglio sassarese è palese nel suo essere sottointeso e va annoverato senza dubbio tra le motivazioni che hanno portato mister Desole a decidere di prendere il comando del timone del Sassari oramai a metà stagione e avventurarsi nella difficile traversata verso la salvezza. Non è però una scelta “di cuore”, o almeno non solo.

Quando il Presidente Ardito mi ha contattato, mi sono preso del tempo per valutare la fattibilità della situazione, numeri alla mano. Loro, i numeri, nella loro fredda schiettezza, non mentono mai. E’ così che ho valutato come fattibile la decisione di assumere la guida di una squadra come il Sassari, penultima in classifica e con un’importante differenza reti sulle spalle“.

Desole
La capacità di saper leggere ciò che i numeri raccontano non è scontata e non è da tutti. Ciò che dicono, dipende da come vengono interpretati. Per Mario Desole, però, sono sempre stati un’arma in più. “Essere match analyst aiuta ad avere maggiore consapevolezza di quello che accade. Sono un appassionato di numeri, mi piacciono, aiutano a vedere le cose in modo oggettivo, distaccato quasi. Il bello è proprio qui“.

Qualità quanto mai utile e preziosa in questo momento. “Conosciamo tutti la classifica del Sassari, i risultati ottenuti fino ad ora. Non possiamo negare di essere una delle squadre meno attrezzate della Serie A, con una rosa corta per di più. Però vogliamo provarci, tutti. Vorrei che la Sardegna continui ad abbracciare la Penisola, ad essere parte integrante di un movimento nazionale in cui tutti possano essere rappresentati. Da sassarese poi, poter giocare un campionato di questo livello e lottare per la permanenza dello stesso è motivo di orgoglio. Sara facile? Tutt’altro. Il calendario in questo nemmeno ci aiuta“.

Sei partite in venti giorni è quello che attende la compagine del presidente Ardito, frutto di recuperi e giornate di campionato. “Dobbiamo essere bravi a saper gestire le energie, lavorando per evitare ogni possibile inciampo fisico. Accanto a questo, abbiamo avuto e avremo pochissimo tempo per impostare la nostra modalità di gioco. Arrivare a metà stagione, in una squadra in difficoltà, con una rosa che non hai costruito, con due settimane di stop alle spalle e con un girone di ritorno di fuoco, non è affatto semplice. C’è bisogno del lavoro e della volontà di tutti per riiniziare da capo. Per me, personalmente, è proprio l’inizio della stagione. Una stagione corta e complicata, ma le sfide mi piacciono“.

Parola d’ordine: ordine difensivo. “Impostare una difesa efficace è la priorità. Analizzando i numeri, la media realizzativa della squadra non è male, se si guarda nella casella dei gol subiti, però, le cose cambiano. E’ lì che stiamo puntando principalmente gli sforzi. Fortunatamente si viaggia sulla stessa linea d’onda sia con il gruppo che con la società. Sembra una frase fatta ma è la verità, una realtà sportiva non è fatta solo dalle calciatrici, ma anche dal mister, dallo staff tecnico e dalla società. Se tutti questi elementi procedono all’unisono nella stessa direzione, allora anche le cose improbabili diventano possibili“.

Va all-in mister Desole, si gioca tutto con l’Athena Sassari, con il desiderio di veder ripagati a fine stagione, gli sforzi e l’impegno di tutti. Ad aiutare, la tranquillità che il campo trasmette. “Sono tornato ad allenare il futsal perchè questo è diventato il mio primo amore. Ho sempre lavorato con le donne, soprattutto nel calcio a 11, ma con il parquet è stato un colpo di fulmine. Quel campo, inoltre, riesce ad infondermi tutta la tranquillità che magari non ho nel pre partita. E’ come stare a casa, in un posto sicuro nel quale sentirsi libero. Sarà così anche contro il Verona, il mio debutto in Serie A“.

Non chiamatela emozione però, non ancora. “Il tempo di realizzare e metabolizzare l’emozione che può dare la Serie A è un lusso che non mi posso permettere. Farò semplicemente il mio lavoro, con tutto il mio impegno e al massimo delle mie possibilità. A fine stagione ci si potrà fermare un attimo ed assaporare tutto. Ora, mi bastano i due minuti utili per entrare nel palazzetto e raggiungere gli spogliatoi. Poi sarà solo futsal, solo Athena“.

Ed ecco che il cammino del Sassari riparte da Verona, avanti in classifica solo di qualche punto. “Non sono molto distanti da noi, ma sono una squadra molto forte. I numeri non saranno neanche dalla loro parte ma il futsal è bello perchè esiste la giocata che spariglia le carte, la giocatrice capace di far saltare il banco, anche se i numeri non sono dalla sua parte“.
Penso che una variabile simile fa sempre parte dell’equazione calcio a 5, quindi, in un modo o nell’altro, è prevedibile nella sua imprevedibilità. Mi piacerebbe approfondire l’argomento ma, come per mister Desole, il tempo è tiranno e impone una tabella di marcia molto serrata.

Dobbiamo partire per la trasferta, preparare tutto e farci trovare più pronte possibile all’appuntamento Verona. Voglio provare a rendere reale il sogno di queste ragazze, della società, della città, mio personale, di rimanere nella massima serie. Giocare tutti i minuti a disposizione, con l’intenzione di continuare a mantenere il Padova a distanza di sicurezza e cercando di capitalizzare il più possibile dalle undici gare che ci aspettano. Se toccherà fare i playout? Allora daremo tutto nei quaranta effettivi“. E se non fosse necessario? “E’ una speranza, sarebbe bellissimo raggiungere la salvezza diretta. Difficile ma stupendo. Ci proveremo, tutti insieme, è una certezza“.

Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

To Top