Periodo di nomination per gli Oscar 2022, il maggior riconoscimento cinematografico esistente. “La statuetta” ha perso tutta la sua genericità di termine riferito ad un’opera di scultura, a tutto rilievo (o, come anche si dice, a tutto tondo), che rappresenta una figura umana (o animale, oppure un’idea o un concetto astratti raffigurati in forma umana o animale), assumendo una connotazione particolare. Statuetta identifica il premio riservato ai vincitori degli Academy Awards. Punto.
Allo stesso modo, red carpet, sta ad indicare il tappeto rosso posto all’esterno del teatro, quello sul quale sfilano le celebrità del grande schermo nei loro magnifici abiti.
Questo, fino a che Anna Lucia Prenna non ha reinterpretato a modo suo entrambi i significati, scombinando i piani temporali
Prima la statuetta, che arriva con l’esordio in Serie A in diretta Sky. A 19 anni. Davvero il palcoscenico migliore per iniziare la nuova avventura con il TikiTaka Francavilla. Poi Il red carpet. Beh, fortunatamente Anna Lucia è una giovane calcettista, una giovane donna, estremamente autoironica. “Il red carpet è stato il cartellino rosso rimediato durante la partita contro il Verona. Quando si dice, un ottimo inizio“. E’ la prima a scherzarci su, sdrammatizzando un momento che, ai più, potrebbe inficiare sul morale e sulla convinzione. Soprattutto quando trovare il proprio spazio all’interno di una rosa fatta di grandi giocatrici, arrivando poi a metà stagione, dipende tutto da come si sfruttano le occasioni che si hanno.
Ma, le emozioni no, neanche Copperfield, può farle sparire, come canta Lorenzo Urciullu. “L’esordio è stato del tutto inaspettato. Solitamente non è facile affidarsi alle giovani. Qui invece ho trovato una realtà, un mister, che concedono spazio ed opportunità anche a noi piccoline. Questo è uno dei motivi che mi ha spinto a scegliere il TikiTaka dopo il fallimento del Florida“.
Il tasto dolente di Anna Lucia. Quanto avrebbe voluto vincere con il gruppo Florida, la sua casa per quattro anni. La sua famiglia per quattro anni. Un velo di commozione ripensando a ciò che sarebbe potuto essere ma non è stato. “Il Florida per me è una realtà speciale. Abbiamo costruito negli anni un gruppo affiatato, nel quale ognuna giocava e combatteva per e con le compagne.
Non mi pronuncio sulle dinamiche societarie, l’epilogo purtroppo lo conosciamo tutti. Avremmo davvero voluto vincere insieme, vendicare sportivamente lo scudetto under 19 perso proprio sul campo del PalaRoma perdendo la finale contro l’FB5. In quest’ottica, la Supercoppa sarebbe stata la nostra occasione di rivincita. Ma nessun trofeo vale il benessere personale. Così, con la tristezza nel cuore, abbiamo deciso di tirare i remi in barca e lasciare che la tempesta inghiottisse la chiglia. Fortunatamente tutte abbiamo trovato un approdo sicuro dopo la fatica del momento che, ti assicuro, non è stato per nulla semplice da affrontare“.
A 19 anni l’unico pensiero che si dovrebbe avere è quello di giocare, studiare, crescere, con un gruppo di adulti capaci di insegnarti tecnica, tattica e vita e non doversi destreggiare in debacle societarie di simili proporzioni. Tutto è utile però, e in tutto c’è del bello. “Il bello che prendo e che porto con me, siamo noi. Ognuna di noi“.
Non parla molto Anna Lucia, non con le parole almeno. E’ tutto dentro quegli occhi chiari e un sorriso capace di contagiare chiunque. Dalla A2 (e dal campionato u19) alla Serie A in un battito di ciglia.
“Oltre alla serietà della società del presidente Tiberio e alla possibilità di crescita esponenziale che una squadra simile mi offre, un altro motivo che mi ha spinto a scegliere questa realtà è sicuramente poter giocare con persone che conosco“.
La quadratura del cerchio a volte esiste. Potrebbe chiamarsi Karma forse, oppure destino, o ancora fortuna. Rimane il fatto che avere a disposizione competenza, competitività, occasione di crescita e amicizia, non è affatto scontato.
“Qui ho ritrovato Zeudi Papponetti, sportivamente parlando. Con lei sono cresciuta, giochiamo insieme da quando eravamo bambine. Poi c’è Rebecca De Siena, che con me ha condiviso l’esperienza Florida o Chiara Cialfi. Solo per citarne alcune“. L’infanzia della numero 21, lontana solo una decina di anni, è sempre stata a rimbalzo controllato. “Ho iniziato proprio con il calcio a 5. Anche se non è stato il mio primo sport.
Prima, giocavo a pallavolo e mi piaceva molto. Solo che si è notato presto un piccolissimo ostacolo alla pratica della disciplina: l’altezza. Poi è arrivato Maurizio Blasetti. E’ grazie a lui se oggi sono una giocatrice di futsal“. A lui, e al papà. “I miei genitori mi hanno sempre permesso di praticare lo sport che volevo, sono sempre stata libera e quindi fortunata. Ma c’è stato un momento in cui mio padre mi ha detto di perseguire e proseguire con il calcio a 5 seriamente, se era quello che davvero volevo. Da quel momento, dedizione totale“.
Avere la fortuna, perché, ad oggi, tale è quella di poter iniziare il proprio percorso sportivo con il calcio a 5, averne la possibilità, fa tutta la differenza del mondo in termini di tecnica individuale. “E’ vero, ma quanto ancora c’è da lavorare. Essendo una persona abbastanza insicura, sono molto altalenante nel giudizio di me stessa. A volte credo di potercela fare, altre di essere la giocatrice più scarsa del mondo“.
E’ Brenda Bettioli che viene in aiuto ora, assicurando che Anna Lucia ha tutte le carte in regola per diventare un grande giocatore “basta avere il cervello sempre acceso”. E avere i giusti insegnanti, le giuste motivazioni e i giusti avversari. “La Lazio under 19 è senza dubbio l’avversario più forte che abbia mai incontrato. Ma la partita che non dimenticherò mai è quella con l’FB5. Ancora oggi la riguardo. Per me, la Coppa Italia è come se non l’avessi vinta. Nel senso che la sconfitta in finale scudetto brucia ancora, è una ferita aperta“.
Il primo cartellino rosso in A (la prima espulsione in Serie A non si scorda mai, suggerisce Chiara Cialfi), la finale persa in casa. E’ come se Anna Lucia fosse capace di ricordare solo momenti poco felici. “Pensa che ricordo ancora la prima espulsione in serie C ma non ho memoria del primo gol realizzato in carriera“. L’intenzione è di costruirli tutti qui al TikiTaka, i momenti memorabili. “Il mio obiettivo personale, visto che non posso crescere di cinque centimetri d’altezza, è farlo in termini di tecnica e tattica. E poi, perchè no, vincere la Coppa Italia con il Francavilla e segnare ad uno dei portieri più forti del mondo: Ana Carolina“.
Quando si dice “volare basso”. Sarà timida ed introversa, ma l’ambizione è cristallina come un diamante colpito dalla luce del sole. “Anche se sono ancora grezza, c’è da lavorare. E io, ho tutta l’intenzione di farlo. Qui, al TikiTaka“.
