Serie A

Cecilia Barca: “Contro il Bitonto, sarà bellissimo”

C’è stato un periodo della mia vita in cui ero un’atleta. Allenamenti tutti i giorni, suddivisi tra sedute in palestra e allenamenti serali, al freddo dei campi lungofiume di Pescara. Tutto per giocare sei partite all’anno, d’estate. E’ facile immaginare la valenza di quelle partite. Un anno intero di preparazione, di sfida contro se stessi, di sacrifici e rinunce, per quelle sei bellissime partite.
Non era calcio, ma, come lo sport col pallone tondo, c’era un campo in erba, una palla (detta in gergo tecnico sferoide prolato) e amici e parenti sugli spalti. We play for pizza, alla fine è tutto richiudibile in questa espressione, ma la passione, quella, era da Serie A.
Nei cinque anni che ho trascorso con un casco in testa, di tutte le cose che vissuto, una brilla nel firmamento dei ricordi: l’abbraccio del signor Gabriele alla figlia, Karen Crocetta, 47, capitano, al termine di ogni partita, ovunque fosse giocata.

La tenerezza di quel momento era invidiabile. Non esistevano chilometri, vittorie o sconfitte, sole o pioggia. Gabriele era lì sempre, nella sua massima discrezione, a sostenere e incoraggiare la sua bambina. Era presente e partecipe.

Da quando ho iniziato a seguire il futsal, sport di ben più alto livello e importanza rispetto al football americano, ho ritrovato una realtà simile a Roma, Lazio C5 Global, con Cecilia Barca.
Andare al PalaPertini vuol dire trovare il signor Barca puntualmente sugli spalti, con il fedele compagno a quattro zampe. Non ne salta una, lui, è sempre li per la sua bambina.
Mi fermo a pensare a quanto sia importante il sostegno di un genitore per il proprio figlio, l’esser partecipe delle sue attività, delle sue vittorie e delle sue sconfitte, della sua vita, in una dinamica di complicità che a volte penso sia possibile solo tra un padre e una figlia.

cecilia barca

E’ sera inoltrata quando raggiungo Cecilia con un messaggio. E’ al campo, non il suo, seguendo una partita di calcio nella quale è coinvolta in qualche modo. Con lei, il papà. “E’ sempre con me, anche se non gioco. Ho sempre avuto un rapporto speciale con papà. Basta uno sguardo per capirci, spesso pensiamo le stesse cose. Mi ha sempre accompagnato e sostenuto nel mio sogno di giocatrice. Quando ero al liceo, ad esempio, si metteva in sella alla sua moto e usava la sua pausa pranzo per venirmi a portare un panino al volo e accompagnarmi ad allenamento. Non esistevano condizioni meteo sfavorevoli per lui, lo faceva sempre.

Con la pioggia, con il freddo, con il sole, con il vento. Usava il suo tempo libero per venirmi a prendere a scuola ed accompagnare al campo. Ogni volta che può, inoltre, prende la macchina e mi segue in giro per l’Italia. E’ sempre stato molto presente e per me è una persona tanto speciale“.

La prossima volta che vedrò e vedrete Cecilia giocare, fate caso al tatuaggio che spunta dalla fascia di capitano. Una palma. In quei tratti indelebili di inchiostro, è racchiuso tutto questo.
Se i tatuaggi non avessero un senso, non avrebbero senso.

Un’altra cosa è indelebile per Cecilia Barca, un altro rapporto: quello con la Lazio. Dei suoi colori ne è portabandiera, giovanissimo capitano di una compagine di donne d’esperienza e giovani ragazze con sogni tutti da realizzare. Sarà pure una ’99, ma di storie ne avrebbe da raccontare per mesi. Dall’under 19 alla prima squadra, finali di Coppa Italia, scudetti di categoria. Cecilia, così come Grieco mi viene da pensare, sono la golden age biancoceleste. Quella che un po’ si è stufata delle medaglie d’argento in Coppa.

Per quella c’è ancora tempo, sicuramente ne riparleremo. Ora è solo campionato e oggi si scende in campo, ripartendo dalla gara contro il Padova. “Come squadra stiamo bene, siamo consapevoli del percorso che stiamo facendo insieme a tutte le sfaccettature positive e negative del caso. Niente di bello viene senza prima affrontare un po’ di difficoltà. La partita con il Padova è stata insidiosa, siamo entrate in campo senza portare la giusta concentrazione e ci siamo ritrovate sotto di un gol senza neanche esserci rese conto di come fosse successo. Era fondamentale per noi fare tre punti: abbiamo reagito bene al gol preso e, senza buttarci giù, abbiamo recuperato e poi vinto la gara“.

Questione di attitudine. Qualità necessaria più che mai in un campionato dall’alto tasso di difficoltà come la Serie A di quest’anno e in un momento in cui si sta ritrovando la continuità persa con lo stop causa Covid.
Sarà con questa attitudine che la Lazio di capitan Barca affronterà il Bitonto nella diciassettesima giornata di campionato. In trasferta. “Ma sarà bellissimo” anticipa Cecilia. “Inizi la settimana e sai che la domenica affronterai il Bitonto. La prima cosa a cui pensi è al palazzetto grande, pieno di tantissime persone che sostengono una squadra come quella neroverde. Una squadra forte, molto attrezzata.

cecilia barca

Quello che viene in mente, non è “chissà che succederà” ma “che bello!” Non vedo l’ora di giocare. Il tifo, che sia a favore o contro, personalmente mi carica sempre tantissimo e giocare lì sarà surreale. Noi, come sempre, scenderemo in campo a testa alta e petto in fuori, senza temere nulla. Sarà una gara dove la squadra più attenta riuscirà a conquistare punti. Servirà fare un’ottima fase difensiva e sfruttare le occasioni che riusciremo a creare in avanti“.

In questo istante, con molta probabilità, Cecilia e compagne staranno percorrendo i chilometri che le separano da Bitonto. Nel tragitto, si può facilmente immaginare che, tra gli argomenti di discussione, ci sarà anche il sorteggio per il prossimo UEFA European Women’s Futsal Euro, considerando che la maglia azzurra è stabilmente presente nell’armadio di più di una giocatrice biancoceleste.

Vedo la Spagna come una squadra molto tecnica e tattica, così come il Portogallo, nazionale che farà parte del nostro girone del Main Round. E’ un avversario temibile? Assolutamente si. Ma noi dobbiamo crederci. Sarà una partita che potremo giocarci, nella quale non partiremo per nulla per sconfitte. Siamo migliorate e cresciute molto e lo abbiamo già dimostrato nelle qualificazioni. Abbiamo forse giocato in un modo differente rispetto al passato ma si è vista tanto la crescita. Spero che questa continui ancora così da farci trovare pronte per affrontare le lusitane perché, secondo me, si può fare“.

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