Serie A

Agata De Berti attende il Bitonto: “ Squadra affamata, mi aspetto tanto da noi”

Dai due mesi di stop tra Covid, “Return to play” e successive visite al cuore (fortunatamente nessun problema) al gran ritorno contro lo Statte, senza passare per il via ma solo attraverso 3’ di panchina, quelli tra il fischio d’inizio al PalaCurtivecchi e il “rosso” a Nagy. Il destino ha voluto subito rimettere alla prova Agata De Berti e lei ha risposto con il proverbiale coraggio dei portieri.
“La mia presenza in campo era totalmente inaspettata avendo un solo allenamento sulle gambe, ma tirando le somme sono soddisfatta di quello che ho fatto. Quando ho sentito il mister dire “Aghi, scaldati”, ho avuto un piccolo black out e forse., ripensandoci, sul primo gol avrei potuto fare di più se fossi andata giù in modo più rapido e deciso, ma la verità è che avevo le gambe che ancora tremavano”, confessa con un pizzico di imbarazzo che chiama solo abbracci.

E infatti, quelli, sono arrivati a valanga.
“Dal mio preparatore dei portieri Simone Panicucci a quello della squadra avversaria, Antonio Maggi, passando per tutte le mie compagne e la mia famiglia che mi sta sempre vicina”.
Dalla “sorpresa” della scorsa settimana, alla certezza di dover guidare la difesa nella gara contro il Bitonto, matricola solo di nome, col terzo miglior attacco di tutta la Serie A.
“Mi aspetto tanto da me e da noi, sarà un altro banco di prova in cui vogliamo far bene mettendo in campo tutta testa e la grinta che abbiamo. È una squadra solida e che ha sempre fame: con caratteristiche così dall’altra parte, la chiave è sbagliare il meno possibile”.

E questo, a sua volta, dipenderà dall’esperienza che le rossonere dell’Audace Verona matureranno. Dal farsi le ossa in una categoria nuova, che a volte ha presentato il conto e altre volte ha ripagato di ogni sforzo. Ma sulla bilancia di De Berti, il piatto delle giornate da ricordare pesa molto, molto di più.
“Io vedo il lato positivo anche delle sconfitte – sorride il portiere che ha tatuato il nome della sua squadra sulla pelle. – Magari non quelle nette, come accaduto col Tiki Taka, ma da tutte le altre abbiamo imparato sempre, portandoci a casa un qualcosa in più da mettere in campo la domenica seguente: il salto dalla A2 alla A c’è stato e l’abbiamo chiaramente percepito, ma più andiamo avanti e più stiamo acquisendo consapevolezza. C’è bisogno di determinazione, qui non c’è errore che non si paghi”.
Un monito che ben si sposa con l’arrivo delle neroverdi del pallone d’oro Lucilèia.
“Ripeto, quel che più colpisce è la loro fame, ma – chiude De Berti – questo sarà per noi un doppio stimolo a far bene e crescere ancora di più”.

Foto: Federica Arca (Audace Wave)

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