Come una “mina vagante”, l’Audace Verona è esplosa sul campo del Pala Dolmen facendo saltare la festa qualificazione delle pugliesi (alle quali sarebbe bastato solo un punto) e rimandando l’assegnazione dell’ultimo pass rimasto per la Coppa Italia, che le rossonere contenderanno proprio al Bisceglie. Un’articolata trama scritta dal dio del futsal e magistralmente interpretata da Alessia Sterza e compagne, tornate – in soli 40’ – ad un passo dal sogno.
“La stiamo vivendo molto bene, perché la vittoria di domenica non era affatto scontata. Ora vogliamo puntare in alto e giocarcela: riuscire in questa impresa sarebbe bellissimo per noi e per una società che non ci fa mancare nulla. Peccato per quel punto sfiorato contro il Falconara (3-2 al Pala Badiali) o per la bella prestazione senza punti in casa Lazio, con quei risultati sarebbe stato più facile, ma evidentemente a noi piace soffrire – scherza il portiere – e per il momento ci basta sapere che il destino possa dipendere anche da noi”.
Il quadro è questo: al Bisceglie, la cui partita con la Lazio è stata rimandato al 2 febbraio, serve il solito punto negato dall’Audace, mentre a quest’ultima serve – che con molta probabilità si vedrà rinviare la gara contro il Tiki Taka Planet – serve obbligatoriamente una vittoria, in attesa del finale da Roma.
“Non sarà per niente facile, ma ce la metteremo tutta per fare la nostra parte e vincere. Siamo super cariche e lo saremo ancora di più nel giorno della sfida, nel frattempo mi sento fortunata poter vivere tutto questo: ne parlo spesso con mamma e papà, entrambi ex giocatori di calcio, e so che sto vivendo un’avventura che non è da tutti. Come ho iniziato? Potrei dirti che era tutto già scritto – ride Sterza – dato che già nel pancione non facevo altro che scalciare, più tardi però ho capito che non amavo correre e ho provato in porta, perché mi piaceva tuffarmi e mi piaceva la sensazione di avere tutto nelle mie mani. Da allora, la passione è cresciuta e proprio con l’Audace è arrivata la promozione dall’amatoriale alla prima squadra, nell’anno in cui siamo saliti in A2. È stata la ricompensa a tanti sacrifici, una soddisfazione enorme e la cosa più bella è stata viverla con questo gruppo. Anche ora che siamo in A – aggiunge il portiere classe ’97 – mi sto impegnando tantissimo in tutti gli allenamenti. Il sogno? L’Audace è la squadra che mi ha fatto crescere come persona e come sportiva, ci terrei tantissimo a poter esordire nella massima categoria con questa maglia”.
Foto: Audace Wave (Federica Arca)
