Tra circa 24 ore, il Burela di Cely Gayardo e Leti Martin Cortés scenderà in campo per la “prima” della Futsal Women’s European Champions. E lo faranno da padrone di casa, il che significa raddoppiare le emozioni rispetto ad una competizione attesa sia per il suo alto coefficiente di difficoltà sia per il suo valore a livello mediatico.
“Giocarla nel nostro palazzetto avrebbe reso tutto ancora più speciale – ci dice Leti – ma stiamo organizzando lo stesso qualcosa di speciale. Anche se fino a ieri non ne abbiamo parlato tanto, cercando di rimanere concentrate sul campionato, la società ha curato tutti i dettagli per far sì che tutto fosse estremamente professionale. È stata fatta attenziona al marketing, alla sponsorizzazione dell’evento e all’immagine. UEFA e FIFA devono osservare e poter dire: “Tutto questo deve assolutamente diventare ufficiale”.
Ma al di là dell’immenso lavoro svolto dietro le quinte, le protagoniste principali saranno sempre loro: le “Guerreiras Laranxas”, che attualmente viaggiano al secondo posto della classifica generale.
“Forse nelle ultime gare siamo state un po’ sottotono – commenta Cely, da un paio di mesi vice-tecnico del team – ma negli ultimi allenamenti si respirava un’aria diversa. Le giocatrici che sono qui hanno già conquistato tutto nella loro carriera, ma la Futsal WEC sarebbe la ciliegina sulla torta”.
Come recita lo slogan del club: no es solo ganar, es hacer historia.
“Sarebbe un risultato che va oltre quello che accade sul campo. La società si muove a tutto tondo per essere d’esempio in questo sport: abbiamo una busta paga, un contratto di lavoro riconosciuto dalla Federazione e assicurazioni sugli infortuni. Qui c’è avanguardia, ecco perché non si tratterebbe solo di alzare un trofeo, ma di fare la storia ancora una volta”.
Tra le partecipanti di Lugo, anche il Pescara che – col nome di Montesilvano – ha fatto parte del percorso sia di Cely che di Leti.
“Sarà bello rivedere una squadra italiana – commenta quest’ultima e sarà ancora più bello se dovessimo rincontrarlo in finale, perché in ogni caso vorrà dire aver superato il turno. Negli ultimi due anni in Italia non mi sentivo bene, ma ho vissuto le biancazzurre anche da avversaria in mille battaglie tra Lazio e Isolotto e so quanto lontano possono arrivare”.
“Sul nostro passaggio in finale, avrei meno dubbi se giocassi – ride Cely. – Scherzi a parte, queste sono opportunità uniche: la mia da giocatrice è arrivata con l’Olimpus, ora la vivrà da mister e sarà molto diverso. In campo sai che puoi fare qualcosa di concreto per la squadra, ma da fuori puoi comunque dare il tuo contributo ma ti assicuro che si soffre molto di più”.
Leti l’ascolta e si fa seria. Molto più d me, ha colto quel velo di tristezza che Cely ha mascherato un pizzico di ironia.
“Da quando si è infortunata, il mio pensiero è quello di dover fare ancora di più. Non è dura solo per lei. Ogni mio gol, l’anno scorso, è stato per lei. Ora i ruoli sono cambiati – sorride – ma continuo a pensarci sempre. E poi – continua la spagnola – ho voglia di vivere a pieno questa esperienza, così come non ho potuto fare a Drachten”.
I ricordi rimangono bellissimi, ma furono poche le cose a girare per il verso giusto.
“Tra la figuraccia col Benfica, il colpo ricevuto alla testa nella seconda partita, l’infortunio di Lisi e i miei calcoli renali, non è stata esattamente una tre giorni che posso dire di essermi goduta. Ora però posso riscattarmi e ho quella bellissima ansia che si ha prima di una data importante”.
Diciamo pure settimana importante, visti gli impegni che attendono il Burela: se la Futsal WEC si chiuderà il 5 dicembre, infatti, lunedì sarà già il momento di tornare in campo per il big match col Marin, mentre mercoledì ci saranno i preliminari di Coppa e giovedì inizierà la trasferta in vista della gara di Malaga contro l’Atlético Torcal.
“Fortunatamente abbiamo una rosa molto lunga e siamo una squadra costruita per vincere su tutti i fronti. Pensiamo una gara alla volta, ma sappiamo dove vogliamo arrivare”, mi dicono quasi in coro. “La qualità di questo roster non l’ho mai vista da nessun altra parte – sottolinea Leti – e siamo fortunate ad essere qui in questo momento, ho fatto sicuramente la scelta giusta”. Cely ha dovuto scegliere a causa di un ginocchio che non ne poteva più, ma adesso sta facendo pace col destino. “Allenare è un’opportunità diversa, che mi sta facendo imparare tanto”. Cresce il rimpianto di non essere lì, ma ci salutiamo con la promessa di rivederci presto. Un pezzo d’Italia, domani, tiferà anche per loro.
Foto copertina: Foto: David Mariña