Serie A

Carlos Giorgio indica la via all’Audace Verona: “Ripartire con consapevolezza”

carlos giorgio

Tanto gioco, pochi punti. Un’incongruenza con la quale un’Audace Verona (che pur ha dato filo da torcere a tante big) fa i conti da quasi due mesi, cioè dalla prima giornata in casa dell’Athena Sassari. Quali siano le ragioni, lo abbiamo chiesto direttamente a Carlos Giorgio.

“Ci siamo scontrati con la realtà di un campionato che ci ha fatto perdere un po’ di autostima – spiega il mister. – È una reazione normale dopo 5 sconfitte in cui dai tutto quel che puoi e non porti a casa niente, ma non dobbiamo cadere nell’errore di perdere la fiducia. Dobbiamo invece ripartire dalla consapevolezza del lavoro che stiamo facendo all’interno di un campionato di altissimo livello: l’Audace non solo può, ma deve assolutamente venire fuori da questa situazione, unendosi e continuando a lavorare nella stessa direzione. Credendoci fino in fondo”.

E le motivazioni per farlo sono proprio sotto gli occhi.
“Se dividiamo la classifica in due parti, nelle prime 6 giornate abbiamo incontrato 4 delle squadre più forti e sabato affronteremo la quinta, ossia la Lazio. Davanti a questo quadro non possiamo buttarci giù, ma va fatta un’analisi reale che sia autocritica e consapevole delle nostre caratteristiche. Dai nostri punti di forza, che certamente non mancano, ripartiremo subito per obiettivi raggiungibili. Servono punti di partenza ben saldi, perché se le basi non sono solide, i piedi rischiano di scivolare”.
Come in tutti i rapporti, c’è bisogno di costruire. Insieme, un passo alla volta.
“È come a casa con mia moglie, ma moltiplicato per 14 – ride il mister. – Scherzi a parte, il mondo del futsal femminile mi sta dando tantissimo. Si sa che le donne sono un passo avanti rispetto agli uomini ed è proprio nei momenti di difficoltà che devono dimostrarlo, senza isolarsi o farsi sopraffare dalla rabbia. L’impatto con la categoria è stato forte, ma andiamo avanti sicuri del nostro potenziale”.

Glielo domando, ma la risposta è scontata.
“Cosa sceglierei se potessi tornare indietro? Ancora l’Audace, senza dubbio. Ma non rifarei alcuni errori che so di aver commesso. Anche se la strada si è fatta complicata per una serie di motivi, ho sempre amato le sfide e nessuna esperienza precedente mi ha appagato come essere al timone di questa squadra. Di solito si dice “essere un pesce fuor d’acqua”, in questo acquario – invece – io ci sto benissimo”.
Capacità di adattamento livello “pro” che il tecnico argentino aveva dimostrato già da giocatore.
“Sono nato come pivot e ho vinto due scudetti in Argentina, in Italia ho giocato prima nel mio ruolo, poi come laterale ed infine sono diventato una sorta di ultimo uomo o playmaker. In pratica ero quello che impostava il gioco, ma ho scoperto che mettere gli altri in condizione di segnare, mi dava la stessa gioia di quando a segnare ero io. Ho acquisito tutte le conoscenze di un universale, ma quando ho capito che il passo successivo sarebbe stato in porta, ho smesso subito… – ride, prima di congedarsi. – Ho già detto tanto, andiamo ad allenarci: più che le parole, adesso servono i fatti”.

Foto copertina: Federica Arca (Audace Wave)

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