Serie A

Bruninha: “Sabato il mio gol più bello. Amauri il primo a credere in me”

Bruninha

Il gol più bello da quando è in Italia? Bruna Marcon non ha dubbi: quello del provvisorio 2-1 tra Lazio e Bitonto. “Ma non saprei raccontarlo bene. Ricordo di aver saltato una giocatrice e poi il buio, mi sono risvegliata quando la palla è entrata. Ancora mi chiedo da dove sia uscito quel sinistro – scherza. – Ho capito davvero cosa fosse successo quando ho visto tutti i tifosi urlare come pazzi e Grieco che urlava più di tutti: “golazo, golazo”! Poi ho chiesto subito il cambio: meglio uscire, che rischiare di rovinare tutto con un errore stupido”, sorride.

Da un po’ di tempo, queste sono scene di ordinaria follia a Fiano Romano, grazie ad una Lazio che tra le mura amiche ha vinto le sue battaglie sportive più difficili fino a questo momento. Tante, anche per merito di una Bruninha in perfetta forma.
“Col Bitonto non abbiamo fatto una partita bellissima, in sala video abbiamo già capito quali sono gli aspetti da migliorare, ma stiamo comunque facendo bene: forse nessuno si aspettava tanto da noi, anche per questo vederci lassù è stupendo. Quando sono arrivata in Italia, due anni e mezzo fa, avevo detto in un’intervista che mi sarebbero piaciuto che tutti conoscessero il mio nome e penso che un po’ alla volta ci sto riuscendo, perché qui mi sento molto bene e tutto l’ambiente mi sta dando tanta serenità”.
Avanti così allora contro un’Audace che a Roma si presenterà assetata di punti.
“Penso che sarà la gara più dura di tutte. Dopo aver vinto contro Falconara e Bitonto, non dobbiamo commettere l’errore di guardare la classifica perché i pericoli non mancheranno. Dobbiamo pensare solo a noi stesse: si gioca sempre 5 contro 5 e il campionato è una sorpresa ogni domenica, non possiamo farci trovare disattente”.

Forza fisica, ma soprattutto mentale, così come le ha insegnato il primo a credere in lei: Amauri, il professore di educazione fisica che l’ha avvicinata al futsal, purtroppo da portato via, ancora giovanissimo, dal Covid.
“Avevo 10 anni, giocavo a scuola tra i ragazzi ed ero più brava di loro – ricorda – così Amauri mi disse di iniziare scuola calcio. Ha dovuto insistere, ma alla fine mi ha convinta. Sono certa che in qualche modo avrei comunque trovato questo sport o forse lui avrebbe trovato me, ma è merito suo se tutto è iniziato quando ero ancora una bambina. E’ giusto che tutti sappiano quanto è stato importante per me. La frase che mi ripeteva sempre? Sei forte, sei fortissima. Non lo diceva solo in riferimento al calcio, ma a qualsiasi situazione fossi chiamata ad affrontare”.
E chissà quanto sarebbe stato felice, sabato, per quel gol.
“Lo ha visto di sicuro. Sono stata forte?”.

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