Rosaria da una parte, con la maglia numero 11, e sua sorella Angela dall’altra, nel ruolo di dirigente della Polisportiva 2M. Quello di Campi Bisenzio è stato un vero e proprio derby per la famiglia Tavolario, risoltosi con la vittoria de La 10 Livorno e tanti abbracci a fine gara.
“La mia famiglia vive all’Isola d’Elba e Angela a Pistoia, per una volta è stato bello avere qualcuno che mi vedesse giocare. Prima della partita mi ha scritto che se avessi segnato sarebbe stata felice per me, ma che avrebbe tifato per la sua squadra – ride. – E alla fine mi ha detto che è stato bello vedermi di nuovo in campo. È stata questa la parte più bella della giornata: io ci sono sempre stata per lei, andando anche a Milano pur di seguirla nei suoi stage di danza, e lei c’è sempre stata per me. Nonostante gli 8 anni di differenza, il legame è fortissimo”.
Emozioni extra calcistiche che fanno sorridere ancora oggi, ma dalla gara in questione Rosaria avrebbe voluto qualcosa in più.
“Al di là dell’8-0 a favore, in generale è stata una partita sottotono senza alcun motivo particolare. Capita ai giocatori di Serie A, ed è capitato anche a noi in una sorta di effetto domino che ha coinvolto tutte le pedine. Come se avessimo il freno a mano tirato e questo col Prato non può succedere perché – insieme al Viareggio – sarà l’avversaria con la quale ci contenderemo il campionato”.
Primo scontro diretto ad alta quota e prima vera possibilità di fuga per la squadra di Vannini.
“In tutte le gare importanti c’è bisogno soprattutto di testa. In passato mi è capitato di vincere una finale di Coppa Italia contro il Prato Wonkies proprio per aver saputo mantenere la calma: eravamo sotto di due reti a 5’ dalla fine e siamo andate a vincere 3-2 sfruttando ogni occasione. La mia più grande gioia da calcettista – ricorda prima di concentrarsi sul match di venerdì. – Saremo in casa nostra e non ci saranno scuse: se vogliamo puntare alla A2, sono proprio queste le sfide che misurano la “febbre” de La 10. Le somme poi si tireranno alla fine, ma nel frattempo cerchiamo di allungare la bella scia di risultati”.
Solo un dato si può già quantificare: l’affetto della gente di Livorno.
“Era da tanto che questa città non aveva una squadra di calcio a 5 e siamo contente di essere noi le destinatarie di tante attenzioni: ci chiedono quando giochiamo, ci incoraggiano, commentano sui social. Sono tutte cose che fanno piacere”.
Tra una chiamata e l’altra, è tempo di salutarci. “A causa del lavoro, non pensavo che sarei riuscita a trovare tanto tempo da dedicare allo sport, ma per fortuna mi è stata data la possibilità di allenarmi con la maschile e lo faccio molto volentieri: i ragazzi mi passano la palla come se niente fosse e mister Agosti mi tratta come tratterebbe qualsiasi altro atleta del gruppo, senza fare distinzioni. Di questo lo ringrazio. Ogni volta che sono lì penso quanto sia bello tutto questo, e cioè far parte di una società capace di creare un connubio tanto forte tra le sue due realtà “diverse” solo in apparenza, ma legate dalla stessa passione”.
Foto: Mauro Pomposi