Serie A

Ricottini rompe il ghiaccio con la A: “Contenta, ma c’è ancora tanto da lavorare”

Giulia Ricottini

“Perché, chi si è fatta male?”. Nonostante lo scetticismo di papà Giancarlo, è tutto vero: Giulia Ricottini, portiere ex Perugia e da quest’estate in forza al Granzette, ha timbrato la sua prima presenza da titolare nella massima serie nel successo di sabato contro una delle squadre più longeve di questa disciplina. A volerla dire tutta, ha più anni lo Statte (25 di storia e svariati titoli nazionali) che Giulia, che ha spento ad agosto le 20 candeline.
“Ero ansiosa e contenta allo stesso momento – commenta lei. – Un po’ me l’aspettavo, ma ne ho avuto certezza solo nello spogliatoio quando il mister ha detto il quintetto. Nei secondi prima dell’ingresso in campo, ho cercato di non pensare a niente, poi ho sentito la sirena e lì ho realizzato davvero: ho esordito in Serie A”.

E per capire la portata dell’evento dobbiamo fare un passo indietro verso un’estate che nella vita di Giulia ha portato un cambiamento dietro l’altro: di categoria (dalla A2 alla successiva), di regione (dall’Umbria – ad un’ora di strada da Tolentino, dove è nata – al Veneto), di vita (con una serie di impegni da conciliare e l’approccio ad una nuova realtà, più bella ma anche più complessa).
“All’inizio è stato traumatico – ammette – e mi sono spesso sentita un pesce fuor d’acqua. Essendo la più piccola del gruppo, mi è capitato e mi capita ancora di commettere degli errori che giocatrici più esperte non si permetterebbero mai e tutto questo all’interno di una squadra che è stata costruita per una salvezza tranquilla, e invece sta tenendo standard molto alti. Guardando le cose da un altro punto di vista, però, mi sento fortunata perché ogni allenamento è come andare a scuola di futsal e sto imparando davvero tanto da chi ho attorno. Se a volte sono severe è perché vogliono vincere, ma – da Troiano ad Itu, passando per Da Rocha e Gasparini – mi sono tutte vicino”.

A livello tecnico, poi, si tratta davvero di un altro mondo.
“Su questo piano ci sono almeno 3 categorie di differenza – sorride -. Se in A2, come portiere, potevo affidarmi soprattutto all’istinto, riuscendo a parare lo stesso pur avendo fatto una scelta sbagliata, ora è tutto diverso. Per tre mesi non ho parato un pallone – scherza – perché devi saper leggere in anticipo la situazione e fare la scelta giusta, ma non ho detto che tutto questo porti realmente alla parata. C’è tanto studio dietro: ad esempio, la prossima sarà contro l’Athena Sassari e io dovrò sapere prima se Marques preferisce il destro al sinistro, se Will preferisce la potenza alla precisione, e così via”.

Di nuovo su Sky per la sfida alle sarde: lo avrebbe mai immaginato il portiere cresciuto nelle “Piccole stelle” (under 17 del campionato marchigiano) e poi esploso nel club di Montanelli?
“Sky è stata una sorpresa per tutti, ma alla Serie A onestamente ci puntavo. Non che me l’aspettassi – precisa – ma credo che sia l’obiettivo di qualsiasi giocatrice e l’esordio di sabato è stato il più importante tra i mattoncini messi fino ad oggi. Dopo la gara, mi sono ritrovata il telefono pieno di messaggi di complimenti, sia da chi mi ha seguita a Tolentino che dal Perugia, che mi ha cresciuta. Si tratta di una sola presenza, ma cambia tutto: ho rotto il ghiaccio e so cosa si prova, anche se c’è tanto ancora da lavorare. Guardo al futuro senza pormi limiti, con la certezza di non volermi mai fermare davanti ad un obiettivo raggiunto. Ho avuto una bella occasione e ho provato a dare il massimo, ma ho ancora fame e spero di poter continuare a crescere”.

Foto copertina: Alessio Monaco Photography
Foto nell’articolo: Benedetta Monaldi

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