Quartiere La Fiorita. Un viale alberato che gioca con il sole delle tre del pomeriggio di domenica. Nell’aria, ancora il profumo del pranzo in famiglia. Le cancellate colorate all’ingresso dello stadio. La frenesia dell’attesa del fischio d’inizio e papà lì, seduto sulla panchina del suo Cesena.
Dove nasce Massi Neri come mister? Proprio lì. In seconda elementare. “Il mio papà è stato calciatore professionista e successivamente allenatore. Ho seguito più che altro la sua carriera in panchina, perché quando giocava ero troppo piccolo“.
I ricordi si affacciano alla finestra del presente, dialogano, si prendono per mano. “Ricordo l’anno in cui ha allenato il Cesena. Abitavamo nei pressi dello stadio “La Fiorita”, uscivo di casa da solo e andavo a vedere le partite. Ho visto all’opera giocatori come Antognoni, Scirea, Rivera. Come potevo non sognare di diventare come loro?
Giocare mi è sempre piaciuto tantissimo e devo dire che ho sempre pensato che un giorno avrei fatto l’allenatore”. Chi ci sta davanti lascia impronte che difficilmente si possono ignorare, penso. “Ho cominciato prestissimo, a 24 anni, nei settori giovanili. Successivamente c’è stato l’incontro fatale col Futsal e dopo sei anni da giocatore ho iniziato a ricoprire il doppio ruolo di giocatore/allenatore fino a quando ho smesso di giocare, a 42 anni. Da lì in poi non ho lasciato più la panchina“.
Se è vero che le orme dei nostri genitori sono li a segnare un percorso possibile anche per noi, ascoltando mister Neri, mi viene da pensare che sia sulla libertà che si esprime davvero un legame profondo. “Ho sempre lasciato mio figlio Mattia libero di scegliere di fare ciò che più gli piace. Lui non ama calciare il pallone. Ora sta facendo scherma e sembra che sia contento.
Lui fa il tifo per il Città di Falconara, ma vive la cosa in modo molto leggero e questo mi fa piacere. Ricordo che quando il mio papà non vinceva, stavo male – una questione viscerale – e non voglio che Mattia la viva così. Ma, possiamo anche dircelo senza vergogna, non credo proprio che esista la possibilità” quasi lo vedo sorridere pronunciando mentalmente queste parole.
Lui però, l’esempio del padre, l’ha seguito eccome, fino ad arrivare sulla panchina del Città di Falconara e raggiungere, anno dopo anno, obiettivi sempre più grandi. La stagione appena iniziata ha già regalato il primo squillo. “Ogni tappa è molto importante per il cammino nel lungo periodo. La cosa difficile è individuare cosa devi portarti dietro in seguito. Per poter competere ad alti livelli non bisogna mai sprecare un solo attimo di quello che si fa.
La partita col Padova la ritengo molto preziosa perché è stata l’unica occasione nella quale ho avuto a disposizione la rosa al completo“.
Una rosa che promette di dare spettacolo e regalare grandi emozioni a tutto il pubblico del PalaBadiali. “Ho a disposizione un gruppo fortissimo. Avere tante ottime giocatrici tutte insieme è fantastico, ma naturalmente presenta delle difficoltà.
Devo dire con soddisfazione che ognuna di loro si è messa a mia completa disposizione per il bene della squadra e questa è una cosa fondamentale”. La compostezza di Massimiliano Neri è una caratteristica risaputa e assai rara. Questo però non esclude affatto pensieri e parole fermi e perentori. “Mi aspetto una cosa sia dalla squadra che da me: che non si dia mai nulla per scontato e che ci si guadagni col sudore ogni minuto di questa stagione“.
Anche quando gli impegni della Nazionale ti lasciano con una rosa fortemente incompleta per due settimane. “Avere 5 giocatrici impegnate con le proprie Nazionali è sicuramente motivo di orgoglio. Ho a disposizione una rosa di altissimo livello, soprattutto se penso alla qualità delle ragazze che sono rimaste ad allenarsi con me a Falconara.
Egoisticamente parlando, siamo rimasti indietro nel tabellino di marcia e dovremo lavorare sodo per recuperare il tempo perso. Non aver mai avuto la squadra al completo non è stato un problema semplice da affrontare“.
Eppure la tabella di marcia viaggia spedita verso il prossimo avversario, la matricola terribile Bitonto. “Abbiamo incontrato le neroverdi al Memorial Sandri e siamo usciti sconfitti. Al netto dei soliti alibi che si possono tirar fuori e che a me non interessano, resta il verdetto del campo. Quindi massimo rispetto e impegno totale. Mi aspetto un palazzetto pieno e una squadra che farà di tutto per batterci come è giusto che sia. Allo stesso tempo, però, mi aspetto un Città di Falconara – conclude – che abbia voglia di far vedere cosa è in grado di fare“.
