Le parole scorrono sui chilometri che separano Pescara da Mosciano da un lato e da Popoli dall’altro. Dall’altro lato della cornetta, Zeudi Papponetti.
Ci accompagniamo vicendevolmente verso le nostre rispettive destinazioni. Lei verso una pasta al ragù, io verso un petto di pollo con zucchine. Entrambe però a marcia ingranata verso il proprio futuro che, per Zeudi, sa di Serie A. Di nuovo. Ma con un nuovo sapore.
“Quando giocavo a Montesilvano ero una ragazzina introversa, avevo difficoltà a fare gruppo, mi sentivo piccola, non solo anagraficamente – mi racconta- . Ora invece sono maturata e cresciuta tanto e questa Serie A la sento mia“.
Si, perché la numero 17 del TikiTaka, la massima serie l’ha guadagnata sul campo, con impegno e sudore, da protagonista. “Abbiamo ipotecato la Serie A a Chiaravalle” ricorda. “Era fine 2020, turno di campionato contro le marchigiane, un vero disastro. Abbiamo perso malamente e in quel momento pensavamo che non sarebbe stato possibile recuperare il campionato, recuperarci”
Invece. “Ci siamo ritrovate tutte fuori dal palazzetto, scoraggiate e al freddo. Era buio, un po’ come noi. Avremmo sicuramente continuato a giocare ed impegnarci ma il morale, ti assicuro era molto basso, sul fondo del fondo dei nostri scarpini. La settimana successiva però, siamo scese in campo, abbiamo messo in campo una partita inimmaginabile solo qualche giorno prima e abbiamo vinto. Da li, non c’è stata più nessuna sconfitta e a fine campionato abbiamo festeggiato la promozione. Rispetto agli anni nel Montesilvano, l’aspetto in cui mi sento più maturata è sicuramente la responsabilità. Il Francavilla è casa mia e ho vissuto da protagonista tutto il percorso di crescita che ci ha viste arrivare nel futsal che conta“.
Su questa stessa scia di pensieri, la società giallorossa ha scelto di affacciarsi nella massima serie con un progetto di crescita. Innesti di spessore in una rosa di giovani giocatrici, quasi tutte locali. “c.
Donne che si formano e crescono, all’interno di una società in evoluzione, quasi fosse una giovinezza d’animo condivisa. Anche e soprattutto quando le cose non vanno come sperato. “Il debutto in Serie A non è stato dei migliori” analizza lucidamente. “Contro il Granzette non siamo riuscite ad esprimere quanto provato in settimana. Merito anche di un avversario ben organizzato e abile a capitalizzare ogni nostro errore. Ma credo che, personalmente e come squadra, non abbiamo saputo ben gestire l’emozione della prima di campionato“.
Un filo di ansia da prestazione penso. “Sono una persona che sente tanto le partite. L’esperienza maturata negli anni mi aiuta a gestire meglio i momenti di stress emotivo, ma la prima di campionato è pur sempre la prima. Ricordo di aver detto a Debora, uscendo dall’albergo per recarci al campo, di stare bene, tranquilla. Negli spogliatoi però ho sentito crescere l’emozione e la prestazione ne ha risentito. So di poter fare molto meglio, di poter dare tanto di più“.
Non è tutto da buttare però, dalle sconfitte si impara sempre e, analizzandole, si riesce a trovare anche il lato positivo che comunque hanno. “Sono contenta della reazione che abbiamo avuto nel secondo tempo. Un po’ come quella volta a Chiaravalle, ci siamo dette che avevamo tutte le carte in regola per riprendere in mano la gara. Non è stato così poi, nonostante il gol in apertura della ripresa. Purtroppo abbiamo pagato caro gli errori commessi. Era importante però riuscire ad effettuare quel salto emotivo oltre le paure e la frustrazione. Elemento che, al di la del risultato, è la vera vittoria che ci portiamo a casa. Ora avremo tempo per poter lavorare sulle criticità evidenziatesi in campo“.
Le due settimane di pausa per gli impegni della Nazionale torneranno quindi utili al TikiTaka per farsi trovare pronto al prossimo impegno di campionato, previsto per domenica 31 contro il Bisceglie. Campo d’onore, l’Emilia Romagna Arena. “Immagino sia una cornice invidiabile, ma mi mancherà poter giocare in casa, davanti al nostro pubblico. Loro sono capaci di infonderci una grandissima carica. Non potrò mai dimenticare il rumore del boato al gol segnato due stagioni fa contro il fortissimo Città di Capena. La partita alla fine l’abbiamo persa, ma il calore dei sostenitori ci ha abbracciate, sostenute e anche consolate“.
Uno spirito di appartenenza costruito e alimentato da una società che ha creduto tanto nel territorio, ci ha investito, scommesso. E Francavilla ha risposto presente. “Credo che avere la possibilità di tifare per una squadra della propria città, soprattutto quando è una piccola realtà, sia qualcosa di esaltante e appagante. La squadra diventa di tutti, ognuno ne sente la responsabilità. Il legame personale creatosi con i tifosi poi, rende la loro presenza fondamentale. Non vedo l’ora di poter giocare al PalaRoma, guardare sugli spalti e trovare le persone che ci vogliono bene pronte a sostenerci“.
Siamo entrambe arrivate alle nostre rispettive destinazioni, è tempo di salutarci. Non prima di scoprire che il TikiTaka non ha ancora una canzone a fare da colonna sonora durante le trasferte. “Anche questo è un po’ come noi – conclude – è in fase di definizione, ma arriverà l’accordo giusto per noi”.
