Serie A

Brenda Bettioli e l’imprescindibile leggerezza dell’essere TikiTaka

Terni – Milano – Francavilla.
Umbria – Lombardia – Abruzzo.
Questo il personale giro d’Italia di Brenda Bettioli.
Niente biciclette né maglie rosa. Solo un pallone, il parquet e tanta voglia di giocare.Maciniamo chilometri, superiamo gli ostacoli, solo per te…
I ricordi mi riportano su una tribuna del Valle Anzuca, lo stadio di Francavilla. Maglie giallorosse in campo e le avventure di un cugino tanto forte quanto sfortunato nelle tempistiche di vita. Magari questa è un’altra storia, accomunata però dalle rive dell’Adriatico della cittadina costiera.Rossoverde – all black – giallorosso.
Questi ultimi saranno i colori che Brenda difenderà nella stagione 21/22. Un innesto di spessore, assieme a Debora Vanin e Adrieli Berte, che ha fatto del TikiTaka una delle sorprese di stagione. “Mi trovo benissimo qui” si appresta a raccontarmi Bettioli. “Sia come luogo, sia come squadra. La regione è bellissima, non avevo ancora avuto modo di conoscerla. Si vive davvero bene qui”. L’orgoglio di appartenenza batte forte nel mio petto e penso che abbia davvero ragione. “Lo stesso vale per la società. Allenatore, dirigenti, staff, ognuno lavora con impegno per metterci nelle migliori condizioni possibili per stare bene e e fare bene. Ci stiamo allenando oramai da due mesi e credo che abbiamo ottime potenzialità”. Neo promossa si, ma con obiettivi chiari. “Vogliamo fare in modo che il TikiTaka rimanga in Serie A. Sappiamo che il campionato sarà lungo e difficile, ma l’intenzione è di raggiungere un buon livello di gioco e contestualmente costruire una realtà solida nel panorama del futsal femminile italiano. L’obiettivo poi è arrivare tra le prime otto squadre d’Italia“.Ho la possibilità di vedere il Francavilla allenarsi tutti i giorni al PalaRoma e mi rendo conto che, per quanto possano sembrare ambizioni elevate, l’impostazione di squadra e gli strumenti per riuscire a raggiungere gli obiettivi, ci sono tutti. C’è un fattore in più inoltre secondo Brenda. “L’ambiente. E’ un ambiente leggero, tranquillo. Non voglio essere fraintesa però. Questo non significa facilismo nell’approccio, ma proprio il suo contrario. Gli obiettivi sono chiari, si lavora con impegno e professionalità, ma si fa tutto con leggerezza. Non c’è quella sensazione di oppressione che troppo spesso mi è capitato di vivere in altre realtà. E’ un approccio differente e credo che sia quello vincente per far crescere tanto le persone che siamo quanto le giocatrici“.E’ senza fronzoli Brenda. Dice sempre ciò che pensa con chiarezza e rispetto. E con un eterno sorriso stampato sul volto. “Credo che qualsiasi squadra quest’anno sia in grado di mettere in difficoltà l’avversario. Fattore, questo, che renderà la competizione ancora più avvincente”. E per il TikiTaka, la prima sfida si giocherà in quel di Rovigo, contro il Granzette di mister Marzuoli. “Le neroarancio sono una squadra che già lo scorso anno ha dimostrato carattere. Per la nuova stagione si è rinforzata, è ancora più forte. Lo sappiamo bene, ma il pensiero è centrato su di noi. Pensiamo solo a competere bene. Qualsiasi sia il risultato finale, ciò che conterà sarà la prestazione di squadra. Dobbiamo costruire, un passo alla volta, il nostro essere TikiTaka. E francamente, sono emozionata e curiosa“.Non è un’emozione da poco, anche se l’esperienza è tanta. “Quando inizia una nuova stagione, per me è sempre super emozionante. Sai, più passa il tempo più poter continuare a fare ciò che amo è una fortuna e un regalo. Non c’è nessuna ansia, anzi tutto il contrario, sono curiosa di vedere come sarà“.Nuovo gruppo, nuova squadra, nuova città. “Nuovo tutto. E’ un gruppo, questo, che mi sta dando davvero tanto. Si potrebbe pensare che noi, in quanto giocatrici con tanta esperienza in competizioni di livello, siamo le deputate a prendere per mano una realtà che si affaccia alla serie A per la prima volta, ma ti confesso che invece è uno scambio equo e stimolante. Le compagne che abbiamo trovato vogliono crescere, imparare, con umiltà. Allo stesso tempo noi, io, stiamo crescendo con loro. Riescono a fornirci un punto di vista differente sulle cose, nuove prospettive. Sto imparando tanto da loro e questo scambio può portarci davvero lontano. Il campionato, si sa, nasconde insidie dietro ogni angolo e riuscire ad affrontare e superare i momenti di difficoltà sarà quello che ci definirà come squadra. L’inizio però è dei migliori, non c’è che dire. E io sto davvero bene“.
Il segreto? Una routine giornaliera. “Avere la giornata impegnata e scandita dentro e fuori dal campo è fondamentale. Mi sveglio presto, lavoro, mi aggiorno professionalmente, mi alleno e leggo molto. Ho bisogno di fare tutto questo per mantenere alta la mia salute mentale“.Un argomento, quello della salute mentale, tanto caro a Brenda ma non ancora all’ordine del giorno nella realtà sportiva a tutto tondo. Finisce così che l’intervista diventa un terreno utile di confronto personale e scambio di pensieri. Perché si, le classiche domande da intervista appunto, lasciano il tempo che trovano. Tranquilli, lo sappiamo bene. “Credo che la salute mentale sia l’ottanta percento della condizione di un atleta, perché se non stai bene con la testa, non riesci a gestire le cose e non sei felice. In questo modo, come potrai mai riuscire a fare bene il tuo lavoro? Si parla poco di questo, troppo poco. Si parla di benessere fisico, prevenzione degli infortuni, armonia di squadra. Tutte cose sacrosante, ma il benessere psichico per me è la base su cui si regge tutto il resto. Solo negli ultimi tempi stanno prendendo piede discorsi sull’autoconoscenza. Troppo spesso gli atleti vengono trattati come cose, come “atleta macchina”, facilmente rimpiazzabile con un altro, Non viene vista e curata la persona. Troppo spesso le società, e per esteso i movimenti, non pensano che se riesci a far star bene i tuoi atleti come persone, loro renderanno molto meglio con maggiore continuità“.Parole pesanti che celano però una sperata consapevolezza. “Le cose certamente sono destinate a cambiare. Sarà un processo lungo ma inizierà. Guarda tutto il clamore generato dal caso di Simone Biles durante le olimpiadi. Ha avuto un coraggio enorme. Sai cosa vuol dire partecipare alle olimpiadi e poi decidere di non competere? E andata anche contro le direttive della sua federazione, contro il suo sistema, per manifestare un disagio reale. Si è messa in piedi per se stessa. Ha segnato l’inizio di un percorso, portando alla luce argomenti che fino ad ora erano considerati tabù. Ti svelo un segreto – mi dice – la prima società che avrà lo slancio di creare una figura chiave come quella dello psicologo di squadra, starà un passo avanti a tutti“.Concordo con lei, sono particolarmente sensibile all’argomento e mi riprometto di dedicargli lo spazio che merita. Certo potremmo continuare a parlarne per ore, ma gli impegni che contribuiscono a mantenere alta questa salute mentale stanno chiamando. “Ora vado felicemente ad allenarmi con la squadra, domenica si gioca e io non vedo l’ora“.
Beh, buona prima allora.

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