Serie B

Molfetta avanti nei playoff, Giusy De Marco: “Fiducia ritrovata”

De Marco

Come una Fenice, la Femminile Molfetta è risorta nei play off dalle ceneri di una Final Eight durata appena 40’. Troppo poco per una squadra come quella biancorossa che si è fatta perdonare (e si è perdonata) alla prima occasione utile: la gara secca del primo turno dei playoff contro il Rionero.
“Ammetto che alla vigilia eravamo parecchio giù di morale – racconta Giusy De Marcoma in poco tempo siamo riuscite a ricompattarci, sia grazie alla presenza di compagne che sono persone eccezionali prima di essere grandi giocatrici, che grazie al sostegno della società: avremmo potuto far vincere la delusione e tornare subito a casa, ma per fortuna siamo molto testarde e abbiamo scelto di ripartire. Ad ogni passaggio giusto e ad ogni tiro ben eseguito, sentivo che stava tornando quella confidenza col campo che forse avevamo un po’ perso dopo Tolentino. Cos’è successo nelle Marche? Forse un po’ troppa consapevolezza ha portato ad affrontare con superficialità – non leggerezza – la gara contro un Padova che invece ha lottato su ogni pallone: noi ci speravamo, loro ci credevano. E questo ha fatto una differenza enorme”.

Sembrano le parole di una veterana e, invece, Giusy ha appena 20 anni: gioca in Serie A2, studia Scienze Motorie a Bari e porta avanti con determinazione una doppia carriera che la vede brillare tanto sul campo che sui libri.
“E’ una questione di testa: se sto bene, questo si riflette in tutto quel che faccio. Sono la più piccola del gruppo, ma sono stata accolta benissimo e ormai mi sento a casa – commenta la giocatrice di San Giovanni in Fiore cresciuta a pane e sport -. Ne ho sempre praticato tanto, poi un giorno – dopo appena due allenamenti – il mister della squadra di pallavolo chiamò mia madre perché andavo con i piedi su ogni pallone: disse che quello sport non faceva per me e aveva ragione”, sorride.
A calcio gioca con gli amici dalle 8 del mattino fino alla sera, ma le sfide più agguerrite sono con papà Antonio.
“Se mi lasciava vincere, piangevo. Se perdevo, piangevo lo stesso. Insomma il carattere c’era, allora decise di iscrivermi nella Sangiovannese che aveva però solo una squadra maschile. Sono rimasta lì 5 anni, poi nel mio paese (San Giovanni in Fiore, n.d.r.) nacque una squadra femminile e lì è partito tutto davvero”.

Prima la vittoria del campionato di Serie C al secondo anno di attività, poi l’esordio in A2, categoria nella quale Giusy continua a mettersi in evidenza tanto da finire sul taccuino di Monopoli, allora allenatore del Noci che sarebbe successivamente salito in A.
“Gli feci 4 gol: 2 all’andata e due al ritorno. Mi contattarono anche altri club pugliesi, ma alla fine scelsi il Noci e feci la mia prima esperienza in Serie A. Dal punto di vista dei risultati non fu un anno da ricordare, ma è stato importantissimo: il mister ha fatto un gran lavoro per inculcarmi i movimenti senza palla e ho rubato con gli occhi tutto quel che ho potuto da un leader assoluto come Pia Gomez”.
Un bagaglio che da luglio 2020 è al servizio della Femminile Molfetta.
“La seconda chiamata è stata quella giusta. Ho detto sì ad un bel progetto e sono convinta che adesso possiamo dare ancora più di quando dato finora. Contro la Vigor Lamezia non sarà facile, ma di sicuro disputeremo un secondo turno all’altezza della squadra che siamo”.

Foto: Graziana Ciccolella

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