Caffè Corretto

Caffè Corretto – 11 Gradi

Ristoro Mucciante, un tot di metri sul livello del mare. Undici gradi ad essere generoso e non di gradazione alcolica. Non capisco perché ci sia questa pletora di astanti con accenti del nord est italico. Non era una roba tipo che vi faceva schifo questa parte dell’Italia? Motociclisti di quelli con il giubbotto giusto, tipo Hell’s Angels.
Ero fermo poco prima nel paese dei miei nonni, così perché era una bella giornata e ho la macchina a metano, due scuse ottime per non restare mai troppo fermo.
C’è gente che parla, quattro tizi giacca e cravatta che lumacano una povera donnina riccia, dress code da donna in carriera.

S’è concluso per qualcuno il secondo incontro dei quarti di finale playoff, per altri si va a gara tre.
A fine partita, quando si prospetta un ritorno a casa da sconfitti, lunghissimo e triste accade qualcosa che rallegra gli animi. Ci si sente meno sfortunati di chi trova lo spogliatoio riservato all’arbitro donna, occupato da un tizio irascibile. Uno che invece di scusarsi, t’apostrofa con un “stia zitta” e le vedo quelle infradito impazzite fare “flip flop” al ritmo della tua irritazione. Nota a margine, non scrivete nei referti “abluzioni consentite” che c’è gente come me con la fantasia molto fervida che già immaginava scene di disordinata indecenza.

C’è chi viaggia, chi si sposta e chi va semplicemente in giro. Preferisco se proprio devo scegliere quelli che vagano e non sempre si sono persi.
La piazza del paese, la birra, la videochiamata di Giorgia, i conigli come animali da compagnia e poi scopri anche che sono affettuosi. C’è chi vince, chi perde.

Nel futsal non perde mai nessuno, nemmeno quelli che spendono un milione di euro e si fanno rimontare a una manciata di secondi dalla fine o anche meno. 50 Special, rotta. Forse ha ragione Matteo, questa è la meraviglia del futsal. Se spiega anche a me, che di queste cose non capisco, come mai si verificano certi risultati, apprezzo. Finisce che m’interesso davvero e forse comprendo anche. Su quest’ultimo punto non sono sicuro di poter garantire. Altrimenti è tutto un Fatti Vostri, Magalli e Michele Guardì. Vanno in onda da 31 anni, hanno il pregio di essere visti e seguiti perché non danno fastidio a nessuno e sono altrettanto facilmente dimenticabili. Volevo usare Newsroom come esempio, lo tengo per una prossima volta. Proseguono anche le Football Stories, temevo fossero state abbandonate. Io mi dichiaro lettore.

Mi chiedo come possa accade che del calcio se prendi 3 sberle dai peggiori rossoneri degli ultimi 10 anni, dopo nove anni di dominio assoluto, ti crocifiggono. Mentre nel futsal è “bravo Milan”. Gli altri, esattamente chi erano?”
Capisco le ragioni, comprendo le motivazioni. Nel breve periodo pagano, in tutti sensi. In prospettiva? Da qui a qualche anno? Però se la prospettiva non la vedono nei settori giovanili, come fanno a vederla nelle parole, quelle scritte. Ecco mi sono risposto da solo.

“Il prossimo che si lamenta delle dirette di PMG”, inizia così un messaggio di Marco, appassionato di basket e vilipeso da Rai Sport. Diretta dei playoff scudetto, in ritardo, senza scoreboard. M’avverte prima del lungo post della pagina specializzata “La Giornata Tipo”, una che collabora istituzionalmente con la Lega Basket. La critica è uno sprone a migliorare, non una questione di campanile.

Rai Sport. Siamo sicuri sicuri che sia il traguardo a cui ambire, per giunta spesso a pagamento? Leggete loro. Premete su “altro”, senza paura di scammate paurose. Personalmente questo punto “- due partite (Milano-Trento e Venezia-Sassari) sono iniziate alle 17:30 e alle 18:00 di giovedì. Forse qualcuno pensa che il basket venga visto solo da fornai, disoccupati, cassintegrati e metronotte.” m’ha fatto riflettere. Dov’è che ho visto orari simili, per quale sport. Ora mi sfugge, forse però potete aiutarmi. Si tratta di sarcasmo per i più disattenti.

“Va bene per te, il calendario della tua squadra”. Mi scrive così l’uomo nero che non arriva a cavallo. Qui, su questa piana che ha ospitato i film che tanto l’appassionano. Avrò visto più partite di altre squadre, che di quelle che giocano a portata di monopattino. Guarda il mio certificato dell’anagrafe. Questa cittadina è all’inizio e alla fine di una lunga lista di luoghi dove ho vissuto. Essere nomadi non è anche una questione di animo.  Gli stereotipi s’appiccicano addosso come la colla vinilica ma senza un Art Attack.

C’è la FIDAF che organizza online un corso introduttivo sullo streaming sportivo. Lo conduce un giornalista di Sky, Taballione. Lo ricordo fuori al Quirinale. Apprezzo l’iniziativa. Fare community è il primo passo. Si dicono cose condivisibili, altre meno. L’esperienza conta, la creatività di più. Mi segno questa frase: “La telecamera dall’alto racconta I fatti, quella lungo la linea laterale le emozioni”. Ve la regalo, come suggerimento. Sarà per questo che mi trovo più a mio agio, lì a due passi dal campo piuttosto che in alto, in piccionaia.
L’oggettività del cronista non m’appartiene, la lascia ad altri, anche quelli che mi dicono di voler raccontare storie. Non credo però nell’accezione di storytelling.

C’è chi non mi aspettavo finisse a dover disputare una gara in più, quelli che invece ci sta anche se hanno dei gran portieri. Qualcuno deve anche farla una fase difensiva. Fare poi highlights di partite così è davvero una odissea.

C’è sempre la tipa che in chat chiede se in un pallone si possa sistemare la telecamera più in alto. Sul soffitto forse? Ribadisco, vi farei abbonare, sganciare denaro reale, per scrivere queste castronerie. Lei poi pensa di scusarsi con un “era così per dire”. No, meglio tacere che aprire bocca e fugare ogni dubbio.

Qui fa seriamente freddo e mi si gelano le dita. Gente cuoce gli arrosticini, con la fiamma del bruciatore a gas per riscaldare la brace. Si può fare di meglio. Non siete indigeni e quasi vi perdono.
Ci vuole uno schermo IPS per stare all’aperto con il pc, questo ha la sua età. Quand’era giovane nemmeno esistevano e io ora come risultato peggioro la mia cecità.

Saluti. C’è chi saluta il campionato, con due gare bonus. Chi lo saluta e basta. Auguri a Laura che s’è rotta giusto sul traguardo. Succede, anche se non dovrebbe. Abbraccio.
Ne mando uno anche oltreoceano. A chi non pensa al suo di cuore perché è impegnata a consolare quello degli altri. Io le preghiere le ho commissionate a chi è più credente di me e quindi spero funzionino.
Le nuvole cariche di pioggia si sono date appuntamento qui. Tiro su il cappuccio e cerco la macchina. L’ho lasciata aperta chi vuoi che la prenda qui, in mezzo al nulla.
Un compagno di viaggio, ci vuole e quasi necessario. Lascio su questa piana, questo pensiero affidandolo alle nuvole.

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