Domenica 11 aprile, la regular season 2020/2021 andrà definitivamente in archivio: per il Montesilvano c’è già la certezza del secondo posto alle spalle del Falconara, ma non per questo l’ultima gara interna contro il Cagliari sarà meno importante delle altre.
“Tra variazioni e controvariazioni – spiega Laura Esposito – abbiamo avuto un percorso frammentato che di rado ci ha permesso di giocare per un mese consecutivo, per cui dobbiamo assolutamente riprendere ritmo partita in vista della Final Eight. A livello di classifica non potranno esserci scossoni, ma di certo non regaleremo niente a nessuno, pur senza Lù ed Eva Ortega: anche a Statte eravamo nelle stesse condizioni nel secondo tempo, eppure abbiamo fatto una grande gara. Domenica ce la giocheremo al massimo, per correttezza e rispetto verso il campionato e le nostre avversarie”.
Chiusura tra le mura amiche e poi si andrà dritti verso la Coppa Italia di Rimini, con la gara dei quarti del 23 aprile che per le biancazzurre sarà contro il Bisceglie di Ventura.
“Una squadra che a me piace tantissimo – commenta Laura – con un ottimo allenatore e una buona struttura che, pur senza individualità pazzesche, permette loro di attaccare bene e difendersi bene. Sinceramente avrei sperato in un sorteggio diverso, anche perché – insieme al Falconara – è l’unica squadra che ci ha battute in campionato, ma questo ci porterà anche a non sottovalutare nessuno dato che ci hanno già dimostrato di che pasta sono fatte. Pronostici a favore? Questa è sempre un’arma a doppio taglio, perché vuol dire che il Bisceglie avrà dalla sua parte quella serenità mentale di chi non ha nulla da perdere: se dovessimo vincere noi, sarà uscito per mano della seconda in classifica, se invece dovessero vincere loro, si tratterebbe di un’impresa sportiva. Sarà dura, questa è l’unica cosa sicura”.
Ma d’altronde lo è stato anche nel 2017/18, quando – per portare la Coppa a casa per la prima volta – il Montesilvano ha dovuto piegare in successione Kick Off, Olimpus Roma e poi Cagliari ai rigori.
“Ecco… in finale tornerei volentieri, ma eviterei i rigori perché a Bari fu una serie infinita e, se fosse durata un solo minuto in più, avrei avuto bisogno dell’ambulanza – ride -. Da Faenza, ormai, non c’è un vero e proprio detentore e ci saranno motivazioni fortissime per tutte le partecipanti: a mio avviso, per arrivare al 26 aprile ci vorrà tanta squadra, fattore che avrà un ruolo assolutamente primario rispetto alle caratteristiche tecniche di squadre che ormai si conoscono tra loro. Non tanto nei quarti, perché poi ci sarà un giorno di riposo, ma in semifinale e finale conterà più di tutto la voglia di vincere e di aiutare le compagne: la squadra più unita – chiude – sarà anche quella che alzerà il trofeo”.
Ufficio Stampa
Foto: Andrea Iommarini