Serie A

Marco Bramucci: “Città di Falconara sorprendente. Ora arriva il bello”

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Un falcone coronato, con le ali aperte pronto a volare, appollaiato su sei monticelli rossi. Sullo sfondo, un cielo azzurro.
Questo, lo stemma della città di Falconara.
Riflettendoci, c’è una similitudine che viaggia quasi in parallelo, con l’immagine che salta alla mente pensando alla squadra di futsal femminile. Il Città di Falconara: un falcone con le ali pronte a spiccare il volo. In questi anni il CdF del presidente Bramucci si è preparato, ha costruito, lavorato, per arrivare lì, dove tutti lo vediamo oggi, in alto e con le ali spiegate. La stagione 2020/2021 non sarà solo ricordata per essere la stagione del Covid, ma anche per aver visto entrare le Citizens, nella sala del gran ballo da prime della classe, con il suo vestito più bello.

Il momento più bello, secondo Marco Bramucci, però deve ancora arrivare. “Guardando ai risultati ottenuti in questa stagione, devo dirti che nessuno poteva immaginare un andamento simile, visto il livello e il valore di tutte le rose del campionato. Per tutti noi è stato un risultato totalmente, inaspettato. Dal punto di vista delle prestazioni, da inizio anno, c’è stata una crescita continua e costante. Ora arriva il bello, perchè si gioca per vincere qualcosa, ora più che mai ci si mette in gioco“.

La regular season racconta di una stagione che rasenta la perfezione: solo risultati positivi e la dimostrazione di aver carattere, da vendere. Elementi e fattori, questi, fondamentali quando la stagione entra nella sua fase più calda. Costretta però a disputarsi ancora a porte chiuse. “Giocare i play off senza pubblico non sarà facile. Il calore del Pala Badiali rappresenta il sesto uomo in campo per noi. Per questo, tutti i risultati raggiunti fino ad ora hanno un valore maggiore, più rilevante. Perché raggiunti, senza la spinta del pubblico. Quello che ogni domenica affollava i gradoni del palazzetto”.

Per i tifosi, però, è solo una questione di tempo. La società di via dello stadio, ha tutta l’intenzione di proseguire nel cammino intrapreso. “Tante persone ci hanno mostrato il loro rammarico per aver dovuto assistere allo spettacolo della serie A da uno schermo, senza poterlo vivere sugli spalti. Tutte le nostre forze sono convogliate nel progetto, per riproporre uno spettacolo di così alto livello anche per nelle prossime stagioni“. Lontano dal luogo pagano di culto del Pala Badiali, il popolo citizens fedele alla sua squadra, ha sempre mostrato attaccamento ai propri colori che non ha paragoni nel panorama della Serie A Femminile.

La comunità è sempre stata presente, ci ha sempre supportato. Lo dimostrano i numerosissimi messaggi, pubblici e privati, che abbiamo ricevuto, il numero di visualizzazioni negli incontri di campionato. Il Covid da queste parti si è fatto sentire con tutta la sua potenza devastante e, pensare di essere riusciti a regalare emozioni e soddisfazioni, alleviando il dolore causato dalla pandemia a quel pubblico che fa parte della nostra quotidianità, è una gioia grandissima. Il Città di Falconara non è solo una squadra, ha un ruolo sociale, come realtà sportiva all’interno del tessuto della comunità locale. Non siamo mai stati slegati dalla nostra città che, dal canto suo, non ci ha mai fatto mancare il proprio appoggio. Anche con il Covid, è comunque presente“.

Tutta Falconara, e non solo, ha imparato a conoscere e amare le protagoniste di questa stagione da record. Giocatrici accolte e abbracciate dalla comunità nella quale e con la quale vivono. Le conosce bene Marco Bramucci che, assieme a Mirco Massa, Lorenzo Mondini e a tutta la società, ha costruito una rosa di altissimo livello, sia tecnico che umano. E’ proprio il presidente a raccontarcele.

Sono bravissime ragazze, davvero. Grandi, mature, ognuna con la propria vita e con le proprie caratteristiche. Sono quasi tutte diverse tra loro ma vivono professionalmente il loro impegno agonistico. Accordandosi in modo perfetto, nella loro diversità. Ognuna si è mostrata agonista ad altissimo livello, migliorando le proprie caratteristiche nel corso dell’anno. Merito anche di uno staff affiatato e in gamba. Quello che più mi ha sorpreso è stata la sicurezza acquisita, come squadra e la tranquillità con cui è stata gestita la stagione regolare. Ognuna di loro ha messo a disposizione delle compagne e della squadra, le proprie peculiarità. Rendendo possibile una crescita personale e collettiva“.

Come fosse un appello, il Presidente ha un pensiero per ognuna.
Andiamo con ordine e partiamo da chi difende il risultato con le mani e con i piedi, letteralmente:
Angelica Dibiase: la “portierona di Salandra”, il paesino da cui proviene. E’ una giocatrice dalla serenità straordinaria e si merita di essere entrata tra i dieci portieri migliori del mondo. L’emozione dei Futsal Awards si è fatta sentire. Ti dico solo che la notizia l’ha avuta da Taty. Una giocatrice di questo calibro che ti da una notizia così grande, ha reso, per Angelica, il momento ancor più emozionante. Siamo felici ed orgogliosi di e per lei.

Gioia Marcelli: “gioia” di nome e di fatto. Il suo nome la definisce perfettamente. Sprigiona solarità da tutti i pori e per noi, nonostante la sua giovane età, è davvero un portiere di Serie A per tutti i sacrifici e l’impegno che infonde.

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Taty: “l’arcobaleno cosmico”. Va a destra e a sinistra come un arcobaleno che ha in se tutti i colori dell’universo. E’ fortissima, è fuori categoria sia come persona che come giocatrice.

Isa Pereira: “l’amazzone di Povoa”. La sua forza fisica e la capigliatura alla Xeena la rendono simile ad un’amazzone. Credo sia sottovalutata dalla critica, per noi è una giocatrice chiave, totalmente in sintonia con lo spirito Falconara.

Nona Navarro Saez: “la wizard di Barcellona”. I wizard sono maghi impensabili, stregoni, ed è quello che lei è con i piedi. La naturalezza di gioco che possiede è davvero magica, ipnotica quasi. Per me è la più grande soddosfazione di stagione, rientrata alla perfezione dopo un brutto infortunio.

Carmen Delia Gutierrez Montero, Guti: “la niña  di San Ferdinando”. E’ la più sudista tra le giocatrici, lo spirito libero del sud della Spagna la contraddistingue pienamente. Alla fine della scorsa stagione, le avevo detto di sentirsi come a casa sua e lo ha fatto. Lo dimostra in ogni momento, sia nel suo gioco, sia nella sua vita al di fuori dal campo.

Sofia Luciani: “il Capitano”, detta anche “Sofileia”. Questo nomignolo viene da quando è arrivata, giovanissima. In una squadra  di sole italiane, lei era la più forte e valeva come una straniera. Era quasi una speranza questo soprannome, che potesse diventare come Lucileia. In realtà sono giocatrici profondamente diverse, potente in entrambe le fasi una, più tecnica l’altra. Potrebbero giocare bene insieme e a quel punto si che sarebbero Sofileia. Si è dimostrata all’altezza delle colleghe straniere di conclamato valore e questo è il premio ad una carriera fatta in una società sempre in crescita.

Erika Ferrara: “la pupilla” e guai a chi la tocca. E’ arrivata in un momento difficile per noi e abbiamo puntato tantissimo su di lei. Nel tempo la squadra e cresciuta e lei lo ha fatto molto bene con la squadra. A volte ci dimentichiamo di quanto sia giovane e che ha intrapreso la carriera di calcettista a cinque da relativamente poco, e ce ne dimentichiamo perché è al livello delle grandi giocatrici.

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Rafaela Dal’Maz: “el tractor”, detta anche “il sindaco di Falconara”. Facile spiegare il perché, adorata dal pubblico. Quando gioca lo trascina letteralmente, permettendogli di entrare nella partita. Quando segna non manca mai di dare il cinque a quanti sono in prima fila. E’ la giocatrice, secondo me, che soffre di più l’assenza di pubblico, eppure ha fatto la sua stagione dei record, viaggia ad una media di un gol e mezzo a partita. La sua stagione migliore.

Marta Penalver Ramon: il mio amico Andrea Pibia le ha dato il soprannome di “guerriera” quando era a Cagliari. Ed è proprio così, una guerriera, una che non vuole perdere neanche nella partitella di riscaldamento. Ci fosse una sfida a biglie in spiaggia, neanche quella vorrebbe perdere per nessun motivo al mondo. Il suo soprannome la definisce alla perfezione e non avevamo dubbi sul fatto che si sarebbe adattata subito. Anche in lei vive lo spirito Falconara.

Silvia Rubal: “la galiziana di Burela”. Per noi è una figura fondamentale, anche se ha giocato poco. Ha una grandissima passione e determinazione e tutto questo lo trasmette sia alle ragazze dell’under 19, che ha fatto crescere dedicando loro una cura invidiabile, sia alle atlete più affermate”.

Se la rosa è stata curata come si confà al cospetto di donne preziose, Marco Bramucci non manca di riservare medesima attenzione a quanti svolgono il loro lavoro, fuori dal rettangolo di gioco.

“Lo staff è come un’orchestra fatta di tanti strumenti diversi ma perfettamente in sintonia. E’ affiatato e completo e mister Massi Neri ne è il direttore perfetto. Nel suo lavoro è affiancato da Fabrizio Bombelli che cura i portieri; Andrea Mosca, vice allenatore che cura la parte offensiva; Francesco Cesaroni al quale è affidata la parte difensiva; Salvatore Maiorano preparatore fisico e Federico Maurizi match analyst. Lui studia gli avversari che ci troviamo a dover affrontare di volta in volta. Una figura capace di apportare un contributo prezioso durante la stagione e un modo di lavorare che ha convinto anche i più scettici”.

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Un orchestra di questo livello, sta ora accordando i suoi strumenti per suonare la propria musica sul palcoscenico più bello di stagione: la Coppa Italia. Un altro grande traguardo per il Città di Falconara che concorre a diventare regina di coppa della massima serie, per la prima volta nella sua storia. “Qui a Falconara abbiamo ospitato tante volte le coppe a livello regionale e sappiamo qual è lo spirito che le anima. A livello nazionale ci siamo andati molto vicini una volta, lo scorso anno poi il Covid l’ha impedito quindi, di fatto, siamo alla nostra prima partecipazione. C’è molta emozione e curiosità anche se, senza il pubblico, questa competizione non è la stessa, un vero peccato“.

Il primo avversario da affrontare per capitan Luciani & Co sarà la Kick Off di mister Russo. “L’avversario più forte tra i quattro che potevamo pescare. Il sorteggio non è stato dalla nostra parte, ma queste sono le regole quindi va bene così. Si sarebbe potuto fare come nel maschile, dividere le teste di serie, ma oramai è così e questo è il risultato. Per noi ci sarà la Kick Off ed è a questo che dobbiamo pensare“.

Le notizie che arrivano da San Donato Milanese però non sono delle migliori. Il Covid rischia di mettere i bastoni tra le ruote alle “All Blacks” costringendo la società a non poter prendere parte alla competizione. Nulla di certo ovviamente, ma è un rischio che va valutato. “Riccardo Russo è un amico e so quanta passione e impegno infonde per la sua squadra. Da parte nostra, io sarei anche disponibile a giocare la Coppa a Giugno, loro sono sempre i detentori del titolo e non sarebbe la stessa cosa senza di loro. Come dico sempre, lo spettacolo c’è perché ci sono i competitors e le sfide tra noi sono state sempre molto spettacolari. Staremo a vedere cosa succederà“.

Avversario a parte, Marco Bramucci ha ben chiaro qual è l’obiettivo: “L’obiettivo è di non lasciare nulla di intentato e dare fondo a tutte le energie sapendo che il margine di errore è minimo, perché non c’è una seconda chiamata in Coppa. Sono fiducioso che la squadra sarà questo, perché è ben allenata, ben costruita e fatta di giocatrici forti. C’è il momento della gara, quaranta minuti in cui si decide tutto. In questo caso è vero – conclude – sono davvero tutte finali, come tali le giocheremo“.

 

 

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