Final Eight

Final Eight, un viaggio attraverso l’albo d’oro della competizione

final eight

La prima foto scattata da Any Given Sunday, durante una partita di futsal. Risale ad un momento nel quale nemmeno immaginavo che quello spazio sul web sarebbe potuto diventare un portare di storytelling e informazione specializzato sul calcio a 5 femminile. Correva l’anno 2015, Coppa Italia. Sul parquet del Pala Giovanni Paolo II, si affrontavano Montesilvano e Lazio. La scintilla che mi ha portato a girare per i palazzetti di tutta Italia, cercando di raccontare il futsal dal mio punto di vista, scocca proprio lì. Durante una Final Eight.
Sembra trascorsa un’eternità da quel momento. A pensarci bene, in effetti di cose ne sono successe da quel giorno. Provo a rivolgere lo sguardo al passato, per ripercorrere quel cammino. Una Coppa Italia alla volta.

Per giungere a quella che prenderà il via tra poche ore.
Passato, presente e futuro. Per provare a raccontare non solo la nostra storia, ma la storia di un movimento intero.
Dal piccolo al grande, tutto tende alla complessità.

Duemilaquindici.
Palcoscenico della kermesse, il Pala Giovanni Paolo II di Pescara. Le “otto sorelle” in lizza per il titolo finale: Kick Off, Lazio, Italcave Real Statte e Isolotto Firenze – le prime dei tre gironi in cui era articolato allora il campionato, si aggiungeva la migliore seconda. Montesilvano, L’Acquedotto, Salinis e Ita Salandra – squadre vincitrici degli spareggi di accesso -.
Spalti gremiti, per tutta la durata della manifestazione. Vissuta in tandem con quella maschile, entusiasmo e novità.

La descriverei così, se dovessi impiegare solo poche parole. Il futsal femminile italiano stava crescendo, i ritmi sembravano esponenziali, Sul campo tante giocatrici di gran talento, italiane e straniere.
Quell’anno ad appuntarsi la coccarda sul petto: l’Italcave Real Statte. Battute sul campo le padrone di casa del Montesilvano. Le pugliesi mettevano in bacheca, la loro quarta coppa. Record questo, ancora imbattuto. Guidava le rossoblù: Susanna Nicoletti, la donna delle Coppe.

Duemilasedici.
Di nuovo Pescara. Di nuovo Pala Giovanni Paolo II.
Anni speciali per il futsal, nella città in riva all’Adriatico. Quella che ha dato i natali a Gabriele D’annunzio. La mia città, era l’ombelico del mondo del futsal. Complice una struttura ricettiva di alto livello,  una grande presenza di palazzetti all’altezza di ospitare competizioni di rilevanza nazionale.
Per noi di Any Given Sunday, quella fu la prima uscita pubblica in assoluto. La prima da addetti ai lavori. Cercavamo ancora la nostra forma, era un momento di passaggio, di unione tra Futsal Time e AGS. Come nel film: “La forma dell’Acqua”. Quello è stato anche l’anno della nascita della Serie A Élite. Anche il trofeo dedicato alle otto migliori squadre, si reinventa, muta per rimanere sempre almeno un po’ se stesso.

Wikipedia recita “La Coppa Italia Élite 2015-2016 è stata la 1ª edizione assoluta della manifestazione.”
La stagione delle prime volte.
A contendersi il titolo, le prime quattro classificate dei due gironi, al giro di boa dell’andata. Lupe, Kick Off, Isolotto, Ternana e Montesilvano, Lazio Femminile, Real Statte, Lazio.
Il primato del primo gol realizzato va a Sofia Vieirà, in forza alla Kick Off. La gara contro la Lazio termina con il risultato di 1-1. Saranno i rigori di Pomposelli, Benvenuto e Alves a permettere alle biancocelesti di passare il turno. La successiva vittoria in semifinale contro le Lupe, permette alle laziali di staccare il biglietto per la finale.

A attenderle, l’Isolotto di Cely Gayardo, autrice del gol che decise la gara. Uno a zero. La Coppa s’incammina nel suo viaggio, verso Firenze.
Di quell’anno conservo il ricordo di una Lazio mai arrendevole e di un Isolotto che voleva a tutti i costi, tornare a casa con il trofeo. Una finale bellissima, tesa, equilibrata e piena di emozioni.

Duemiladiciassette.
Bassano del Grappa. Ancora ricordo la nebbia. Non me ne vogliano i veneti.  Se nasci in riva al mare, non puoi fare a meno di utilizzarlo, come termine di paragone.
Se negli anni precedenti la competizione si disputava in concomitanza, nel medesimo luogo, di quella maschile, la coppa del 2017, ha come primato quella di avere una data e una sede tutta sua.
La scelta fu oggetto di critiche e apprezzamenti, quasi in egual misura. Pensieri e opinioni incastrate tra la voglia di emanciparsi dall’ala protettrice e soffocante del futsal maschile, e la consapevolezza che l’afflusso di pubblico e il volume d’interesse, sarebbe stato inferiore agli anni precedenti.
Lunga premessa.

All’arrivo, il Pala Bruel ci accolse con grande calore. Un po’ meno i ristoranti della zona che, alle 22:30, dopo l’ultimo quarto di finale di giornata – Breganze vs Lazio, terminato con la vittoria delle venete ai calci di rigore – quasi non ci permisero di cenare. Abbiamo conosciuto abitudini diverse, così come abbiamo preso consapevolezza che è più conveniente fare colazione con uno spritz che con caffè e cornetto. Il primo da quelle parti, ha un prezzo decisamente più vantaggioso.
Torniamo al campo.

Sinnai, Breganze, Ternana, Kick Off, Olimpus, Montesilvano, Sporting Locri, Lazio. Queste le finaliste.
L’Olimpus di mister D’orto e capitan Lucileia, si preannunciava come la squadra da battere. Così è stato. Due delle quattro semifinali sono state decise dai rigori. Competizione equilibrata e indice del livello tecnico e tattico delle squadre partecipanti. A scendere in campo il 5 marzo alle ore 18 per un posto nell’olimpo del futsal, furono l’Olimpus -appunto- e il Sinnai. Tra le fila delle romane, alcune delle giocatrici che l’anno prima avevano alzato il trofeo con indosso la casacca dell’Isolotto. Tre nomi su tutti: Da Rocha, Gayardo, Cortes. Quello era l’anno del triplete: Coppa Italia, Campionato e Supercoppa. (Del regalo più bello perché inaspettato, si sfila la maglia Leticia e la trasforma in un dono. ndr)

Duemiladiciotto.
Forse la Coppa Italia che ricordo con più affetto.
Location: Bari.
Convivenza con i miei compagni di avventura: folle.
In occasione di quella competizione, inoltre, arrivò per noi un riconoscimento importante. “Ho vinto un premio”, ricordo che dicevo in giro. Si, perché quell’anno Any Given Sunday partecipò e vinse il concorso indetto dalla Divisione Calcio a 5: “Futsal Maker Player”. Partecipammo con un cortometraggio: “Boys and Girls Dream Alike”. Realizzato per sottolineare che quel sogno di giocare a calcio, a futsal in questo caso, non conosce barriere di sesso e razza. E’ di tutti. Protagoniste di quel video furono: Ersilia D’Incecco, che non ha bisogno di presentazioni, e Angela Passeri, giovanissima calciatrice del Delfino Pescara all’epoca. Oggi titolare dell’Inter femminile di categoria. L’Inter, quella vera, quella con il logo dei cinesi. Voglio ringraziarle, ancora una volta.

Torniamo sul meraviglioso parquet nero del Pala Florio.
Pescara, Olimpus, Montesilvano, Ternana e Kick Off, Real Statte, Cagliari e Lazio, le protagoniste della kermesse. Ad inizio anno il Pescara si candidava ad essere la squadra macina titoli di stagione, le “galacticos”. I mesi di avvicinamento alla competizione, si trasformano in un calvario sportivo e societario. Un periodo così complicato da trasformare la compagine abruzzese, una delle prime eliminate di Coppa. Questa però è una storia che abbiamo già raccontato.
Andiamo avanti.
La detentrice del titolo, l’Olimpus, si ferma in semifinale contro il Montesilvano. Partita d’intensità, di quelle vere, quelle di coppa. (Nell’accezione dell’avvocato Agnelli, di Boniek, dei belli di notte, delle notti magiche. ndr)

Attendono le abruzzesi in finale, le ragazze del Cagliari di capitan Cuccu.
Che partita quella finale. Non sono bastati i tempi regolamentari per decretare una vincitrice. Non sono bastati neanche quelli supplementari.
Sulle panchine, Podda da un lato, Marzuoli dall’altro.
Mulas, Peque, Vargiu, Gaby e Marta contro Sestari, Amparo, Mendes, Ortega, Nicoletti. Questi i quintetti di partenza.
Apre le danze Marta, al decimo. Pareggia i conti Domenichetti ad inizio secondo tempo. Una partita equilibratissima e ad alta intensità di gioco. Alla fine dei quaranta regolamentari, il risultato è ancora di 1-1.

Supplementari. Amparo mette la freccia per il sorpasso. Gaby, al trentottesimo, ristabilisce la parità.

Calci di rigore.
Ricordo ancora le emozioni di entrambe le squadre, i visi tesi delle giocatrici, gli incoraggiamenti, gli abbracci, i sorrisi di Cuccu e Guidotti al lancio della monetina che stabiliva l’odine di partenza per i rigori. Elena Lunardi, arbitro dell’incontro, ha sottolineato più volte il suo stupore davanti a queste due donne che, in un momento di così grande tensione, sono riuscite a sorridersi e a sorridere alla gara.

Peque sul dischetto, fiato sospeso nel palazzetto. Il suo tiro si insacca alle spalle di Sestari. Vantaggio Cagliari.
Per il Montesilvano è Amparo a caricarsi sulle spalle il primo tiro, colpo che gonfia la rete e ristabilisce l’equilibrio.
La guerriera dai capelli ricci, Marta, spiazza il numero uno biancazzurro; ribatte Susanna Nicoletti – la donna delle coppe ricordate? – Si continua. (La palla s’appoggia al palo, per un brevissimo istante tutto si ferma. I mosaici, il papà e i trofei. La palla scivola sul palo e gonfia la rete. ndr)

Gaby contro Sestari.
Generazioni di campionesse. L’esperienza e la classe della numero xx.  Di fronte, il talento e la voglia del portiere brasiliano. Brasile contro Brasile. Fischio dell’arbitro, rincorsa, calcio. Il pallone che vola alto sull’incrocio dei pali. (Com’è quella storia, Ana? Ne prendo almeno uno tranquille? ndr)

Il Montesilvano ha, nei piedi di Aline Elpidio, la chance della vittoria. Il silenzio del Pala Florio, lo ricordo ancora benissimo. Pochi secondi, un rigore. Poi le urla di festa delle biancazzurre,  consegnate al cielo di Bari. La prima Coppa Italia del Montesilvano.
Che partita ragazzi.

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Duemiladiciannove.
Più le esperienze vengono vissute sulla pelle, più i ricordi si delineano con chiarezza. Forse, sono solo portati a galla, dalle emozioni. Ricordi ed emozioni viaggiano di pari passo, costruiscono la nostra realtà. Danno agli eventi oggettivi, una connotazione del tutto personale. Prima di arrivare a destinazione, facciamo tappa da una vecchia amica, Livia Galletti, e dal suo cane Toby.
Prima polaroid scattata, 21 marzo – mattina. Mentre facevamo colazione nel regno di Gino Fabbri, il pasticciere Campione del Mondo, a Granarolo. Non sapete chi sia? Beh, non sapete cosa vi state perdendo.
Salutiamo La Lola che segnala l’arrivo e la partenza, dalla fabbrica della Granarolo – si si, è proprio quello della Lola – ed è così che arriviamo a Cavezzo, sede dei quarti di finale.
Semifinali e finale si disputeranno a Faenza, al Pala Cattani.

Non ho mai capito se i nomi dei palazzetti vadano scritti tutto attaccato o no. E’ un dubbio che ho dall’alba dei tempi, da quando racconto questo futsal.
Nomi a parte, nel 2019 cambia la formula di accesso: qualificate direttamente le prime quattro squadre del girone unico, accesso tramite turno preliminare per le altre otto.
Così, il 21 marzo sono state Kick Off, Real Statte, Montesilvano, Salinis, Florentia, Ternana, Lazio e Breganze le “magnifiche otto” a partire in direzione Emilia.

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Per noi giornalisti, la coppa con più chilometri percorsi nei palazzetti. Le tribune stampa richiedevano infatti una bella camminata per essere raggiunte, soprattutto a Faenza. Evidentemente la Divisione ci teneva alla nostra forma fisica. Scherzo ovviamente, ma si, abbiamo salito gradoni così tante volte che Zeman sarebbe stato orgoglioso di noi.

La Salinis avrebbe dovuto vincere tutto, in considerazione di quanto mostrato in campionato. Si fermerà in semifinale invece, sbattendo contro il muro della Lazio. A decidere, i calci di rigore.
Le biancocelesti avevano già mostrato quanto fosse valido e pronto, il loro giovanissimo parco portieri, nel quarto di finale disputato contro lo Statte. Arianna Tirelli e Carlotta Scarcella. Sicurezza da veterane, a discapito della loro età.

Tiri dal dischetto, decisivi. Accade spesso in questa manifestazione. Si è ricorso a loro per decidere il passaggio del turno, per tre squadre su quattro. Solo il Montesilvano infatti passa al termine dei quaranta regolamentari contro la Ternana.
A fare da sottofondo alla prima giornata, fu proprio la tribolata situazione societaria della società umbra, guidata quell’anno da mister D’orto.

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Per noi, non ci furono solo grattacapi sportivi.
E’ stata, quella, un’occasione per rivedere vecchi e nuovi amici, pranzare con il portierone di Patù.
Con una comitiva quanto mai allegra il giorno dopo. Tra balle di fieno e prati in fiore.
La casa presa in affitto, base della redazione, s’animava tra interviste, polemiche, risate e imprevedibili incursioni serali. Se ci ripenso ancora, rido.
Mi sto perdendo però.
Il campo, torniamo al campo.

In semifinale la Kick Off di mister Russo, grande assente nella Final Eight che stiamo per vivere, batte il Montesilvano, al termine di una gara avvincente. Stessa musica tra Salinis e Lazio. Due semifinali decise ai rigori. Sorpresa, più o meno, di Coppa: la Lazio che, il 24 marzo scende in campo per la finale contro le All Blakcs.

“Si i’ penso i’ pens’ a te, si suonn’ suon’ a te”. Le parole e la musica di Angelo Famao sono state la colonna sonora della vittoria della Kick Off. Se chiudo gli occhi, le sento ancora cantare.
La compagine di San Donato Milanese ad oggi, è ancora la detentrice del titolo.

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Si, perché il capitolo duemilaventi purtroppo non posso scriverlo. Nessuna competizione, campionato congelato. Il mondo travolto dal corona virus. Pandemia.
Un anno lunghissimo che ci ha visti tutti sugli scudi, cercando di mantenere un briciolo di sanità mentale e speranza nel futuro.
La Coppa Italia 2021 credo che sarà proprio questo: il tentativo di dimostrare e di dimostrarci, che, nonostante tutto siamo sulla strada per potercela fare, che abbiamo “scollinato” come si dice, anche se sembra piuttosto una scalata alla vetta dell’Everest che una strada di collina, seppur in salita.

Cambiano i protocolli. Tamponi per tutti, niente pubblico, accessi super controllati. Cambiano le imprevedibilità, basta vedere la necessità di rinunciare alla competizione causa covid da parte della società di San Donato Milanese. Cambia tutto. Cambiamo anche noi.

Quali orizzonti ci mostrerà questa Final Eight non lo so ancora, sicuramente saranno nuovi, forse ci traghetterà verso un futuro che non avremmo mai immaginato.
La speranza e la gioia, è tutta qui. Nella valigia che ognuno di noi sta preparando per raggiungere Rimini. RDS Stadium. Questa volta sono abbastanza sicura che si scriva così, staccato.

Vi aspettiamo sulle pagine digitali di AGS per vivere insieme la Coppa Italia 2021 e scoprire chi, tra Falconara, Montesilvano, Real Statte, Lazio, Città di Capena, Bisceglie e Pelletterie, al termine di questo viaggio, scriverà il suo nome sull’albo d’oro.

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