“Se puoi sognarlo, puoi farlo” diceva Walt Disney.
Non è vero, non è sua la frase, ma di Tom Fitzgerald, progettista Disney per l’attrazione Horizons di Epcot, uno dei quatto parchi tematici dedicati a Topolino & Co, situato presso il Walt Disney World Resort a Bay Lake, Florida.
La seconda imprecisione riguardo questa citazione, concerne il suo significato. Svincolate dal semplicismo, Fitzgerald racchiude in poche parole, un messaggio più strutturato, profondo, in linea con quell’idea di American Dream che permeava la cultura d’oltre oceano dell’epoca: “Se puoi sognarlo, allora esiste un modo per realizzarlo, ma se non esiste, e ci credi davvero, rimboccati le maniche e trovalo!”
A sentire Bruna Marcon, questo è stato, ed è il mood del Futsal Femminile Cagliari. Il sogno è la salvezza ovviamente, traguardo che passa dall’impegno e dalla fatica di tutte. Fattori importanti tanto da pagare già i loro primi dividendi.
L’ultima fatica in termini di tempo, è stata la gara contro la Lazio, partita che ha chiuso il lungo periodo di recuperi delle isolane. “Era una partita decisiva per noi – afferma senza mezzi termini Bruna – La gara in sé non ci avrebbe permesso di raggiungere la matematica salvezza è vero, con una vittoria però, avremmo avuto la possibilità di combattere ancora e batterci per il nostro campionato. Eravamo consapevoli della difficoltà, eravamo altrettanto consapevoli che avremmo potuto vincere. Le partite iniziano tutte zero a zero in fondo.
La cosa più importante per me è stata averci creduto fino alla fine e averlo fatto tutte, insieme. Determinante è stato riuscire a commettere meno errori rispetto alle gare precedenti, risultando più precise nelle trame di gioco. Spesso – analizza – i risultati negativi arrivati in stagione sono stati frutto dei troppi errori commessi. Contro la Lazio, abbiamo gestito meglio la gara, uscendo dal campo con il risultato che speravamo. Ho visto una squadra che non ha mollato mai, che ha corso dietro ad ogni pallone, che ha combattuto fino alla fine. Una squadra accomunata da uno stesso obiettivo: vincere“.
E’ stata scardinata così l’ultima posizione, conquistando punti importanti e collezionando buone prestazioni. Il cambiamento, secondo la numero 10, è tutto nella mentalità. “Nelle ultime settimane sono stati operati alcuni cambiamenti tattici che ci hanno viste proporre in campo un gioco diverso. Personalmente questi accorgimenti mi hanno fatto sentire più libera e a mio agio nella manovra tanto di impostazione quanto di difesa. Ma la vera svolta è arrivata nel momento in cui è stato il nostro atteggiamento a cambiare. Abbiamo iniziato a credere sempre più in noi stesse, rendendoci conto che avremmo potuto farcela, nonostante tutto. E’ da qui, da questa consapevolezza acquisita, che le cose hanno iniziato ad andare meglio“.
Oltre a punti e prestazioni, è stata anche la media realizzativa a vedere un incremento decisivo. Tante delle finalizzazioni portano il nome di Bruna Marcon, che spartisce il titolo di bomber con Sabrina Marchese. “I gol sono sempre frutto di un lavoro di squadra. Ovviamente sono molto felice di essere tornata a far gol con continuità, così da poter aiutare la squadra. Questo sarà sempre il mio obiettivo, aiutare nel gioco e nella finalizzazione, che sia la mia o delle mie compagne. Certo è che segnare è sempre bellissimo, il momento più bello della partita e il grande obiettivo del nostro sport. Lavoro molto per essere determinante sotto porta, per questo credo che il risultato sia meritato.
Voglio essere una giocatrice migliore, sempre, giorno dopo giorno. Non è semplice, perché serve molto impegno e sudore, non solo dentro il campo. Cosa accadrà nelle prossime partite non lo so. Porto con me la certezza della mia dedizione alla squadra, intatta. Continuerò impegnandomi costantemente per fare meglio, combattendo fino alla fine“.
Rimboccarsi le maniche, dicevamo. E’ stato necessario per affrontare il periodo intenso di partite ravvicinate, lo sarà ancora in vista del finale di stagione. “Se dovessi descrivere con una sola parola il nostro ultimo mese e mezzo pieno di partite, mi viene in mente un solo termine: stancante. La difficoltà più grande per me è stata la mancanza di allenamento. Giocando ogni tre giorni, gli allenamenti, quando riuscivamo ad allenarci, erano tutti finalizzati a correggere gli aspetti tattici nei quali incontravamo maggiore difficoltà. La stanchezza era la nostra sfida più grande ma ce l’abbiamo messa tutta per conviverci e preservarci allo stesso momento.
A me piace giocare, ci alleniamo per quello in fondo. Le domeniche sono i giorni più belli della settimana proprio perché si gioca. Pensando a questo, è stato bellissimo avere più domeniche nelle nostre settimane. Inoltre, abbiamo avuto la possibilità di riprendere il ritmo che ci mancava dopo tanto tempo ferme“.
Anche se la stagione delle rossoblù ha riservato più difficoltà che gioie, ciò che non entra nel vocabolario e nel vissuto della brasiliana, è il termine rimpianto.
“Nessun rimpianto, nessun rimorso” cantavano gli 883.
“A me piace guardare agli errori come un’occasione per migliorare. Senza dubbio, con qualche vittoria in più oggi non saremmo nella condizione di dover lottare, ancora, per la salvezza. Credo che senza quello che abbiamo passato, non avrei la consapevolezza che ho oggi. E’ molto bello vincere, chi non lo dice, semplicemente mente. Quando ci si rialza dopo le sconfitte, è ancora più bello, una soddisfazione altissima. Potente. E’ quello che ci fa crescere e imparare.
Ci siamo trovate nella condizione di dover affrontare tantissimi ostacoli, sconfitte che ci hanno fatto pensare a tantissime cose, anche di mollare. Ma abbiamo tenuto duro. Così siamo arrivate fin qui, ancora con una speranza di salvezza.
A livello personale, inoltre, da inizio anno, ho iniziato anche un altro tipo di allenamento, quello mentale, affidandomi ad una mental coach. Mi ha aiutato molto a stabilizzarmi emotivamente e a non arrendermi quando gli avvenimenti sembravano essere catastrofici. Oggi ho una routine di meditazione, con la quale riesco a mantenere sempre alta la concentrazione, a guardare i miei obiettivi lavorando per raggiungerli“.
Il raggiungimento dell’obiettivo salvezza passa anche e soprattutto dall’ultima gara di stagione regolare contro il Montesilvano. Quando si dice: “chiudere col botto”.
“E’ stata una settimana intensa, non pensiamo che alla gara di domenica. Abbiamo molto chiaro il livello di difficoltà della partita, sappiamo che affronteremo la seconda della classe. Però ho imparato che dentro il campo si gioca cinque contro cinque, si parte in parità. E’ questo che conta. Credo sia la partita che vale un campionato e ho molta fiducia in quello che possiamo fare. Dobbiamo pensare di arrivare al Pala Rigopiano senza guardare chi c’è dall’altra parte, pensando solo a noi e a giocare bene. Io in particolare non penso ad altro, ho anche sognato la partita e non vedo l’ora di giocare.
Credo che la mentalità con la quale dobbiamo avvicinarci alla gara sia quella che racchiude una buona attitudine al gioco e la capacità di mostrare che siamo in grado di affrontare ad armi pari anche un avversario insidioso. Entrare in campo con il peso della vittoria sulle spalle non ci aiuterà. La classifica dice che dobbiamo vincere, certo, ma il risultato dipende da quello che riusciremo a fare in campo. Dobbiamo dare il massimo e mi piace questa sfida! Non conosco ancora il finale del film di questa stagione. Ma quello che ho visto fino ad oggi potevo dire “salvezza, dove sei?””
L’orologio ticchetta inesorabile verso il giorno della partita, come in un D-Day, come se si dovesse salvare il Soldato Ryan. Le sfide così ci sono anche quando sembrano essere ancora lontane, le porti sulla pelle e nella mente fino al fischio e poi oltre. Non ti lasceranno più, comunque vada.
Abbiamo chiacchierato tanto, anche se Bruna mi ha detto che non ama le interviste. Prima di congedarci però, mi chiedo quanto possa influire trovarsi in una città come Cagliari.
“Abitare in Italia è bellissimo. Qui la vita è molto diversa rispetto al Brasile, è molto meglio. Però ci sono cose che non posso avere qui, come la mia famiglia. Questo mi fa soffrire molto. La cosa peggiore è la distanza, il pensiero che possa accadere qualcosa a qualcuno dei tuoi cari mentre tu sei a diecimila chilometri da casa. Il mio pensiero è rivolto a loro costantemente. Se loro sono lontani, qui con me c’è Maia. La cosa più bella che potesse accadere giocando in Italia.
Lei è il mio punto di riferimento, mi aiuta in tutto e soprattutto riesce a tirar fuori il meglio di me, a farmi dare il meglio. Inoltre, abbiamo voluto fortemente portare i nostri due cagnolini qui. Sembra un po’ una follia, lo so. Non so se qualche altra giocatrice brasiliana l’abbia fatto prima. Per noi era un sogno e una sfida, la burocrazia ti assicuro è senza fine. Ma loro per noi sono il vero significato dell’amore incondizionato.
Sarebbe stato molto difficile per me stare qui sapendo che loro erano in Brasile senza di noi. Quando abbiamo deciso di averli, sapevamo bene a quale responsabilità andavamo incontro e a quanto avrebbero cambiato le nostre vite, ma loro saranno sempre con me. Farò ogni volta tutto il necessario perché questo avvenga. La città, Maia, i cani, contano moltissimo per il mio benessere dentro e fuori dal campo. Inevitabilmente, con loro mi sento completa”
Manca solo il fischio e poi, tutto sarà, per sempre.
