Caffè Corretto

Caffè Corretto – E’ passato solo un anno

Esattamente trecento cinquantasei giorni fa, Gabriele Gravina da presidente della FIGC, tuonava. “Chi invoca lo stop, non vuole bene al calcio e agli italiani”. Si fermò tutto. Il paese Italia è cambiato, per sempre. Nel suo tessuto, nei suoi rapporti sociali, nei suoi equilibri economici.
Tutto s’arenò in un pantano di decisioni poco chiare, straordinarie, inusuali. Una pandemia mondiale ha modificato, costumi, pensieri, azioni.
Così come accadde quando una tragedia s’abbatte sul calcio inglese e poi si quello mondiale. 15 aprile 1989, giorno della Strage di Hillsborough. Avevo sedici anni . Ho già raccontato di quella vicenda, in un pezzo scritto per ricordare, perché d’assenza di memoria si può anche morire.

S’avvicina la Final Eight di Coppa Italia. “Business as usual”. Invece no, attendo ancora di sapere se c’è Venerdì, una partita alle 17.30 al Pala Flaminio di Rimini.  Perché questo virus s’è insinuato all’interno di ogni attività umana. Per quanto in molti si sforzino di proseguire come se nulla fosse. Come se si potesse tornare ad una normalità precedente a questo evento. A molti sfugge, per difetto di comprensione o solo per semplice necessità di resistenza, l’enorme impatto che questi ultimi due anni hanno avuto sull’intera struttura sociale e sportiva.
Giocatori, alla base del movimento, che hanno perso due stagioni agonistiche.
Società dilettantistiche ferme da due anni.
Realtà, le associazioni sportive dilettantistiche, che compongono i fili di un tessuto con una trama complessa, retta spesso da equilibri precari.
Effetti che vedremo influenzare un futuro che sembra così lontano se viviamo solo nel presente.

Le realtà di base di quasi tutti gli sport non professionistici in Italia lottano per sopravvivere, qualcuna è già scomparsa. Mentre la popolazione viene vaccinata contro il Covid-19, quel diciannove dovrebbe ricordarci che sono passati già due anni dall’inizio di questa tragedia mondiale e ancora non ci siamo liberati dal suo gioco. Perché non ce ne libereremo mai. Continuerà endemica ad attraversare le nostre vita, d’appassionati di sport e di sportivi. Saremo solo più protetti, per un breve periodo di tempo e potremmo tornare a vivere, questa esistenza diversa.

Due anni fa nel football americano in Italia, i Guelfi Firenze contendevano il titolo ai Seamen Milano. Ieri la corazzata meneghina s’è ripresa dalla sconfitta all’esordio e ha macinato con 33 punti la difesa gigliata. C’era FIDAF TV che trasmetteva le partite ed ora invece i club si sono dovuti attrezzare in proprio e migrare in massa su Twitch dopo che anche l’upoload di YouTube li aveva abbandonati. Torna per il football in Rai, alle 23.00 un magazine dal nome “Fino all’ultima yarda”. In coda all’anticipo di Serie B. Nome non felicissimo, ricorda agli appassionati film con detenuti che giocano a football dietro agli alti muri di una prigione. Ci sarà anche un recap della partita di cartello della settimana.

Al Pala Savelli, il Napoli alza la Coppa Italia di A2 maschile a spese dell’Olimpus di D’Orto. S’apre così questa sorta di “March Madness” del Futsal, un mese di Coppa Italia, una per categoria.
Nel mentre tra i professionisti del calcio a 11 si discute di Superlega, anzi meglio si minacciano ritorsioni. In momenti di crisi, il denaro scarseggia e così anche la solidarietà. I club più ricchi pretendono di guidare il carrozzone che alimentano e impiegare il loro denaro non certo per foraggiare i club minori.
Vi suona familiare?
Lo showbiz ha le sue regole. Nessuno paga un biglietto salato per vedere un pessimo spettacolo di Broadway. Per le sperimentazioni e gli attori meno famosi c’è l’Off Broadway. Accade così anche con il calcio, il basket, volley. Alti prezzi al botteghino, onerosi abbonamenti televisivi per vedere Crotone – Benevento? Forse. Non c’erto in un momento di diffusa recessione contrazione economica. La mutualità, il grande inganno dello sport come business. Immaginate Samsung che verso del denaro ad una azienda rivale per permettergli di produrre un prodotto in diretta concorrenza con i suoi.

Come racconterò questa Coppa Italia? Con i suoni, con la voce e con un diario. Mi sono sempre affidato alle immagini video, come strumento di narrazione. Cercando di posizionarmi ad altezze diversa, osservare da prospettive inusuali. Questa sarà sicuramente una Final Eight diversa, molto, almeno per me.  Volevo cimentarmi anche con l’animazione, avevo tutto pronto e stavo imparando ad usare Blender. Peccato che l’hard disk che avevo ordinato non fosse compatibile, una volta che voglio spendere di più e vengo anche punito. Reso e in attesa del nuovo ordine, studio i video. Animazioni rimandate, almeno per un po’.
Ci sarà sempre la Radio su Telegram, Caffè Corretto Clandestino, spero ma nessuna rassicurazione, non ho idea se l’albergo e la connessione saranno in grado di assistermi in questo cimento.
Mi raccomando però non mi chiedete il minuto del marcatori, lo sapete che la mia attenzione viaggio spesso lontana da questi importanti dettagli.

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