Noi siamo fortunati.
Possiamo uscire poco, è vero. Abbiamo tante limitazioni, questo lungo periodo di forzata clausura, influisce sulle nostre vite contribuendo ad acuire malesseri, più o meno latenti.
E’ tutto vero.
Ma siamo fortunati.
Quanti di noi hanno avuto a che fare con il Covid più o meno direttamente, sanno bene quanto devastante possa essere. Penso a mia nonna, mi sento fortunata ancora una volta ad averla qui con me. Penso ai nonni, ai genitori, ai parenti delle persone a cui tengo che, invece, fanno i conti tutti i giorni, con la loro assenza. Penso a tutti quelli che hanno vissuto l’isolamento, vero. Penso a quanti non vedono i loro cari da tanto tempo.
Il mondo del calcio a 5 femminile è ricolmo di storie simili a questa.
Ma siamo fortunati.
Nonostante tutto riusciamo a fare ciò che amiamo. Nonostante tutto la domenica si scende in campo. Il campionato va avanti. Tra incertezze e difficoltà ma va avanti. Abbiamo l’onore e l’onere di continuare a fare ciò che abbiamo scelto, ancora una volta, ad inizio anno.
Il telefono squilla, Un messaggio. E’ Tainã Santos che mi scrive. “Mi piacerebbe condividere una piccola storia, per smuovere le coscienze di quanti ancora prendono la pandemia alla leggera, di quanti ancora credono che “tanto a me non succede”, di quanti ancora cercano di trarne addirittura vantaggio“.
Ed eccole qui le sue parole. Un’esperienza personale che, in fondo ci accomuna tutti.
“Ho perso una delle mie zie più adorate ed una fan assoluta. Ha contratto il Covid , era in ospedale. In una lunga settimana, non ha retto all’impatto del virus, nonostante fosse assistita in terapia intensiva. L’anno scorso non sono riuscita a vederla, non sono riuscita a tornare in Brasile. Sapere che non potrò più farlo, che quando tornerò a casa, dopo due anni, non sarà lì ad accogliermi, fa molto male. Un male intenso, diverso, profondo.
Aver visto mio padre piangere è stata la cosa più spiacevole al mondo. Una di quelle cose che rendono doloroso, anche un semplice sabato sera.
Vedo tanta gente che è incurante di tutto questo. Sembra non dare importanza, quella dovuta, al momento complicato che viviamo già da un anno, a livello mondiale .
In Brasile, la settimana scorsa, ci ha lasciato una delle persone più amate dalla nostra famiglia e so bene quante persone, quante famiglie stanno perdendo i propri cari. Esattamente come è accaduto a me.
Senza avere il tempo di vivere le cose semplici insieme, senza abbracci, senza salutare, senza una ragione o un perché .
Vorrei poter chiedere al mondo semplicemente questo: state attenti, perché niente è scontato. Ognuno di noi gioca un ruolo fondamentale nella lotta contro il virus, ognuno di noi deve fare la sua parte. Oggi piange la mia famiglia, ma domani sarà un’altra, se l’atteggiamento di sufficienza che troppo spesso vedo, non cambierà. E’ in ballo non solo il futuro personale di ognuno di noi, ma dell’umanità intera, del mondo intero. Facciamo tutti la nostra parte, solo così riusciremo a mettere il punto alla storia che il virus sta scrivendo“.
Forse ha in serbo ancora qualche capitolo l’autore più spaventoso degli ultimi tempi. Forse ci toccherà leggere pagine dure, difficili, ancora per un po’. Ma, come in quei libri in cui il lettore è chiamato ad entrare nella storia per completarla, forse, insieme, riusciremo ad arrivare a quel punto e chiudere finalmente il libro.