Serie A

Francesca Vallin: “Il Granzette è la cosa speciale della mia vita”

Vallin

Un punto che sa di rimpianti – soprattutto pensando al colpaccio della settimana scorsa contro la Lazio – ma comunque utile a muovere la classifica nella direzione salvezza. La vede così il vice-tecnico del Granzette, Francesca Vallin, di ritorno dalla trasferta cagliaritana conclusasi sul 4-4 nonostante una lunga fase condotta sul triplo vantaggio.
“Sicuramente eravamo partite per vincere. Volevamo tre punti che sarebbero stati fondamentali, ma – oggettivamente, per come si era messa – dopo aver subito il recupero dal 4-1, tante volte si rischia anche di perderla. Invece abbiamo tenuto botta e abbiamo creato anche tante occasioni per chiuderla, per cui per me il bicchiere continua ad essere mezzo pieno: quando lotti per la salvezza, fai tesoro di ogni punto”.

RISCATTO 10 ne ha ora il Granzette e 12 (con una gara in meno) il Capena, avversaria della penultima di regular season che per le neroarancio.
“L’andata è stata la nostra peggior partita in assoluto, ma è stata anche un momento di svolta della stagione: ci siamo dette quello che dovevamo dirci nello spogliatoio e ci siamo ricompattate, per cui sono molto fiduciosa. Abbiamo 15 giorni per prepararla tatticamente e fisicamente, ma anche per riposarci a livello mentale perché onestamente ci serve. Il Capena è una grande squadra, ma io penso solo al Granzette che ha atlete e persone validissime, oltre che ben consce dell’importanza di portare a casa tre punti fondamentali per mettere i piedi fuori dalla zona retrocessione”.

BASSI, AMICA E COLLEGA Questa probabilmente la battaglia più dura degli 8 anni di Vallin al Granzette, sette dei quali trascorsi al fianco di Chiara Bassi.
“Ho iniziato come giocatrice – racconta – perché il calcio a 5 era una perfetta sintesi di calcio e basket, i miei sport preferiti. Un giorno, chiacchierando con Silvia Dall’Ara, dissi che mi sarebbe piaciuto allenare e a settembre del 2012 iniziai con il progetto giovanile della società. Nel primo anno ero sola, poi è nato il sodalizio con Chiara: la Juniores è stata un’esperienza difficile che ci ha portato un solo punto in tre anni, ma anche estremamente formativa – sorride -. Alla fine del terzo anno, dopo le dimissioni del tecnico della prima squadra, abbiamo preso il suo posto, partendo dalla Serie D fino ad arrivare alla A. Com’è il mio rapporto con Chiara? Lei è una persona che pretende tanto prima di tutto da se stessa e poi da chi le sta intorno, e penso questo sia un grande pregio. Io ho interpretato il mio ruolo come una persona che dovesse saper fare le domande giuste per stimolarla e portarla a ragionare sulle sue scelte, senza metterla in discussione. Siamo ottime amiche, prima che colleghe: in sei anni saranno dieci i giorni in cui non l’ho sentita”.

GINETTO Se il Granzette – come spesso mi dicono – è una famiglia, di questa famiglia Ginetto potrebbe essere il nonno. Uno di quelli di poche parole e grandi gesti.
“Ginetto è il nome del nostro logo, un omino con il basco e i pantaloni a scacchi, miniatura del nostro primo presidente – Ginetto, per l’appunto – che fondò la polisportiva nel 1969. Io definisco Granzette la cosa speciale della mia vita, è amore puro verso un ambiente che mi ha formata come persona e mi ha permesso di realizzare tanti sogni, in primis quello della Serie A: all’inizio neanche ci pensavo perché sembrava un’idea troppo lontana, poi è arrivata la Final Four di Coppa Italia di A2 e alla fine è arrivata la promozione nel nazionale, vero e proprio coronamento di un’avventura”.
E a proposito di Coppa Italia, impossibile non pensare allo spareggio del 28 marzo che potrebbe portare Andreasi e compagne alla kermesse di Rimini.
“Sarebbe come fare la Champions League – sorride Vallin –. Avere quel pass al collo sarebbe un altro sogno che si realizza, ma prima di tutto pensiamo alla salvezza e poi chissà che non arrivi anche il lusso di una Final Eight con la maglia neroarancio…”.

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