Serie A

Giulia Gresele si prepara alla Lazio: “Metteremo in campo qualcosa in più”

Giulia Gresele

Quando il Granzette ha dichiarato che sarebbero state tutte finali, non scherzava affatto. Basti chiedere allo Statte che alla fine l’ha spuntata per un gol contro un gruppo – quello veneto – uscito dal PalaCurtivecchi sotto gli applausi scroscianti (seppur virtuali) dei tantissimi spettatori collegati in diretta.
“Quando abbiamo incassato i primi due gol – ammette Giulia Gresele, classe ‘95 – ho pensato che sarebbe andata male, ma poi è salita in cattedra Longato (tripletta per lei, n.d.c.) ed è stata tutta un’altra partita. Ho letto qualche commento che evidenziava l’assenza di Renatinha nella ripresa: di certo la brasiliana è un valore aggiunto, in realtà – però – credo che il Granzette abbia giocato bene a prescindere da questo. Anche Iturriaga ha sfoderato una prestazione incredibile, ci abbiamo davvero creduto e sono certa che se fosse durata un solo minuto di più, avremmo potuto portare a casa almeno un punto”.
Quel tanto che sarebbe bastato per tirarsi fuori per la prima volta dalla zona playout. Quel tanto che sarebbe servito per dare uno strappo deciso ad un campionato che offre ancora 4 occasioni per salvarsi entro la regular season, a partire dalla gara interna con la Lazio.
“Considerando che ora abbiamo fuori solo Pascual e che ci saranno Dayane, Itu e Cintia Pereira, assenti all’andata, più Troiano, squalificata con lo Statte, io dico che ci sono tutte le condizioni per cercare di fare punti. La Lazio gioca benissimo, ho visto poche squadre muoversi così bene – commenta Giulia – ma l’unica strada ora è quella di fare ciò che ci chiede mister Bassi e di mettere in campo qualcosa di più noi stesse, perché la sfida è apertissima. Sarà dura, soprattutto con la Lazio, ma con Capena, Cagliari e Bisceglie puntiamo al massimo possibile”.
Cieca fiducia nel Granzette, anche se il rapporto – come in tutte le più belle storie d’amore – non era partito in modo idilliaco.
“Ma dove sono finita? Era questa la domanda che avevo in testa il primo giorno in cui sono entrata a far parte della Juniores – sorride –. C’era qualcuna brava davvero, ma c’era anche chi aveva iniziato con l’idea di fare solo uno po’ di sport. Poi è arrivata Bassi che giocava con la prima squadra e contestualmente ci allenava: poco alla volta è nato un bel gruppo e tutto è andato migliorando. Sono qui da quando avevo 18 anni, continuare è stata la scelta più giusta”.
Ed è stato proprio il Granzette a mettere Giulia e la sua famiglia d’accordo dal punto di vista sportivo.
“Se mi sono avvicinata al calcio è perché due miei vicini di casa, entrambi dirigenti di una squadra, hanno iniziato a portarmi al campo. Ma i miei genitori, soprattutto mia madre, non erano molto d’accordo. Più tardi sono passata al calcio a 5 e hanno capito la mia passione, ci hanno messo un po’, è vero, ma ora seguono tutte le mie partite”.
Una famiglia neroarancio. Nulla da fare, invece, per quanto riguarda la fede calcistica.
“Mio papà è un grande tifoso della Juventus, mentre io sono così milanista che ho a casa quella che credo sia stata l’unica maglia mai stata in commercio di Bogarde… – scherza Giulia prima di tornare al campionato. – “Salvezza alla nostra portata, siamo tutte fiduciose di poter chiudere l’anno in bellezza”.

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