Arriva il lancio di FIFA 21.
Scarico il client, la solita valanga di giga, ho di recente comprato un hard disk da 4 terabyte, non temo nulla.
Non mi sono lasciato trasportare dal quel poco di “hype” e non ho guardato nessun video di gameplay su Twitch.
La mia curiosità è rivolta tutta a FIFA Volta. Due stagioni della AGS Volta League, il progetto di costruire una squadra competitiva per gli esport, insomma è importante esaminare e comprendere esattamente le potenzialità di questa interazione del titolo della Electronic Arts.
La EA pensa che il calcio a 5 si giochi sull’erbetta, possibilmente sintetica. Il “vecchio” campo di Buenos Aires prima in parquet ora è uno tappetino verde, così come il campo di Roma che prima era in terra rossa e il nuovo campo di Dubai è psichedelico, si gioca insomma su un enorme schermo led.
Resta solo il campo in Germania a conservare una parvenza di aderenza alla realtà mentre la superficie del secondo campo di Dubai è a malapena verosimile.
A fugare ogni dubbio circa l’idea che negli EA Studios si ha del futsal è sufficiente avviare la “storia” di Volta.
Il calcetto è poco più di una disciplina da playground, non uno sport ma una esibizione a colpi di trick dove ci si può vestire a caso e quello che importa è violare le leggi della fisica e riuscire nonostante tutto a colpire il pallone.
Tutto racchiuso in quella idea di “parchetto”, quella nostalgia del prodotto 2K che genera vagoni di dollari con gli acquisti cosmetici, con le “sbustate” e le ladder, classifiche competitive.
Nel mercato videoludico esiste un gioco del Lacrosse, uno della Palla a Mano, Cricket anzi di cricket ne esistono diversi e ovviamente Rugby, solo per citare i titoli AAA, cioè quelli che per lo sviluppo richiedono milioni di dollari. Tutti simulano in maniera verosimile l’evento sportivo, per il futstal? Questa disciplina non esiste, esiste il calcetto.
Il Futsal come prodotto commerciale, è a livelli della palla corda, la EA preferisce inventare uno sport che gli somiglia e che possa garantirle dei guadagni.
Riassumo per quelli ai quali la maestra elementare è morta presto: il futsal non esiste. C’è questa cosa che si gioca in cinque anche senza portiere, piena di trick e si gioca su un campo in erbetta, sintetica se siete fortunati.
Pallone, erbetta sintetica. Dov’è che ho letto di questa storia, già dai vecchi parrucconi che abbiamo una lavanderia o meno.
Mentre si specchiano nel tubo catodico e aspettano che si scaldino le valvole, il futuro li sorpassa mentre sono a mangiarsi la mortazza in autostrada, con il pulmino fermo per un guasto immaginario.
A pensarci bene però non è che la EA Sport sia andata troppo lontana dalla realtà, al netto di quelle pochissime società che non confondo la comunicazione con l’informazione, che si adoperano per avere una parvenza di professionalità, il “calcetto” in Italia è ancora giocato dentro a campi circondati da muretti di cemento dentro a tendoni da circo. Si vive tra deroghe, concessioni politiche e favori di ogni sorta. Tra debiti, soggetti insolvibili e marachelle finanziarie.
Un colpo di destrezza, una impiccio e via tutto sotto lo zerbino di Piazzale Flaminio.
Restart ma in fondo non si è mai partiti davvero.
Il mercato dice questo, AGS deve adattarsi, evolversi per non fare la fine di quei vecchi parrucconi che ancora inseguono le dirette su RaiSport.
Creeremo la squadra di eSport, proveremo a fare un campionato 1vs1 usando la modalità calcio a 5 e ci sarà una nuova stagione della AGS Volta League nella sua interazione manageriale e probabilmente quella continuerà ad usare il “motore” di FIFA 20.
Per le ladder e i tornei online, ci dovremo adattare per raggiungere lo scopo, che è quello di vincere, essere visibili e quindi esistere. Giocheremo in tutte le modalità che il gioco ci offre, perché non siamo quello che pensiamo di essere ma quello che possiamo vendere.
