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Una semifinale a tutta “B”

Andrea Serio e il suo Ascoli dimostrano che l’exploit contro il L’Aquila di Marco Ciampaglia non era un caso.
Ascoli – Firenze è una partita sulla carta senza storia e quando le ragazze di Lauria trovano la rete del vantaggio con una incornata di Nicoletti su calcio d’angolo, in tanti pensano che la favola della squadra marchigiana sia al capolinea.
L’Ascoli continua a fare la sua partita, ordinata e operaia. Rientra in campo per il secondo tempo ancora in svantaggio ma passano pochi istanti che in una letale ripartenza Bea Martin si fa trovare puntale all’appuntamento con una palla che deve solo spingere in rete. Pareggio. La marea emotiva della partita travolge il Firenze che accusa il colpo e non riesce ad organizzare la manovra. Alla fine dei sei minuti regolamentari, una brevissima pausa e si riparte. Inizia ad allungarsi lo spettro dei calci di rigore sulla partita. Una serie di calci d’angolo costringe il Firenze ad arroccarsi nella sua area di rigore e da uno di queste mischie spunta il piattone ancora di Bea Martin che trova il pertugio nel quale infilare Mascia e portare in vantaggio l’Ascoli.
Ora il tempo corre più veloce per le toscane.
Al fischio finale l’Ascoli si ritrova in semifinale.
Survive and Advance, come NC State nel 1983. Se non sapete di cosa parlo, Google is your friend.
Nicola Schettini tradito da una indecisione di Irene Franco che poi risulterà decisiva. Racchiusa in una frase c’è l’impresa del Sassari di Merlenghi che affronta questo quarti di finale con l’attitudine mentale di chi non ha nulla da perdere. Certo una semifinale con l’Ascoli che ha appena passato il turno potrebbe spalancare alle isolane le porte della finale ma c’è prima da battere una squadra che è in lotta per lo scudetto.

Giuliano però in una folata offensiva arriva stremata al tiro che non sembra irresistibile, il portiere spagnolo del Catania forse reagisce alla conclusione con troppa sufficienza, la palla batte sul piede dell’estremo difensore iberico, rimbalza e ruzzola in rete.
A nulla valgono i continui attacchi di un Catania che si getta disperatamente in avanti, senza costrutto e con troppa voglia di cercare la soluzione personale, la squadra di Schettini sembra incapace di trovare un gol che li porterebbe almeno ai supplementari.
In un turno pieno di sorprese, Trieste – Torino non poteva certo deludere le aspettative. Sebbene in campionato la distanza in classifica tra i due club sia siderale, in campo in questa semifinale il Torino di Dragone ha subito preso il controllo della manovra e spinto forte in avanti. Il Trieste risponde colpo su colpo ma sono le piemontesi le prime a passare con una Pia Gomez molto reattiva e pronta a ribadire in rete un suo tiro respinto alla disperata da Nagy. Ma è il neo acquisto granata Matijevic ad essere la vera mattatrice dell’incontro. Pressa a tutto campo, recupera palloni e suggerisce per le compagne. Da uno di questi movimenti è proprio la croata a strappare il pallone all’avversaria per involarsi indisturbata verso il gol del due a zero.
Trieste 0 – Torino 2. Davanti alla squadra di Iessi una china molto ripida da risalire. Ci prova il Trieste ma si scontra con una squadra capace di una difesa attiva, costruita sul riposo con il pallone e l’improvvisa verticalizzazione.
Giovannini porta il Terni al suo miglior risultato di sempre, una semifinale di Coppa. Lo fa con l’autorità delle grandi squadre, con una super Renata Adamatti e schiantando letteralmente il Bologna che non è esattamente una squadra capitata li per caso. Gol lampo come negli ottavi, Bianchi arma il piede di Adamatti che da due passi sotto porta non si fa pregare troppo per portare in vantaggio il Terni. Uno a zero.

Castagnaro protegge il vantaggio delle umbre e Maite Garcia s’inventa una torsione assurda per evitare l’intervento di una avversaria e mandare il pallone ad insaccarsi lontano da Tardelli, a fil di palo. Due a zero e partita che sembra già chiusa.
Prova a rientrare in partita il Bologna e s’affida al suo giocatore più carismatico, Taty. La brasiliana deve sdoppiarsi, cantare e portare la croce e almeno nel gol del due a uno ci riesce benissimo. Corregge al volo un lungo rilancio del suo portiere trasformandolo in un assist in profondità per Viera che poi prova a rimettere al palla al centro, su quel traversone alla cieca s’avventa di nuovo Taty che conclude a rete, prima respinta di Castagnaro che nulla può sul successivo tap-in.
Due a uno che però non è solo un fuoco di paglia.
Al rientro dall’intervallo, il secondo tempo vede un Bologna alla disperata ricerca del pari che arriva grazie ad una rocambolesca deviazione di Maite che mette il pallone alle spalle del suo estremo difensore.
Pareggio tutto sommato giusto almeno fino a quel momento.
Giovannini predica calma dalla sua panchina e fa segno “Zero a Zero” verso le sue ragazze in campo. Ripartire come se nulla fosse accaduto. La squadra umbra si abbassa per fare densità nella propria metà campo e intasare gli spazio offensivi delle avversarie. Da un errore in palleggio nasce il secondo gol personale di Renata Adamatti, con una metà campo praticamente sgombra dalle avversarie e per lei fin troppo facile battere una Tardelli che nulla può sul fendente della laterale brasiliana.
Tenere però a distanza di un solo gol una squadra come il Bologna è troppo pericoloso. Il Terni ha bisogno di un gol se vuole portare a casa la qualificazione alla semifinale.
Arriva dal piede di Talita Bianchi la quarta rete che sigilla l’accesso tra le quattro migliori squadre di coppa della compagine guidata da Cristiano Giovannini.

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