Ho raggiunto al telefono il capitano della nazionale di pallavolo femminile, nonche’ numero 10 della Igor Volley Novara, Cristina Chirichella (nella foto di copertina di Fabio Cucchetti).
Finalmente a Napoli dopo aver trascorso il periodo di lockdown a Novara, Cristina si gode il mare e un po’ di liberta’ adesso che le misure restrittive causa COVID sono allentate. E’ una pausa che durera’ ancora per poco, “l’8Luglio riprendiamo gli allenamenti. In questo lockdown ho cercato di mantenermi in forma muscolarmente ma piu’ difficile e’ mantenere quello della resistenza. Sento che mi ci vorranno delle bombole di ossigeno al rientro”. A tal proposito Cristina si dice molto contenta dell’assetto della squadra per la nuova stagione, “siamo un gruppo molto giovane, ci siamo gia’ incontrate tutte (solo le italiane per adesso n.d.r.) e siamo affiatate. Ci sara’ comunque da lavorare molto in vista del prossimo campionato”. Un campionato che si prospetta tosto come quello bruscamente interrotto causa emergenza COVID e che vedeva la Igor Volley al terzo posto della classifica. “Dispiace aver dovuto interrompere cosi’, eravamo terze a pochi punti dalla seconda. L’Imoco era irraggiungibile e forse avrebbe vinto tutto ma resta l’amarezza di non essersi giocate la possibilita’ dell’accesso ai play-off“.
L’interruzione, come tutti sappiamo, ha portato anche alla drastica ma doverosa scelta di rinviare le Olimpiadi di Tokyo 2020 di un anno. “Quello del posticipo e’ un evento straordinario ma e’ stata la scelta piu’ giusta da fare” – dice Cristina – “non ci sarebbe stata la testa per affrontare la competizione in un momento cosi’ difficile e non avremmo neanche avuto il giusto tempo per arrivare preparate all’evento“. Tokyo20 saranno le sue seconde Olimpiadi, quelle di Rio 2016 “sono state una bellissima esperienza ma resta il rammarico di non aver fatto di piu’ e non aver ottenuto una medaglia. Eravamo un bellissimo gruppo con tante potenzialita’ e se saro’ a Tokyo le affrontero’ in maniera diversa, con la voglia di fare meglio e di ottenere di piu’“. Come capitano della nazionale Cristina non puo’ che avere un atteggiamento positivo ma anche aggressivo oserei dire. “Non sento il peso del ruolo ma so di avere delle responsabilita’, responsabilita’ che tutto il gruppo si assume. Siamo giovani ma senza paura, scendiamo in campo con una certa dose di spavalderia e di tenacia“.
Guarda avanti Cristina, nonostante le difficolta’ di un movimento in crescita ma che non vede ancora riconosciuti i propri atleti come professionisti. A tal proposito le cito un recente intervento di Malago’ sul professinismo che la chiama in causa insieme alla Pellegrini dicendo “Non credo che Federica Pellegrini o Cristina Chirichella siano meno professioniste rispetto ad un giocatore che ha giocato un minuto in Lega Pro”. “Il calcio e la pallavolo sono due mondi differenti con un giro economico diverso ma anche noi, nel modo in cui ci alleniamo e viviamo lo sport siamo dei professionisti. Non lo siamo legalmente ma lo siamo perche’ lo facciamo a tempo pieno tanto quanto i calciatori. Quello a cui ambiamo e’ di poter avere anche noi, nel prossimo futuro, delle tutele in piu’. Il movimento della pallavolo sta crescendo tanto e bene, non solo quello maschile ma anche quello femminile con palazzetti sempre piu’ pieni”.
Palazzetti che oggi restano invece vuoti con la speranza di poter tornare a riempirli piano piano. “E’ bellissimo giocare a pallavolo ma senza il tifo, senza il supporto dei nostri tifosi non e’ la stessa cosa. Sara’ bello rivedere la gente ripopolare i palazzetti“. E’ ottimista Cristina perche’ “questo lockdown ci ha fatto rinascere, ci ha insegnato tantissimo, ci ha fatto riscoprire i valori autentici della vita, i nostri affetti e ci ha fatto rivalutare le cose a noi piu’ care“.