Marco Bramucci, uomo di sport, presidente del Città di Falconara. Lunga militanza nella gestione sportiva di club calcistici, collettore di entusiasmi e idee. Una lunga intervista sul filo che corre lungo la sponda dell’Adriatico. Oltre i campanili, oltre la politica sportiva, al cuore del problema, con pacatezza e risolutezza.
Per la prima volta il movimento del calcio a 5 femminile si è mosso per chiedere la fine del campionato attraverso una lettera congiunta indirizzata alla divisione calcio a 5 dimostrando una unità di intenti. Come si è arrivati a questo fronte comune? A che punto siamo? Ci sono evoluzioni?
Unità d’intenti emersa nel femminile in modo clamoroso. Ma anche nel maschile.
Le società ad aver aderito a questa iniziativa sono state 150 circa. Il buon presidente Montemurro, nel suo classico stile di portatore unico di verità, ha affermato a mezzo stampa che sono state 65, sottolineando aspetti di sconvenienza e populismo.
In realtà dovrebbero essere state tra 130/135. Qualche società ha fatto dietro front, dopo aver subito la pressione di alcuni personaggi, al solito preoccupati dell’aspetto politico della situazione.
Come se le società fossero disposte a tornare a giocare e a non richiedere economicamente qualcosa indietro. Richieste fatte peraltro all’unanimità da tutte le società, in ogni incontro tra i rappresentanti dei vari campionati ed i consiglieri della Divisione. Incontri, va ricordato, abortiti dall’organizzatore stesso Montemurro, mai sconveniente e mai populista.
Questa unità d’intenti nasce dalla serie A2 femminile. “Non puoi mai ingannare molte persone per molto tempo”, recita la parte finale di una citazione di Abramo Lincoln, frase ripetuta spesso in questi giorni.
In questa categoria ci sono tanti dirigenti con la schiena dritta, non disposti a farsi prendere ulteriormente in giro. Onore, enorme onore a loro.
La loro proposta è arrivata alla serie A femminile che ha accettato subito di buon grado.
La sorella piccola è insomma andata a prendere per mano la grande. E poi insieme sono andati anche a bussare alla porta dei fratelli più grandi.
Quando anche la serie A maschile si è allineata sulla proposta, producendo un documento proprio ma in linea come finalità, c’è stato davvero un fremito.
Nessuno pensava che si potesse arrivare a 2/3 del totale delle squadre.
Il calcio a 5 ha dimostrato dunque che può unirsi. Maschile e femminile. Perché il popolo del futsal è uno solo. E la gente, quando è unita, può cambiare il mondo.
Quali possono essere i rischi di un ulteriore ritardo nel prendere una decisione in merito al campionato 2019/2020?
Ho partecipato all’incontro tra la serie A femminile e il Consiglio Direttivo, dove è stato letto ad inizio seduta un messaggio di Montemurro. Un messaggio davvero imbarazzante, dove auto elogiava la propria assenza come motivo di distensione (?) e applaudiva le scelte di Sibilia che, prolungando la decisione, aumenterà il piacere (!). Direi che ogni commento è superfluo.
Ogni secondo che si è perso nel non dichiarare conclusa questa stagione è stato un danno. Un danno procurato da persone che sono fuori dal mondo e che non sanno nulla di calcio a 5 e più in generale di sport dilettantistico.Personalmente siamo stati tra i primi a volerci fermare. Perché non ci saremmo mai potuti perdonare se fosse successo qualcosa alle nostre ragazze.
Le nostre calciatrici sono ancora qui. Tutte. Ma ho anche dovuto subire l’accusa di furbetto. Ed il tassametro è scorso in maniera inesorabile. Col conto da pagare in mano sempre e solo a noi, abbandonati dalle istituzioni.
Considerando che a settembre ci saranno le elezioni, secondo te, che volto dovrebbe avere la governance del futuro per dare al calcio a 5, nello specifico al femminile, ciò che merita?
Non si sa precisamente quando ci saranno le elezioni. Malagò ha parlato di post Olimpiadi, quindi nel 2021. Ma il regolamento del CONI parla invece espressamente solo di quadriennio.
La nuova governance dovrà essere composta da persone pulite e trasparenti. Ed operare secondo due regole base: trasparenza e legalità, legalità e trasparenza. Da ripetere fino alla noia. E sarà la gente a scegliergli, non il contrario.
Mi attribuiscono apparentamenti politici con l’uno e l’altro schieramento. Chi lo fa ha un unico interesse, fare il proprio gioco. A me viene da ridere. E tutto mi ricorda il novembre del 2016 quando col 92% stabilimmo chi fosse il responsabile del calcio a 5 marchigiano.
Bramucci poi non ebbe alcun ruolo, nessun contributo, nemmeno una pacca sulla spalla. La sua squadra l’anno dopo retrocesse, l’anno dopo ancora si salvò ai play out, i suoi allenatori tolti dalle rappresentative marchigiane. Ma il futsal marchigiano è migliorato. Era questo lo scopo e l’unico fine.
Andrà fatta tabula rasa di quest’ultima governance, facendo però un bel distinguo. All’interno ci sono state persone che si sono battute per noi. Le accuse ed i processi che hanno subito saranno le loro stellette di merito. Il tempo li riabiliterà. Ed è giusto che le società sappiano…
Come dovrebbe essere organizzato il campionato del prossimo anno? Quali sarebbero le caratteristiche che dovrebbe avere?
Abbiamo chiesto che sia uguale all’ultimo disputato. Ci siamo detti che era il migliore di sempre. E proveremo a ripeterlo.
Pur con qualche logica posizione diversa, tra società abbiamo fatto gruppo. Abbiamo preso decisioni comuni, confrontandoci spesso e torneremo a farlo presto. Certo ci sono realtà che si muovono a diverse velocità, ma c’è la consapevolezza di una mentalità comune volta a migliorare il sistema. Coinvolgendo anche la serie A2 femminile.
Quello che dovrebbe avere è una maggiore considerazione e una maggiore visibilità. Ci sono state date le briciole. Abbiamo portato questo concetto nella riunione e all’unanimità è stata riconosciuta questa manchevolezza.
Se ripenso di aver ricevuto due “vaffa” e due mesi di squalifica per aver detto gli stessi concetti, mi viene di nuovo da ridere.
Per il Falconara poteva essere l’anno della definitiva consacrazione, quali sono le prospettive future? Si lavora sempre sulla stessa direzione o ci sarà un ridimensionamento?
Ti correggo. Non poteva essere, è stato l’anno della consacrazione! Molti misurano l’andamento di una squadra dai successi. Non noi.
Ho visto bambini al parco imitare Rafa Pato, il giorno dopo che una TV nazionale era tornata a Falconara per riprendere dal vivo una partita al Pala Badiali, 25 anni dopo la gloriosa pallavolo.
Ho visto Sofia la Divina far piangere e dare coraggio a tutti, raccontando una propria storia personale che non aveva detto a nessuno.
Ho visto 180 condivisioni su “face” per cercare l’imprendibile White, la cagnolina di Isa, ritrovata dopo un’ora a furor di popolo.
Ho visto gente di 40 e passa anni piangere per l’infortunio di Nona, salvo farle coraggio due ore dopo come se dovesse solo scartare una caramella.
Ho visto 330 persone, di età tra i 18 ed i 70 anni, pagare per vedere Falconara-Montesilvano.
Ho visto una squadra di ragazze, armate di pale e carriole, ripulire dai detriti il ristorante del loro presidente onorario in sole 3 ore.
Ho sentito il boato del popolo del Pala Badiali quando Sofia il Capitano ha rimontato Renatinha in velocità, buttandole semplicemente il pallone in corner.
Non era un gol, non era un assist. Era solo l’ennesima rincorsa di una figlia adottiva della nostra città.
Erano vibrazioni pure. Ed è quello che cercheremo ancora.
E’ troppo presto per parlare di conferme, rinnovi, nuovi innesti per il CDF?
Oltre alla governance del futuro, riesci a d immaginare anche il Falconara del futuro?
E’ presto per parlare di futuro. Almeno per noi. Dobbiamo prima concludere questa di stagione. E ora, e solo ora, ci stiamo occupando di farlo.
Vedo squadre del maschile fare ed annunciare innesti. Non so in che mondo vivano…
Il compito del Città di Falconara sarà quello di emozionare la nostra gente. Ora le persone sono tristi per quello che è successo e preoccupate per quello che avverrà.
Noi abbiamo il compito di farle divertite ed emozionare ancora. E così sarà.
Per cui mi immagino un Pala Badiali pieno, per assistere ai match con una delle nostre tante super avversarie infarcite dalle loro grandi campionesse, avversarie in campo ma amiche fuori.
Mi immagino grandi battaglie fino all’ultimo secondo. Qualche volte vinceremo noi, qualche volta loro. Ma l’importante sarà di nuovo esserci. Perché è solo questo che conterà.
