Serie A

Giulia Ferrandi, Instagram e storie di sport: “Così combatto i pregiudizi”

Giulia Ferrandi

La collina di Fiesole in lontananza e tutto verde intorno. Giulia Ferrandi mi risponde da un posto incantato e per un’ora di videochiamata posso sognare di essere altrove. Spostamento fuori regione, senza bisogno di autocertificazione: la mia quarantena continua a Firenze, accanto a me c’è Nala, una cucciolona sempre in cerca di coccole, e poco più in là, Giulia. Immagino così questa chiacchierata, ma la realtà è che siamo separate da uno schermo e centinaia di chilometri. Non glielo dico, ma mi sta facendo girare la testa con quelle mani che non stanno mai ferme. Pare stia shakerando il telefono, una gestualità che è chiaro riflesso della sua voglia di tornare a “vivere”. Ma vivere davvero, rimettendo in moto tutti quei progetti congelati dalla pandemia e rimandati a chissà quando. Una grande valvola di sfogo le viene da Instagram, piattaforma sulla quale – una volta a settimana – racconta storie di sport al femminile.

“Dato che questa pandemia mi sta mandando fuori di testa – sorride – ho pensato a qualcosa di originale che potesse colpire le persone. Da calciatrice, ho sempre pensato che questa disciplina non venisse mai abbastanza considerata, così ho voluto dar voce a quelle ragazze che come me stanno lottando per i loro diritti all’interno di sport cosiddetti “minori”. È un braccio di ferro contro i pregiudizi e l’ignoranza del non voler conoscere, muri di gomma contro cui si sono scontrate fin da piccole, senza per questo perdere la speranza: Nausica Dell’Orto, ad esempio, mi ha raccontato che il padre le buttava la spalliera per praticare football americano, Eleonora Borgioli – campionessa italiana di sollevamento pesi – ha dovuto sempre fare i conti con il sessismo di una società che impone altri canoni per la fisicità femminile. Ma potrei citare anche Elisa Giordano, Ilaria Cacciamani e Marcella Filippi: sono tutte donne che hanno lottato per un sogno. Questo ci accomuna: la voglia di sentirci libere di essere chi siamo, al di là di etichette e discriminazioni che non hanno ragione di esistere. Perché una donna deve ancora trovarsi nella condizione di dover sottostare a compensi minimi in cambio di un contratto da professionista? Dovremmo unirci tutte e iniziare a farci sentire davvero”.

Sullo sfondo di tutto questo c’è ancora il futsal e la sua stagione in sospeso col Real Grisignano.
“La mancanza del campo e della squadra è forte, ma credo che ormai ci si debba concentrare sul prossimo anno, che sarà di sicuro quello della rinascita: la voglia di riscattarsi e rimettersi in gioco sarà ancora più forte, dopo questo stop forzato. Presto la società deciderà come impostare il campionato e farà le sue valutazioni, alle quali seguiranno le mie, non solo sportive ma anche personali. Sto pensando anche a cosa potrebbe esserci oltre il calcio o affiancato ad esso. Come vedo il mio futuro? Magari realizzerò il mio sogno come speaker in una radio, oppure diventerò team manager in una bella società, potrei anche decidere di continuare nel commercio seguendo l’esempio dei miei genitori: ho voglia di sviluppare idee concrete e di iniziare a tracciare la mia strada”.

Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

To Top