The League

Ancona, lo scudetto è tuo

Flavio Coccia e il suo Ancona Futsal, vincono nei supplementari di Gara 3, il primo scudetto della AGS Volta League, battendo in finale il Bologna di Gianclaudio Santucci.
Questi sono i fatti e non sono in discussione, recitava Kevin Bacon in “A Few Good Men”.
Prima di tornare alla cronaca di quarantacinque minuti molti intensi di esport, rubo qualche riga per raccontare anche cosa c’è dietro le quinte, quello che non avete visto ma forse percepito.

La AGS Volta League è stata una scommessa, in termini di denaro, perché abbiamo acquistato il gioco non sapendo bene se potevamo davvero utilizzarlo per quello che avevamo in mente. Abbiamo sacrificato un più collaudato fantacalcio, con una partecipazione maggiore, nella speranza di creare un contenuto, che potesse essere più fruibile, meno dipendente da fattori esterni e sul quale potessimo avere un maggiore controllo.
Volevamo regalare ai tifosi di futsal, l’emozione di essere i presidenti, allenatori, direttori sportivi di una squadra, composta da cinque giocatrici, vere.
Ho imparato che FIFA aggiorna i roster dei giocatori sovrascrivendo il file originale. Ho imparato che dovevo chiamare il roster con le giocatrici di futsal con un nome diverso se non volevo che accadesse di nuovo, ora ne ho addirittura due.
Ho imparato che la solitudine nel prendere le decisioni è un peso a volte insopportabile, solo se ci penso troppo però. Quando sei solo la colpa è sempre tua, mia in questo caso e non posso far altro che rimboccarmi le maniche e rimediare agli errori.
Il momento più critico per la vita di questa lega è arrivato quando mi sono ritrovato ad annullare una giornata di campionato, praticamente in diretta su Twitch.
Non avevo più le cinquanta giocatrici che avevo creato a mano, ecco quel momento è giunto in un tratto di vita per me particolarmente complesso.
C’è voluta più determinazione di quella che pensavo di poter dedicare ad un gioco e ad AGS,  per sedermi davanti alla console ed editare tutte le giocatrici da capo, da zero, com’era accaduto venti settimane prima. Quando ho annunciato il disastro sulla chat di Telegram, tutti hanno risposto: “aspettiamo Mauro, vogliamo continuare”.
Quando ho terminato di rifondare le squadre mi sono accorto che forse alcune giocatrici si somigliano tra loro, un po’ troppo almeno fisicamente.
Gli aggiornamenti hanno tolto visi femminili, esultanze, cambiato il modo di giocare in campo così tante volte che ho perso il conto. Ho atteso per mesi uno strumento che mi permettesse di modificare i roster usando un computer, quando è arrivato ho scoperto che avrebbe funzionato solo all’interno della carriera di FIFA 20.
Mi sono ritrovato ad essere contento così, “almeno possiamo giocare”, usando anche un po’ la fantasia come accadeva quando i videogames erano ad otto bit.
Si, sono così vecchio.
Un doveroso grazie a chi ha scelto di seguirci in questa follia, ad Alan e Patrizia perché si abbonano al nostro canale ed anche se è “gratis” con il Prime ma non è affatto scontato che accada ogni singolo mese. Siamo un piccolo gruppo, dieci appassionati, dei pionieri se volete, non c’è nessuno come noi, letteralmente.
Un grazie alle ragazze che condividono i nostri contenuti anche senza capire bene di cosa si tratta, grazie a chi ci seguirà anche l’anno prossimo e chi invece ci saluta con un arrivederci.
Finisce così stagione digitale. molto più breve ed intensa di quello che avevamo previsto, ci ha fatto compagnia in questi momenti di isolamento domestico forzato, regalandoci un momento per sfuggire alle consuetudini.


Prima partita della Serie Scudetto, estremamente tattica da parte di entrambe le squadre. Coccia sceglie di spostare Valeria Schmidt sulla linea mediana per arginare lo strapotere fisico di Guti, Gayardo va ad occupare la posizione da pivot e Vanin arretra in difesa. Santucci risponde scambiando di posizione Taty e Penalver con la spagnola che torna al centro dell’attacco del Bologna e la brasiliana sulla mediana a mettere alla prova le scarse doti difensive di Adamatti.
La strategia dell’Ancona sembra pagare almeno nella fase iniziale della partita quando controlla il gioco agevolmente e sembra padrona del campo. Alla zampata sotto misura di Adamatti che porta in vantaggio le marchigiane risponde con entusiasmo sugli spalti il nuovo presidente della società Marco Ciampaglia, abruzzese di origine ha da poco concluso il passaggio di proprietà della compagine in maglia blu. Esultanza prematura perché le lancette non compiono nemmeno un intero giro sul quadrante dei secondi che Taty prende palla e dal limite dell’area manda il pallone ad insaccarsi a fil di palo, Nagy tenta la parata ma non può nulla contro il bolide della brasiliana.
Secondo tempo nervoso da parte delle due squadre, con l’Ancona che decide di agire di rimessa, un pareggio in virtù del miglior piazzamento nella regular season potrebbe non dispiacere alle ragazze di Flavio Coccia. Quando le marchigiane pensano di aver condotto in porto almeno un pareggio è Jessika Manieri a trovare il colpo della campionessa. Prende palla e da un francobollo di parquet trova la conclusione che batte Nagy sul proprio palo, la palla accarezza la rete e porta il Bologna un passo più vicino al suo paradiso sportivo.

“Se devo perdere anche questa lo faccio con la mia formazione migliore”.
Con questa dichiarazione l’allenatore dell’Ancona ridisegna la sua squadra. Si torna all’antico, Vanin pivot, sulle bande laterali Adamatti e Gayardo, Schmidt davanti a Nagy.
Santucci non scompone tatticamente la sua squadra, medesimo assetto tattico, concentrate sul risultato, un pareggio oggi può dire scudetto per il Bologna.
Non vogliono certo chiudere però qui la serie Valeria e Cely, che con un uno due micidiale nel primo tempo spengono ogni velleità delle avversarie che pur non subendo il gioco delle avversarie non riescono ma ad essere pericolose dalle parti di Nagy.
Al rientro dagli spogliatoi però le indicazioni di mister Santucci sembrano sortire subito il loro effetto. Come in gara uno è Jessika Manieri a mettere la firma sul gol del Bologna che accorcia le distanze e torna a far sperare in un risultato positivo i tifosi accorsi numerosi sugli spalti.
Un gol che è come aver gettato un sasso in un vespaio. L’Ancona si scuote da un torpore che sembrava averlo avvolto e si getta con furia nella metà campo avversaria.
Araceli Gayardo rifinisce e Renata Adamatti finalizza, ripetutamente, come se non ci fossero avversarie a contrastarle a lottare su ogni pallone.
Il Bologna viene letteralmente spazzato via dalla furia brasiliana dell’Ancona, nessuna diga sportiva sembra contenerla.
Finisce cinque a uno, Flavio Coccia e le sue ragazze annullano un match point e si giocano tutto a gara tre.

Il vantaggio di Cely Gayardo, il pareggio immediato di Taty. Un copione già visto eppure l’emozione è sempre forte, come l’unicità di una finale che è reale quando lo sono le voci che tremano, i tasti premuti con attenzione, quel nodo allo stomaco prima del calcio d’inizio.
Ci ritroviamo tutti ad allungare il piede sotto la scrivania per fare quel tackle che il nostro giocatore di pixel ha invece mancato clamorosamente oppure a tirare in porta mentre siamo seduti sulla nostra comoda sedia.
L’abbiamo vissuta tutti così, incollati allo schermo da quel senso comune di stupore e d’entusiasmo per qualcosa che non si era mai visto prima.
Qualcuno si augura di arrivare ai calci di rigore, altri che finisca senza ulteriori emozioni, chi maledice la sfortuna, chi il gioco.
Alla fine esulta come per una partita vera, con giocatori veri perché l’emozione è identica, perché ci importa e questo è tutto quello che conta.
Quando all’inizio del secondo tempo supplementare Renata Adamatti rompe l’equilibrio all’entusiasmo subentra il timore di subire ancora un pareggio, mentre sull’altra panchina si invoca quel gol che porterebbe ai calci di rigore, a quella lotteria che fa male ma un po’ meno.
Valeria Schmidt incorna un traversone da calcio d’angolo e mette la palla sotto la traversa dove Tardelli non può arrivare. Si esulta davanti alla tv, davanti agli schermi, anche davanti al computer regia.
Sirena. L’Ancona è campione, si può cucire sul petto il primo scudetto della AGS Volta League.
Finisce così una stagione di fede assoluta, in voi, in noi e negli esseri umani, quelli buoni.

Vi lascio con alcune righe di commiato del neo scudettato ma ex presidente dell’Ancona.

Dedico questo scudetto virtuale agli appassionati di futsal femminile, sperando che crescano sempre di più e che possano presto avere un presidente e una divisione degni di questo sport.
Nella mia rosa, come facevo da ragazzino nel fantacalcio, non ho preso giocatrici della mia squadra del cuore, anche perché sceglierne solo 5 sarebbe stato problematico. In attesa di tornare ad inseguire trofei nel mondo reale, questo successo vale come un abbraccio a distanza per le mie adorate Citizens di Falconara di cui sento enormemente la mancanza.
Ringrazio Cely, Tunde, Debora, Renata e Valeria. Vi ho selezionate per l’indiscutibile valore tecnico ma anche per la simpatia e la stima che mi ispiravate: scelta azzeccatissima! Quando sarà possibile vorrei una foto con ognuna di voi (e il trofeo ovviamente).
Un caro saluto agli altri partecipanti in questa prima AGS Volta League:
Leonardo (e il suo fattore C), Diego (e le sue abbreviazioni pugliesi), Patrizia (unica ragazza e unica a battere il mio Ancona 2 volte su 2), Nicola (e il suo Catania champagne), Luca (e Pompo da Verona), Alessandro (e l’implacabile capocannoniere Pato), Alan, Cristiano e Gianclaudio. Tra imprecazioni, esultanze,  gufate e cazzate varie mi avete fatto divertire un bel po’. Buon proseguimento e buona fortuna al mio successore!
Infine un doveroso ringraziamento ad AGS e in particolare al Maurissimo Commissioner della Lega per il tempo e le risorse dedicate a questa pazza iniziativa. Per la (notevole) pazienza dimostrata di fronte a mille imprevisti, richieste, contestazioni (99% da parte del sottoscritto), sabotaggi e oggettive carenze di Fifa Volta (che decisamente non è PES, ma al momento bisogna accontentarsi). Ricordati che nella coppa ci voglio le caramelle gommose!

Flavio Coccia (ANCONA)

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