Scherma

Emergenza Covid-19 in Italia: qual è la situazione della scherma?

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Emergenza Covid-19

Come sapete l’Italia intera è blindata a causa dell’emergenza Covid-19. Il contagio da coronavirus ha colpito in maniera massiccia il nostro paese, tanto da richiedere misure straordinarie rigidamente restrittive per cercare di arginare il contagio e ridurre il numero di persone ammalate.

Tutti gli aspetti della nostra vita hanno dovuto quindi subire drastici cambiamenti e praticamente ogni settore è costretto a rispettare severe limitazioni, compreso il mondo dello sport.
Gestendo una società sportiva di scherma, ho seguito e seguo da vicino l’andamento delle condizioni del paese. Ora, a qualche giorno dallo stop totale dello sport, facciamo il punto sulla situazione della scherma.

Federazione Italiana Scherma

Fin dall’inizio dell’emergenza, la Federazione Italiana Scherma ha seguito da vicino gli sviluppi dell’epidemia, adeguando le proprie direttive all’aggravarsi del contagio.
Inizialmente, con l’emergere della presenza del coronavirus in Lombardia e Veneto, si è provveduto a bloccare le gare e l’attività delle sale scherma nelle zone a rischio.

Gradualmente, con l’aggravarsi della situazione in tutto il paese, sono state annullate altre competizioni ed eventi specifici fino ad arrivare al comunicato emanato il 5 marzo scorso, nel quale il Presidente Giorgio Scarso ha deliberato la sospensione di ogni attività agonistica federale fino alla data del 3 aprile 2020, in ottemperanza a quanto previsto dal Dpcm firmato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Da quel momento in poi, le singole sale scherma italiane hanno scelto se chiudere precauzionalmente o restare aperte, garantendo le misure di sicurezza richieste ad ogni cittadino. La decisione, comunque, è durata lo spazio di qualche giorno: il rapido aggravarsi della situazione in tutto il paese ha portato a decretare l’immediato blocco di tutte le attività sportive, disposizione a cui naturalmente anche la Federazione Italiana Scherma si è subito adeguata.

Sale scherma chiuse, quindi, con deroga esclusivamente per gli atleti che partecipano a competizioni internazionali e che sono inseriti nella lista tecnica di interesse nazionale della FIS, che possono continuare ad allenarsi in strutture utilizzate a porte chiuse.

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Competizioni internazionali

È innegabile che l’emergenza Covid-19 si presenti in un momento particolarmente delicato per il mondo dello sport e quello della scherma in particolare: con le Olimpiadi di Tokyo 2020 alle porte (ammesso che non vengano annullate anch’esse), le gare di qualificazione sono fondamentali e, se saltassero, creerebbero notevoli problemi agli atleti coinvolti.

Mentre il Trofeo Luxardo, previsto a Padova ai primi di marzo, è stato annullato, la maggior parte delle competizioni internazionali va avanti, pur adottando le limitazioni necessarie a proteggere la salute degli atleti. Al momento in cui scrivo, gli atleti italiani sono ammessi alle competizioni, anche se non è da escludere un inasprimento delle precauzioni o addirittura un annullamento o slittamento delle prove previste.

Misure, peraltro, già applicate alla scherma in carrozzina: l’IWAS, Federazione Internazionale di Scherma Paralimpica, ha già decretato l’annullamento di tutti gli eventi di qualificazione olimpica per quanto riguarda la scherma paralimpica. “Si tratta di una situazione senza precedenti e le scelte sono state attentamente valutate prima di essere assunte”. Ha dichiarato il Presidente Rudi Van De Abbeel “Adesso stiamo lavorando per rivedere il processo di qualificazione paralimpica”.

Nel frattempo, la FIE (Federazione Internazionale di Scherma) ha diffuso linee guida su come comportarsi sul luogo di gara per scongiurare il contagio tra i contendenti e ha dispensato temporaneamente gli atleti dal saluto di fine assalto, che nella scherma prevede una stretta di mano. Ulteriori decisioni sono attese in base all’evolvere della situazione mondiale.

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E adesso?

Mentre sono sempre più i volti noti del panorama schermistico nazionale, da Mara Navarria a Bebe Vio fino a Rossella Fiamingo, a schierarsi sui social per invitare le persone a seguire le linee guida del Governo e a restare in casa, è difficile prevedere quale possa essere il futuro di quello che resta della stagione agonistica in Italia.

Il Consiglio Federale della Federazione Italiana Scherma è convocato per il 14 marzo prossimo, proprio per affrontare le tematiche del Decreto che impattano sulla vita federale. Non sarà certo semplice dipanare i dubbi, con una situazione in continua evoluzione e un campionato ormai appeso a un filo: già importanti gare nazionali, sia per gli Assoluti che per gli Under 14, sono state annullate e, con un calendario agonistico fitto come quello dell’anno olimpico, le possibilità di recuperarle sono molto basse.
Allo stesso tempo, è difficile allo stato attuale prevedere l’andamento dei contagi in Italia e nel mondo e non è detto che le ulteriori prove in calendario per i mesi di aprile e maggio (come la Coppa Italia o il Gran Premio Giovanissimi) non debbano esse stesse subire ritardi o addirittura annullamenti.

Aggiornamento 12 marzo

Le notizie corrono veloci di questi tempi e già un giorno dopo la pubblicazione siamo pronti a fare un primo aggiornamento delle notizie precedentemente riportate.
Dopo la conferenza stampa dell’OMS che ha dichiarato la condizione di pandemia e il pronto intervento del Governo italiano, che ha comunicato una ulteriore stretta sulle restrizioni alla vita quotidiana, anche la Federazione Italiana Scherma ha modificato le norme in corso.

A partire da oggi, 12 marzo 2020, infatti, la FIS ha sospeso anche le ultime attività schermistiche ancora permesse, vale a dire gli allenamenti per gli atleti di interesse federale; al contempo ha comunicato che gli uffici federali rimarranno attivi, operando però in regime di smart working.

Puntuale e affatto inatteso anche il pronunciamento della FIE: sospese per 30 giorni le attività agonistiche internazionali. Stop, quindi, alle tappe di Coppa del Mondo, al GP FIE e ai Mondiali Giovanili. Nel corso del mese, la FIE contatterà i vari comitati organizzatori per riprogrammare le gare colpite dalla decisione.

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